In questo secondo episodio, Blade, il “Diurno”, deve vedersela con nemici ben più pericolosi e letali dei vampiri tradizionali: i “mietitori”, una nuova stirpe di abitanti della notte, ancora più feroce e spietata, che attacca indistintamente sia i vampiri che gli umani, trasformandoli in suoi simili. Per sconfiggerla definitivamente Blade deve allearsi con gli avversari storici, i vampiri “vecchia maniera”, con i quali condivide la comune missione di sterminare l’alternativa, famelica ed aggressiva razza di succhiasangue geneticamente alterata.
E così Damaskinos, sovrano supremo dei vampiri e successore di Frost, si coalizza con Blade, quest’ultimo accompagnato dal saggio mentore Whistler, resuscitato in maniera abbastanza forzata, e dall’ingegnoso e sbruffone Scud (l’inventore di armi). Dall’insolito sodalizio sortisce un folkloristico ed addestrato commando di vampiri, i “Bloodpack”, accomunati dal medesimo e prioritario intento: eliminare i “mietitori”, guidati da Nomak.
Ovviamente Blade deve guardarsi dai nuovi amici, un tempo acerrimi ed unici nemici; persino – o forse purtroppo – dall’affascinante e laconica Nyssa, figlia di Damaskinos, per la quale il mezzo sangue prova un’incontestabile e mal celabile attrazione.
Pertanto, rispetto al primo episodio, la trama si arricchisce di alcuni elementi innovativi. I combattimenti si fanno più frequenti ed accelerati, grazie alla tecnologia del computer, a detrimento dei dialoghi, sempre più scarni; in compenso vengono implementati gli effetti speciali, decisamente più belli ed avveniristici. Con scaltrezza e spirito “vampiresco”, il regista, GUILLERMO DEL TORO, emulando i protagonisti del film, si appropria di tutti gli elementi caratteristici che contraddistinguono l’action-movie moderno: estetica post-Matrix (bullet-time, panoramiche “stop-and-go”), ritmo incalzante e suggestivo da videoclip, azioni in sincrono con la musica di sottofondo, etica dell’eroe e combattimenti alla wuxiapan, miscelati ad una buona dose di horror da brividi, e gli immancabili completi in pelle nera ultra aderenti, farciti con gadget ed armi automatiche.
Squadra che vince non si cambia e quindi nel cast ritroviamo WESLEY SNIPES (Blade), l’unico esperto di arti marziali che può vantare una Coppa Volpi, conseguita nel 1997 come miglior attore.
Torna anche KRIS KRISTOFFERSON (Whistler), famoso cantautore country, fotocopia inespressiva del primo film; e LUKE GROSS (Nomak, capo dei “mietitori”), cantante (3 album e 2 tour mondiali) ed attore di teatro (nei musical What a feeling e Grease).
La maestria tecnica di Del Toro si sposa perfettamente con la fotografia “notturna” di GABRIEL BERISTAIN, e le scenografie claustrofobiche e tormentate di CAROL SPIER. Zoppica invece la sceneggiatura di DAVID S. GOYER, il quale non riesce ad esaltare ulteriormente il dualismo della figura di Blade o ad aggiungere maggiore smalto al suo stereotipo.
È innegabile che l’idea di costringere il Diurno a combattere fianco a fianco con i suoi acerrimi nemici non è male: Blade, figlio di madre umana e di padre vampiro, diventa il tormentato anello di congiunzione tra i due mondi, alleati temporaneamente contro il nemico comune.
Questo consente al personaggio di Blade di rinnovarsi e riproporsi più “duro” di prima. Spogliatosi dei dubbi e dei complessi sulla sua natura, stabilisce una sua precisa identità, gettandosi con immutato vigore nella caccia alla sua preda preferita: i vampiri. Purtroppo tutto questo risulta “spersonalizzante” per la figura del protagonista: nel primo film la sua ragione di vita era uccidere i vampiri, adesso che ne è alleato, pare essersi trasformato in un big-jim che combatte senza una vera causa. I dialoghi limitati a battute secche e sarcastiche non giovano a suggerire un’interpretazione più profonda del personaggio.
Tuttavia, in questo secondo episodio, a fare la differenza contribuisce soprattutto il talento del regista, che nel giro di pochi anni e con un pugno di film (Cronos del 1992 e Mimic del 1997) si è affermato con sicurezza nel campo del cinema fantastico: innovatore, padrone di uno stile singolare, incuriosito da storie nere e tenebrose, Del Toro trova nel personaggio di Blade l’incarnazione più completa e meglio riuscita dell’eroe buono che conserva in sé qualcosa di malvagio e torbido.
In definitiva ciò che davvero manca al film è una rappresentazione sufficientemente approfondita dei protagonisti, che relega la pellicola nella categoria degli action-movie.
Tit. originale: Blade II
Anno: 2002
Nazionalità: USA | Germania
Regia: Guillermo del Toro
Autore: David S. Goyer (scritto da) | Gene Colan, Marv Wolfman (personaggi)
Cast: Wesley Snipes (Blade), Kris Kristofferson (Whistler), Ron Perlman (Reinhardt), Leonor Varela (Nyssa), Norman Reedus (Scud), Thomas Kretschmann (Damaskinos), Luke Goss (Nomak), Matt Schulze (Chupa), Danny John-Jules (Asad), Donnie Yen (Snowman), Karel Roden (Kounen), Marit Velle Kile (Verlaine), Tony Curran (Priest), Daz Crawford (Lighthammer), Santiago Segura (Rush), Samuel Le (Jigsaw), Marek Vasut (Golem)
Fotografia: Gabriel Beristain
Montaggio: Peter Amundson
Musiche: Marco Beltrami
Rep. scenografico: Carol Spier (production design) | Jaromír Svarc, James F. Truesdale (art direction), Dan Morski (co-art director), Elinor Rose Galbraith (supervising art director) | Jeffrey Kushon, Peter P. Nicolakakos (set decoration)
Costumi: Wendy Partridge
Produttore: Peter Frankfurt, Patrick J. Palmer, Wesley Snipes | Jon Divens, Andrew J. Horne (coproduttori) | Robert Bernacchi (associato) | Avi Arad Michael De Luca, Toby Emmerich, David S. Goyer, Lynn Harris, Tomas Krejci, Stan Lee (esecutivi)
Produzione: New Line Cinema, Amen Ra Films, Marvel Enterprises, Imaginary Forces, Justin Pictures, Linovo Productions GmbH & Co. KG, Milk & Honey, Pacific Title and Art Studio