Astroboy
Una precedente diversa versione di questo articolo è stata pubblicata in lingua inglese nel volume Critical Survey of Graphic Novels: Manga, a cura di Bart H. Beaty e Stephen Weiner, SALEM PRESS, Ipswich MA, USA, 2012, ISBN 9781587659553.
Astroboy (in originale Tetsuwan Atom, ‘Il potente Atom’ o, lett., ‘Atom braccio di ferro’) è una serie basata sul personaggio eponimo ideato dal maestro Osamu Tezuka (1928-1989), che fece la sua prima apparizione sul settimanale Shōnen dall’aprile del 1951 al marzo del 1952 nel manga Atom Taishi (lett. ‘Atom l’ambasciatore’). Astroboy derivava in buona parte dall’automa androgino Michi protagonista del precedente Metropolis (1947) dello stesso autore, ed entrambi furono ispirati a Perī, il bambino robot del manga Fushigi no Kuni no Putchā (1946) disegnato da Fukujiro Yokoi. Un anno dopo il suo esordio, sempre su Shōnen, Astroboy assumeva per l’appunto la sua fisionomia definitiva come Tetsuwan Atom.
Destinato a un pubblico di bambini, principalmente maschietti, Tetsuwan Atom costituisce un ideale prototipo di quella categoria di fumetti giapponesi conosciuta come shōnen. Adotta il concetto e la struttura di story manga, cioè fumetto a puntate con una storia continuativa, introdotto in Giappone proprio da Tezuka: un fumetto seriale formato da episodi che vanno a comporre vari archi narrativi. In quest’opera i cicli sono 73, costituiti da avventure di varia lunghezza nelle quali Astroboy combatte robot malvagi, risolve crimini e aiuta gli esseri umani. Si tratta di uno dei primi esempi di manga di fantascienza del dopoguerra, in questo caso permeato da una visione ottimistica del futuro.
La trama è basata su un antefatto che racconta la genesi del piccolo eroe, prologo a cui i lettori si affideranno per comprendere psicologia e comportamento del protagonista e dei personaggi che ruotano attorno ad esso.
Siamo in Giappone, primi anni del XXI Secolo; il dottor Umatarō Tenma, direttore generale del Ministero della Scienza, perde in un incidente stradale l’amato figlioletto Tobio. Sopraffatto dal dolore, lo scienziato decide di costruire un robot intelligente con le sembianze del bimbo scomparso; ma, dopo averla attivata (esattamente il 7 aprile del 2003), non tarda a rendersi conto che questa creatura artificiale, per quanto sofisticata, non è in grado di sostituire Tobio né potrà mai crescere come un normale bambino. Decide allora di sbarazzarsene vendendola a un circo.
A salvare il piccolo automa, dopo qualche tempo, è il nuovo direttore generale, il dottor Ochanomizu, convinto difensore dei diritti civili dei robot. Lo scienziato crea per Astroboy due robot come genitori e altri due, Cobalt e Uran, a fargli rispettivamente da fratello e sorella. Per il piccolo androide è l’inizio di una nuova vita: frequenterà la scuola, giocherà con i compagni come un bambino comune, e al contempo… inizierà a combattere il crimine e le ingiustizie nel mondo! Astroboy infatti è assai più che un tenero bimbo meccanico: alimentato da un reattore nucleare da 100.000 cavalli, è dotato di razzi propulsori ai piedi, mitragliatrici posteriori che fuoriescono dal fondoschiena e dita capaci di sparare raggi laser; comprende inoltre 60 lingue e possiede tutta una serie di altri poteri e funzionalità. Ma, soprattutto, è animato da una grande sensibilità e da un profondo senso di giustizia. Il suo impegno nel comportarsi come un retto essere umano e la sua dedizione nella lotta contro ogni discriminazione fanno di lui il perfetto ‘ambasciatore’ di una pacifica e armoniosa convivenza tra robot e uomini. Nelle sue missioni contro i cattivi è spesso coadiuvato da Higeoyaji, un sedicente detective, basso e calvo, rappresentazione tezukiana dell’uomo qualunque giapponese, pieno di buon senso.
