Il cortometraggio brasiliano A Ordem dos Dracônitos, diretto da Bruno Ramos, è un’opera fantasy senza scopo di lucro realizzata da giovani appassionati con mezzi assai contenuti e una buona dose di inventiva. Girato nelle vicinanze di São Paulo, gode di scenari naturali mozzafiato, quelli offerti dalla foresta pluviale.
Contrariamente a buona parte dei film amatoriali, questo corto ha alle spalle una sceneggiatura ben congegnata che lascia ben poco all’improvvisazione. La storia è stata ideata da Priscila Leite (che prende parte anche come attrice nel ruolo di Lenora) e rielabora stereotipi attinti dal ciclo di Dragonlance e dal Fantasy più classico. Nel mondo immaginato, uomini e draghi hanno combattuto feroci battaglie fino al giorno in cui il Dio Draconico ha deciso di ibernare le sue creature. I draghi dormono in attesa di un Eroe che le ridesterà al suono di un magico corno: è quanto afferma la Profezia affidata a un clan di guerrieri, chiamato Ordine Draconico.
Quando si scopre che il giovane Killian è il Prescelto indicato dall’antica predizione, la sacerdotessa Muriel lo invia, accompagnato da altri tre coetanei, alla ricerca del più vecchio tra i draghi dormienti, col compito di risvegliarlo. La missione è però osteggiata dall’ambiziosa strega Yana, la quale, dopo aver sfruttato e ucciso un abile stregone suo amante, lancia sui quattro avventurieri un incantesimo che ne provoca la pazzia inducendoli ad attaccarsi l’un l’altro, e approfitta poi per rubar loro il corno fatato.
La punizione per la malvagia fattucchiera tuttavia giungerà puntuale, causata della sua stessa crudeltà e della sua ignoranza; la Profezia infatti contiene una clausola speciale…
La vicenda è abbastanza tradizionale, i protagonisti seguono gli stereotipi più amati dai fan: c’è l’Eletto agile e valoroso, il compagno ottuso sempre affamato, la vittima designata, il saggio, le buone sacerdotesse del villaggio, la strega bramosa di potere; e i malvagi vengono prevedibilmente sconfitti. C’è poco di nuovo sotto il sole, a parte la conclusione, che evita estremi trionfalismi.
Le sequenze si susseguono prive di virtuosismi, e la narrazione è piana ma efficace. Un cortometraggio mediocre e noioso? Tutt’altro. Gli attori recitano con convinzione ed espressività, ben più di quanto ci si potrebbe attendere da un cortometraggio di poche pretese. Considerati i mezzi limitati, il montaggio di Bruno Ramos compie veri e propri miracoli scandendo bene i vari momenti, alternando lentezze descrittive alla fluidità necessaria in una vicenda d’azione. L’audio è ben sincronizzato e le voci hanno il giusto tono; il narratore è un insegnante. Gli effetti speciali aggiunti da Erik Stens sono buoni, anche se i draghi possono apparire statici, o troppo rigidi nel volo.
In buona parte dei combattimenti vengono usati i piani sequenza, per la gioia di quanti apprezzino duelli verosimili. Le armi sono di legno ben dipinto: una scelta giustificata dal fatto che nessuno utilizza elmi o imbottiture. L’equipaggiamento dei quattro protagonisti mescola invece ispirazioni celtiche e medievali: scudi di legno privi di imbracatura proteggono guerrieri coperti da giachi armati o cotte di maglia. Anche gli abiti femminili uniscono ispirazioni pre raffaellite e divagazioni fantasy; in alcune scene la raffinatezza delle stoffe e le linee fluenti sembrano adatte a una corte o a una prospera città, e si integrano nel verde della foresta come avvenne a suo tempo nei quadri di Dante Gabriel Rossetti.
Pur con alcuni limiti tipici delle produzioni artigianali, L’Ordine Draconico sa come far passare una buona mezz’ora.