Blade

Blade

Chi ha detto che i Vampiri non esistono?

Essi sono ovunque, come dei parassiti si nascondono nell’ombra mentre si nutrono del nostro sangue, controllano ogni centro di potere, la politica, la finanza, la polizia. E cosa faremo quando decideranno di uscire allo scoperto rivendicando la loro posizione in cima alla catena alimentare?

Cosa faremo quando inizieranno ad allevarci come bestiame per nutrirsi? Crocifissi ed acqua santa non serviranno a nulla. Saremo le vittime del nuovo processo evolutivo, noi non potremo farci niente. Noi no, ma Blade sì!

Vampiri moderni

Immaginatevi un vampiro: mantello nero con risvolta color porpora, succhiasangue a tradimento, si trasforma in pipistrello, una specie di incarnazione del Diavolo che ripudia il crocifisso e brucia al contatto con l’acqua santa. Bene, dimenticate tutto.

In questo film il vampirismo è una mutazione genetica che può essere contratta in vita oppure trasmessa ereditariamente: il vampirismo è una malattia, un morbo che affligge l’uomo, il male che ne mina la natura e le origini, spingendolo a cibarsi con un irrefrenabile istinto animale del suo stesso sangue, diffondendosi così come un cancro.

L’eroe “nero cattiveria”

La lama di bisturi per rimuove questo tumore maligno che affligge l’umanità è Blade. Per metà uomo e metà vampiro, non è un eroe come gli altri, è un misto di bontà e cattiveria, ha dentro di sé un lato oscuro contro il quale è in perenne conflitto.

Altrimenti noto come il “diurno”, possiede la straordinaria forza fisica di un succhiasangue, refrattario all’aglio, all’argento e alla luce solare.

Una letale macchina da combattimento che però ha ereditato la sete di sangue dei vampiri. Tutto ciò a causa della sua nefasta nascita, da una madre che lo partorì prima di morire a causa del morso di un vampiro.

Cinico, spietato, sempre sospettoso del prossimo, agisce per vendicarsi, uccidendo ogni vampiro che incontra sulla sua strada, ognuno colpevole di aver diffuso il male che lo ha colpito. La legnosità recitativa di WESLEY SNIPES è perfetta per rendere monolitica, fredda, spietata e distaccata la figura di Blade. Uniteci un corpo atletico ben scolpito e la padronanza delle arti marziali, vestitelo con un appeal “cool” (trench di pelle nera, corpetto antiproiettile hi-tech, occhiali da sole) ed otterrete un nuovo supereroe: il perfetto cacciatore di vampiri moderno.

Come nei vecchi western, John Wayne aveva solo due espressioni, con il cappello e senza, anche in questo film Wesley Snipes ne ha solo due: con e senza gli occhiali.

Azione, botte da orbi e chiacchiere quanto basta

Da migliaia di anni la stirpe dei vampiri si nasconde nell’ombra, organizzata in una gerarchia rigidamente suddivisa in caste, obbligata a vivere come parassita nella società dell’uomo. In rottura con le tradizioni millenarie, il diacono Frost è intenzionato a portare allo scoperto l’esistenza dei vampiri, mirando a riscattare la posizione predominante nella scala gerarchica delle specie.

È STEPHEN DORFF che nei panni del vampiro Frost guida la Casa di Erebo, e si candida come l’acerrimo nemico di Blade. Il Diacono traduce il Libro di Erebo per dare il via al così detto “Bagno di sangue”: una sorta di giorno del giudizio in cui tutti gli uomini diventeranno vampiri.

Arricchiscono la trama (ricca si fa per dire) armi da fuoco, arti marziali, violenti scontri splatter quanto basta, e gli immancabili effetti speciali (fra l’altro in alcuni casi non proprio eccelsi).

KRISTOFFERSON potrebbe tornare tranquillamente a fare il cantante country, dopo la profonda interpretazione del personaggio di Whistler, un vecchio malato che ha avuto la malaugurata idea di graziare Blade, consentendogli di vivere domando la sua sete di sangue.

La WRIGHT, nei panni della bella ematologa, è semplicemente… bellla, ma niente di più. Sarà lei a dare a Blade la forza di affrontare lo scontro finale facendogli bere il suo sangue in una scena pseudo-orgasmica succedanea della classica scena di sesso fra l’eroe e la sua bella.

I due co-protagonisti funzionano bene come carta da parati, senza regalare “effetti speciali” alla pellicola.

Il regista STEPHEN NORRINGTON, con all’attivo film come La Leggenda degli Uomini Straordinari, conferma la linea narrativa inesistente, portata avanti dalle lunghe scene di combattimenti e dalle telegrafiche battute di Snipes, piuttosto che da una avvincente trama ma che purtroppo non esiste.

Se il character design di Blade ed il background della storia paiono essere convincenti, la pellicola lascia perplessi proprio perché non approfondisce adeguatamente questi due elementi.

Si tratta quindi di un film d’azione in linea con il suo segmento cinematografico, ottimo per passare due ore di svago, ma niente di più.

La crisi dei pensatori di Hollywood Blade è un eroe dei fumetti della MARVEL COMICS che compie la sua prima apparizione nel 1973 in Tomb of Dracula, e raggiunge la notorietà presso il pubblico americano quando affianca l’Uomo Ragno.

Bullet Time!

Solitamente quando si parla di “Bullet Time” il primo film che salta alla mente è Matrix. Eppure, anche sono pochi ad essersene accorti, Blade ha saputo battere sul tempo il capolavoro dei fratelli WACHOWSKY. La scena nel parco, in cui Frost schiva in slow-motion dei proiettili che si librano nell’aria con la tipica scia “alla Matrix”, ricorda molto quelle in cui Neo flette il suo corpo per scansare i colpi degli agenti. Peccato che Blade sia uscito nelle sale cinematografiche circa un anno prima di Matrix. Plagio e copia? Assolutamente no, anche perché è improprio parlare di Bullet Time in Blade. La peculiarità della tecnica di ripresa usata dai fratelli Wachowsky sta nella possibilità di muovere la posizione della visuale di ripresa nello spazio attorno al soggetto dopo aver completato le riprese della scena. In Blade invece abbiano una scena con ripresa fissa e l’uso delle teciche cgi per l’aggiunta delle pallottole e dello slow-mo.

Blade - Locandina

Tit. originale: Blade

Anno: 1998

Nazionalità: USA

Regia: Stephen Norrington

Autore: David S. Goyer (scritto da)

Cast: Wesley Snipes (Blade), Stephen Dorff (Diacono Frost), Kris Kristofferson (Whistler), N’Bushe Wright (Karen), Donal Logue (Quinn), Udo Kier (Dragonetti), Arly Jover (Mercury), Traci Lords (Raquel), Kevin Patrick Walls (Krieger), Tim Guinee (Curtis Webb), Sanaa Lathan (Vanessa), Eric Edwards (Pearl)

Fotografia: Theo van de Sande

Montaggio: Paul Rubell

Musiche: Mark Isham

Rep. scenografico: Kirk M. Petruccelli (production design) | Barry Chusid (art direction) | Greg J. Grande (set decoration)

Costumi: Sanja Milkovic Hays

Produttore: Robert Engelman, Peter Frankfurt, Wesley Snipes | Jon Divens, Andrew J. Horne (coproduttori) | Avi Arad, Joseph Calamari, Lynn Harris, Stan Lee, Michael De Luca (esecutivi)

Produzione: Amen Ra Films, Imaginary Forces, Marvel Enterprises, New Line Cinema