Edito su Shōnen per sedici anni, dall’aprile del 1952 al marzo del 1968 (per proseguire poi su altre pubblicazioni), Tetsuwan Atom è stato oggetto di moltissime ristampe e riedizioni, spesso con cambiamenti: la più importante è la raccolta completa pubblicata nel 1981 dalla casa editrice Akita Shoten, contenente molte pagine nuove (disegnate da Tezuka come commentario introduttivo alle varie storie) e usata per tutte le edizioni estere tradotte, compresa quella italiana – antologica – pubblicata da Panini Comics nel 2010.
Considerandola da un punto di vista filologico, questa cosiddetta edizione definitiva in realtà è differente dall’originale, oggi difficilissima da reperire perfino in Giappone. L’autore è intervenuto ritoccando le pagine, ridisegnando numerosi dettagli e concordando con la Akita Shoten un diverso ordine di pubblicazione; pertanto capita di trovare storie degli anni Sessanta mescolate ad altre degli anni Cinquanta. Varie vicende hanno subìto inoltre dei rilevanti cambiamenti. Citiamo di seguito alcuni tra i cicli più coinvolgenti.
In Atlas (storia #17, pubblicata da maggio a giugno del 1956) compare per la prima volta l’omonimo personaggio, uno degli androidi più potenti del mondo; esso contiene un dispositivo chiamato Fattore Omega che permette ai robot di ignorare la legge fondamentale che impedisce loro di nuocere o addirittura uccidere gli esseri umani: quest’elemento è uno dei più importanti nell’universo narrativo di Tetsuwan Atom. Ne La Macchina Impazzita (#27, da agosto a settembre del 1958) viene affrontato il tema della ‘giornata di riposo’ per i robot, con i malumori che ne conseguono tra gli esseri umani; la storia costituisce una pregevole allegoria sulla schiavitù e sui diritti dei lavoratori. Ne Il Robot più Forte della Terra (#54, da giugno del 1964 ad agosto del 1965) un potente androide di nome Pluto, programmato per distruggere i sette robot più forti della Terra, annienta i primi sei e infine affronta Astroboy; una rivisitazione di quest’arco narrativo è stata trasposta nel manga Pluto, di Naoki Urasawa, pubblicato in 8 volumi dal 2003 al 2009. Il Cavaliere Azzurro (#63, da ottobre del 1965 a marzo del 1966) introduce un robot considerato un eroe dai suoi simili perché levatosi in loro difesa contro i maltrattamenti da parte degli umani: la vicenda è una significativa parabola contro il razzismo e la discriminazione.
Stile
Lo stile usato in Tetsuwan Atom è diventato rappresentativo dei manga per bambini negli anni Cinquanta e Sessanta. Le figure sono soavemente rotondeggianti, ispirate all’animazione commerciale americana del ventennio precedente (in particolare quella di autori come Walt Disney e Max Fleischer); caratteristiche anatomiche come gli occhi, i volti, i corpi e le mani derivano direttamente da quell’impronta. Questa tipologia di figure è visivamente piacevole e di facile gradimento per i bambini, adatta a suscitare empatia e affetto. L’innovazione portata da Tezuka è evidente tuttavia sul piano narrativo più che su quello illustrativo, e consiste nell’aver reso vulnerabili i personaggi dei fumetti per bambini: persone e robot possono ferirsi e morire, con la conseguente possibilità di introdurre toni drammatici nelle storie.
Anche la messa in scena tezukiana fu innovativa per l’epoca; la composizione delle vignette all’interno delle pagine è dinamica: ognuna ha forma e dimensioni diverse, per offrire l’impressione del movimento e suggerire il ritmo di lettura. In Tetsuwan Atom è inoltre fondamentale la sintesi: i fondali vengono disegnati solo quando necessari alla narrazione, e le figure dei personaggi sono sempre ordinatamente posizionate al centro della scena.
Lo stile di Tezuka naturalmente evolve dal 1951 al 1968, ma in Tetsuwan Atom i cambiamenti non sono così evidenti, proprio per la già accennata opera di revisione intrapresa nella versione della Akita Shoten: in quell’occasione Tezuka stesso si adoperò per rendere più omogenei i disegni, revisionando le storie e cambiando come detto le sue preferenze nell’ordine di pubblicazione, fattori che rendono più difficile per i lettori notare modifiche significative.
Temi
Astroboy presenta almeno tre principali livelli di lettura. Al primo livello, l’opera appare sostanzialmente come un’avventura fantascientifica a episodi, per bambini, nella quale ogni vicenda nasconde una morale, un significato che – grazie all’abilità di Tezuka nell’orchestrare insegnamenti che non risultino pedanti – i giovani lettori riescono ad apprendere senza nemmeno accorgersene. Lo stesso autore appare spesso nelle storie come commentatore, attraverso un metapersonaggio che porta il suo nome.
