Ci troviamo in un mondo non molto dissimile dal nostro ma collocato in un futuro ucronico dove alcuni eventi storici hanno avuto un esito differente rispetto al passato che ci è noto. Una delle principali conseguenze di ciò è la costituzione di una superpotenza chiamata Sacro Impero di Britannia, che, in virtù di una schiacciante superiorità economico-militare, si è estesa fino a conquistare quasi due terzi del pianeta. All’interno del suo dominio viene diffuso il darwinismo sociale, un’ideologia che pone i Britanni al vertice della società e considera le restanti popolazioni come semplici numeri. ‘Numbers’ è appunto l’appellativo con cui vengono chiamati gli esponenti dei ceti inferiori, una cifra attribuita loro a seconda della zona geo-politica a cui appartengono.
Al pari di altre nazioni, anche il Giappone è stato annesso all’Impero: ufficialmente, a partire dall’agosto del 2010, i Giapponesi fanno parte dell’Area 11, e vengono pertanto chiamati ‘eleven’. Qui come altrove la disparità sociale proclamata dal regime ha generato tensione e malcontento, portando alla nascita di isolati gruppi di rivoltosi e terroristi. Uno di questi gruppi, resosi colpevole del furto di un’arma di distruzione di massa in dotazione all’esercito del principe Clovis (l’attuale responsabile dell’Area 11), è costretto a una fuga precipitosa, nella quale, suo malgrado, resta casualmente coinvolto un giovane Britanno di nome Lelouch Lamperouge.
Il ragazzo entra in contatto con la presunta arma… che in realtà si rivela essere una criptica fanciulla dai capelli verdi dotata di facoltà eccezionali; da lei Lelouch riceve un altrettanto straordinario potere psichico chiamato ‘geass’, che lo rende in grado di imporre il proprio volere a chiunque (ma per una volta soltanto) semplicemente fissandolo negli occhi.
Singolarmente intelligente e calcolatore, il ragazzo è in realtà il principe Lelouch Vi Britannia. esiliato in terra giapponese, che vive nell’attesa di vendicarsi di colui che ritiene responsabile dell’uccisione della madre Marianne e del ferimento della sorella Nunnally (rimasta cieca e paralizzata): ossia suo padre, l’imperatore Charles Zi Britannia in persona.
Grazie al nuovo potere acquisito, il ragazzo può adesso organizzare la propria rivalsa. Celato in viso da una maschera e avvolto in un elegante mantello scuro, assume la misteriosa identità di Zero ed entra a far parte del gruppo degli indipendentisti eleven. Le sue innate qualità di stratega, il carisma, l’astuzia e la sua arte oratoria gli consentono in breve tempo di elevarsi a capo dei rivoltosi, i quali, sotto il suo comando, da gruppo disorganizzato diventano ben presto una struttura solida e temibile denominata Ordine dei Cavalieri Neri.
Con il passare del tempo, instaurando alleanze e sfruttando abilmente l’impatto mediatico legato alla sua figura, Zero incrementa ancor più il proprio prestigio, riuscendo nel contempo a mantenere segreta la propria identità, tanto da portare avanti anche un’esistenza ‘privata’ in cui è un comune studente e un fratello responsabile.
Nessuno sospetta della sua doppia vita, nemmeno Suzaku Kururugi, suo amico d’infanzia, compagno di college e figlio dell’ex Primo Ministro giapponese. Suzuku, dopo essersi arruolato nell’esercito britanno, viene scelto quale pilota del Lancelot, un sofisticato knightmare (i possenti mecha corazzati in dotazione alle forze militari dell’Impero) di nuova generazione, e sarà proprio lui a dare non poco filo da torcere all’Ordine dei Cavalieri Neri.
Commento
Code Geass: Lelouch of the Rebellion (Koodo Giasu hangyaku no ruruushu) è il parto della vincente collaborazione tra il gruppo delle CLAMP, Goro Taniguchi e Sunrise. Le prime si sono principalmente occupate del character design, ed è ben evidente il loro operato con personaggi dai tratti dolci ed efebici, splendidi e conturbanti, mai totalmente puri o identificabili come buoni o cattivi; spesso richiamano nella loro esteriorità protagonisti già apparsi in altre opere del noto quartetto di disegnatrici nipponiche: Lelouch, ad esempio, assomiglia in modo disarmante a Kamui di X, Suzaku ricorda Shaoran di Tsubasa – RESERVoir CHRoNiCLE, e molte ancora sono le affinità che si possono riscontrare anche in personaggi secondari, sia per aspetto che per comportamento.
L’animazione e la resa grafica, anche per quanto riguarda i combattimenti tra mecha, risulta di ottimo livello con un apprezzabile utilizzo della computer graphic e delle colorazioni. Il taglio delle inquadrature è cinematografico, funzionale al coinvolgimento e mai ostico per la comprensione delle scene.