Al livello successivo, la chiave di lettura è una visione antirazzista, pacifista e ottimistica del Giappone. Molti personaggi dimostrano un’evidente ‘diversità’ e lottano per farsi accettare dalle cosiddette persone normali, laddove per ‘normalità’ s’intende di volta in volta, in termini esclusivi, l’essere umani, l’essere giapponesi o l’essere terrestri. Questo tipo di messaggio morale era centrale già in Atom Taishi.
Il terzo livello di interpretazione aggiunge una dimensione storica e insieme politica in relazione al ruolo internazionale del Giappone nel dopoguerra, così come lo vedeva Tezuka nei primi anni Cinquanta. Astroboy è, anche lui, “un ragazzino di dodici anni”: è questa la frase con cui il generale Douglas MacArthur, proconsole americano in Giappone, definì metaforicamente il livello di maturità e sviluppo della società giapponese rispetto a quella occidentale. Sulla base di questa importante premessa, si può interpretare l’opera come una parabola della situazione d’emergenza in cui il Giappone versava dopo la terribile sconfitta (con tanto di esposizione alle bombe atomiche) patita nella Seconda Guerra Mondiale. Astroboy/Atom è un bambino robot nato da questo Giappone collassato ma che guarda avanti, a un futuro di pace e dialogo internazionale. In questo senso, Tetsuwan Atom rappresenta una lunga serie di apologhi morali, rivolti sia alla generazione di Tezuka sia soprattutto a quella dei bambini nati nel dopoguerra, che dovevano imparare – e lo fecero – a vivere secondo un nuovo insieme di valori pacifisti, in cui le armi nucleari fossero bandite e, anzi, l’energia atomica fosse foriera di sviluppo pacifico. Per il paese che aveva visto scoppiare sul proprio territorio due bombe atomiche, il fatto che Atom si chiamasse proprio così e fosse alimentato proprio da quell’energia non fu una coincidenza. Laddove invece negli Stati Uniti, quando, nel 1963, arrivò la serie animata basata sul fumetto, il personaggio, probabilmente per pudore, da Atom fu ribattezzato, appunto, Astro.
Impatto
Astroboy è uno dei personaggi a fumetti più famosi del mondo. In Giappone, la pubblicazione di Tetsuwan Atom ha avuto un effetto profondo e duraturo sulla cultura popolare. Le sue storie e il suo simbolismo hanno stimolato alla riflessione milioni di giovani lettori: la costanza delle vendite da decenni a questa parte fa di questo manga uno dei più ristampati di ogni tempo. La società e la cultura giapponesi ne hanno così profondamente assorbito i valori che quest’opera è considerata un autentico tesoro nazionale.
Dal punto di vista narrativo e grafico, Tetsuwan Atom rappresenta un capitolo importante nella lunga carriera di Tezuka. Il suo impatto come serie singola è notevole, ma le innovazioni che contiene, nello stile e nei temi, sono fondamentali nell’intera produzione artistica di Tezuka. Elementi narrativi come lo star system (personaggi ricorrenti da una manga all’altro) e l’utilizzo di vignette dinamiche, insieme alla coraggiosa sensibilità nel parlare di valori importanti, hanno avuto forti influenze su intere generazioni di lettori e di fumettisti.
Cinema e televisione
Astroboy è stato protagonista di varie trasposizioni per lo schermo. La prima fu il telefilm Tetsuwan Atom, produzione in bianco e nero di 65 episodi realizzata e trasmessa da MBS, in onda dal 7 marzo 1959 al 28 maggio 1960, con l’attore Masato Segawa nel ruolo di Atom. Nel 1962 una selezione di queste puntate fu adattata per comporre un lungometraggio.
Seguì la celebre versione animata, omonima, realizzata in bianco e nero dalla Mushi Production e diretta da Tezuka stesso. Messa in onda dall’emittente Fuji TV dal 1° gennaio del 1963 al 31 dicembre del 1966, per un totale di 193 episodi, si trattò della seconda serie animata televisiva mai prodotta in Giappone (preceduta solo dai corti di Instant History / Otogi Manga Calendar), e la prima giapponese a essere trasmessa negli Stati Uniti, dove Astroboy è tuttora uno dei personaggi fumettistici stranieri più ricordati di sempre.