L’accompagnamento musicale risulta efficace e ben dosato, in perfetto accordo con le sequenze visive. Tra tutte si imprimono con prepotenza le arie classiche, con squillanti e poderosi vocalizzi di tenori a sostenere le parti in cui fanno la comparsa i nobili della casata regnante di Britannia, mentre a sottolineare le scene più drammatiche e intense sono per lo più cantati di voci femminili, che giocano su tonalità acute e struggenti, spesso sostituendosi al parlato dei personaggi.
Code Geass si riallaccia al genere fantascientifico, presentando astronavi, armi avveniristiche e possenti mecha cibernetici protagonisti di numerose sequenze di combattimento, talvolta cruente. Viene concesso ampio spazio anche ai sentimenti e alle dinamiche dei rapporti interpersonali; tutto, nell’anime, accade in virtù di relazioni, vincoli di parentela, emozioni legate a ricordi, sentimenti che, come sassi gettati nell’acqua, creano cerchi che vanno via via espandendosi sino a raggiungere le dimensioni della rivolta di massa, della rivoluzione. Gli impulsi all’anarchia e all’insurrezione, e di riflesso la volontà di dominare nazioni e genti fondando nuovi ordini sociali e introducendo nuove forme di politica, sono inoltre per lo più prerogativa dei giovani.
Un riferimento economico-politico che più o meno consapevolmente l’anime solleva riguarda l’ingerenza di altre nazioni nel condizionare le vicissitudini del Giappone. I nemici questa volta sono i poteri forti di una nazione estera, la Britannia, facilmente identificabili come un mix di Europa e Stati Uniti, vittime e complici della profonda crisi economica nella quale il Giappone si è trovato profondamente invischiato tanto da risultare oggi il Paese con il più alto debito pubblico. In questo senso, l’esortazione all’indipendenza dell’Area 11 potrebbe essere letta come un disperato bisogno di disimpegnarsi rispetto alle ferree leggi economiche dettate dalle potenze straniere, di ritrovare un più autentico spirito nazionalistico.
Con la sua miriade di personaggi, risvolti e colpi di scena, Code Geass abbonda dunque di spunti di riflessione, supportati da una storia che non è banale né monotona. Regia e sceneggiatura risultano molto attente nello svelare con gradualità gli elementi utili a comprendere le scelte operate dai personaggi e la psicologia nascosta dietro il loro agire. Mai tutto però viene svelato: in perfetto stile CLAMP, i protagonisti possiedono un’aura di tragica disperazione che scaturisce da una sofferenza che tendono a celare, e il passato di alcuni di loro viene solo accennato, forse talvolta appiattendoli.
In Code Geass la distinzione tra buoni e cattivi non è netta: le fazioni, Britanni ed eleven, cercano entrambe la pace e la costruzione di un mondo migliore. Ed entrambe ugualmente mentono, uccidono e distruggono per raggiungere il loro scopo; scopo che, per ambedue, non sempre è liberamente scelto ma a volte è frutto di condizionamento, sia esso prodotto da poteri mentali, dalla disperazione, oppure costruito dai media, dall’indottrinamento, o ancora derivato dalle rigorose gerarchie militari e sociali. La storia si presenta quasi come una partita a scacchi – elemento che per altro compare spesso –, che coinvolge soldati e normali cittadini e si sviluppa in modo abbastanza imprevedibile.
Etichettare Lelouch come un personaggio positivo non è pertanto così automatico. Il fatto stesso che i protagonisti di Code Geass, nonostante la giovanissima età, risultino capaci di pianificare con cruda freddezza il massacro di civili e militari ha un effetto disturbante sullo spettatore, il quale può addirittura trovarsi a cambiare più volte la fazione per cui parteggiare. O a chiedersi se è proprio così che sono cresciuti i giovani moderni: indifferenti al sangue, alla violenza, incapaci di farsi scrupolo nel calpestare il prossimo.
Un ultimo elemento che risalta è l’importanza del fattore intelligenza. Il potere esp, che garantisce a Lelouch il controllo della mente altrui, è infatti limitato e di conseguenza potrebbe passare addirittura come secondario rispetto all’intelligenza prodigiosa e alla fredda capacità di calcolo che egli possiede: sono queste doti a renderlo un leader, a metterlo nelle condizioni di poter cambiare il mondo. Intelligenza e autocontrollo accomunano una nuova generazione di eroi che, soprattutto in tempi recenti, ha iniziato a soppiantare tutti quei personaggi che al contrario facevano leva sulla propria fisicità. Ecco allora che Lelouch Lamperouge, al pari degli ‘arakiani’ protagonisti de Le bizzarre avventure di Jojo, o di Light Yagami di Death Note, contrappone la propria sagacia e le proprie doti intellettive alle nerborute peripezie marziali di Kenshiro (Hokuto No Ken), Son Goku (Dragon Ball) e di tutti quei personaggi che hanno dominato la scena a partire dagli anni Ottanta e che ancora oggi, nel bene o nel male, non mollano lo scettro di eroi dei manga.
In conclusione, la visione di Code Geass: Lelouch of the Rebellion è caldamente consigliata a quanti siano alla ricerca di un anime con un intreccio piuttosto elaborato e che proponga elementi appartenenti a generi diversi, dal Fantasy alla Fantascienza ma con un pizzico di contaminazione shojo.