Il 26 luglio del 1964 uscì nelle sale il lungometraggio Tetsuwan Atom: Uchū no Yūsha, per la regia e sceneggiatura di Rintarō, Yoshitake Suzuki, Atsushi Takagi ed Eiichi Yamamoto. Una coproduzione Mushi e Fuji TV che assemblava in versione parzialmente a colori spezzoni della serie animata del 1963, in particolare gli episodi 46, 56 e 71, e alcune scene di raccordo realizzate appositamente.
Il 6 settembre del 1969 il varietà Maeda Takehiko no Tenka no Rival, in onda su Nippon TV, ospitò lo special Kyōjin no Hoshi tai Tetsuwan Atom, diretto da Yoshiyuki Tomino: una sorta di immaginario incontro tra i due personaggi animati più popolari della Mushi e della Tokyo Movie, vale a dire Astroboy e Hyuma, dal celebre manga e anime sul baseball, conosciuto in Italia come Tommy, la Stella dei Giants. Insieme a molti altri personaggi tezukiani, Astroboy compare con il nome di Adam anche nel film televisivo d’animazione L’Espresso Sottomarino (Kaitei Chō Tokkyū Marine Express), trasmesso dalla Nippon TV il 26 agosto del 1979.
La serie animata del 1963 godette di due rifacimenti televisivi, a colori. Il primo, omonimo (conosciuto anche come Shin Testuwan Atom), conta 52 episodi, diretti da Noboru Ishiguro per Mushi, Tezuka Production e Nippon TV e trasmessi da quest’ultima dal 1° ottobre del 1980 al 23 dicembre del 1981; fu questa la versione che, giunta in Italia col titolo Astroboy, fece conoscere il piccolo robot anche nel nostro Paese. Il secondo rifacimento, intitolato Astro Boy – Tetsuwan Atom, realizzato da Tezuka Production, Dentsu Inc. e Sony Pictures Entertainment con la regia di Kazuya Konaka, è formato da 50 episodi messi in onda su Animax e Fuji TV dal 6 aprile 2003 al 28 marzo 2004. Da questa trasposizione è stata adattata una nuova versione a fumetti disegnata da Akira Himekawa, pubblicata in Italia da Panini Comics nel 2005.
Tra il 1999 e il 2005 la Tezuka Production ha realizzato vari corti, proiettati al Tezuka Osamu Animation Theater di Kyoto. Il primo, lungo circa 11 minuti, s’intitola Tetsuwan Atom – Shinsen-gumi (noto anche come Tetsuwan Atom – Aokishi no Maki) uscito il 20 luglio del 1999. Due anni più tardi, il 20 luglio del 2001, è stato proiettato Tetsuwan Atomu – Chikyūsaigonohi, circa 15 minuti di durata. Il 6 aprile del 2003 (la vigilia dell’attivazione di Astroboy, nella finzione scenica) è stata la volta di [ASTRO BOY] Tetsuwan Atom – Tokubetsu-hen: Atomu Tanjō no Himitsu, che racconta in circa 20 minuti e 30 secondi il segreto della nascita del piccolo robot. Stessa durata per i due successivi: [ASTRO BOY] Tetsuwan Atom – Tokubetsu-hen: Ivan no Wakusei – Robot to Ningen no Yūjō, del 13 settembre 2003, e [ASTRO BOY] Tetsuwan Atom – Kagayakeru Hoshi – Anata wa Aoku, Utsukushī… del 7 febbraio 2004. Nel 2005 è stato realizzato il maggiore, [ASTRO BOY] Tetsuwan Atom – 10 Man-kōnen no Raihōsha: IGZA, di circa 41 minuti.
Del 2009 è Astro Boy, il film in animazione digitale diretto da David Bowers (seguito da un corto di circa 3 minuti e mezzo uscito nel 2010 col titolo Astro Boy vs. the Junkyard Pirates), una coproduzione Imagi Animation Studios, Imagi Crystal e Tezuka Productions.
Infine, una miniserie televisiva di 8 episodi dal titolo Robot Atom è stata realizzata dalla Tezuka Production in collaborazione con l’emittente nigeriana Channels TV, e trasmessa in Nigeria dal 22 marzo al 26 aprile del 2014.