Nelle tradizioni folkloristiche dell’Europa dell’est, in particolare della Serbia, esiste la figura del Dampyr, una creatura generata dall’unione tra una donna umana e un vampiro il cui sangue è letale per i figli della notte. Accomunando l’amore per il mito del vampiro, gli autori MAURO BOSELLI e MAURIZIO COLOMBO presero spunto da questa leggenda per dar vita ad un nuovo personaggio, evidenziando sin dall’inizio che la tematica vampirica sarebbe stata trattata in modo profondamente diverso da come noi la conosciamo.
Il protagonista della serie è Harlan Draka, il Dampyr, il figlio del vampiro, e la sua caccia ai Maestri della notte, una stirpe di supervampiri di cui parleremo più avanti. Verrebbe da pensare che la collana sia esclusivamente concentrata sui vampiri, ma non è così. In una serrata continuity costantemente in evoluzione, dove ogni albo è una storia a sé ma fa riferimento ad uno o più numeri precedenti, il mito del vampiro è accompagnato da tutte quelle creature presenti nell’immaginario fantastico delle nostre tradizioni, che siano spiriti, stregoni e demoni di ogni specie, senza tralasciare nemici a volte più pericolosi e veri come il germe malato della nostra società contemporanea, sette neonaziste, trafficanti d’armi e spregiudicate multinazionali.
Così il tema principale viene reso moderno e attuale, più vero e quindi dolorosamente reale. I vampiri vivono tra noi e non è facile riconoscerli, essendo ben lontani dal tradizionale cliché del succhiasangue avvolto in un mantello rosso che si trasforma in pipistrello, e dal vampiro romantico alla Dracula di BRAM STOKER, avvicinandosi più al figlio della notte postmoderno sulla linea di ANNE RICE e LAURELL K. HAMILTON.
A rendere il soggetto di estremo interesse è l’abilità degli autori nel miscelare horror, narrativa gotica e letteratura fantastica europea, da HOFFMAN a KAFKA, da LEO PERUTZ a M.R. JAMES, con il moderno cinema d’azione di JOHN CARPENTER, cosparso qua e là da tratti che s’insinuano nel sociale, rendendo il tutto più credibile e vicino alla realtà. Il male dunque acquista nuova vita nel nostro mondo, il male è dappertutto e ci circonda. Motivo per cui in Dampyr gli scenari proposti sono quelli del nostro tempo, dove mostri e personaggi hanno atteggiamenti tipici dei giorni nostri, trasportati con disinvoltura dal caldo torrido delle coste africane ai colori e ai ritmi delle più belle città europee, dalle pianure del Po alle scogliere delle Highlands.
Dampyr è quindi, per stessa ammissione degli autori, un fumetto horror, ma è semplicistico ridurlo ad una sola categoria. Infatti i diversi filoni narrativi che s’intrecciano ai continui riferimenti ad avvenimenti, luoghi e personaggi reali, ci permettono di riscontrare una certa vena storica e d’attualità. Prendiamo ad esempio i n° 52 e 53 (“La maledizione di Varney” e “I misteri di Napoli”), dove troviamo come protagonisti i famosi scrittori Lord Byron, Percy Shelley, Mary Godwin e il dottor Polidori, ripercorrendo assieme a loro i giorni passati nella residenza di Villa Diodati, in Svizzera. O il n° 45 “Il vampiro di Highgate” dove, come già evidenzia il titolo dell’albo, viene narrata la vicenda che interessò l’Inghilterra negli anni 70, cambiando nome ai personaggi interessati.
Dampyr affronta spesso scottanti tematiche sociali, senza dare giudizi o schierandosi verso una o l’altra parte. Temi forti come lo spettro di una dittatura o le guerre civili che infestano il nostro mondo. Ad esempio nei n° 69 e 70 (“I giorni del Condor” e “Nel deserto di Atacama”), gli autori si confrontano con la dittatura cilena, dove l’Operazione Condor (il terribile patto di collaborazione tra CIA e giunte militari sudamericane) prende il nome proprio dal Maestro della notte che organizzò segretamente il golpe dell’11 settembre 1973, rivivendo insieme gli ultimi momenti di vita del presidente Salvador Allende durante la resistenza alla Moneda.
Piccola curiosità: come nella migliore tradizione dei fumetti Bonelli, sfogliando le pagine di Dampyr possiamo riconoscere dei volti famosi. Questo accade perché i disegnatori, a volte gli autori stessi, decidono di rappresentare alcuni personaggi con le fattezze di gente famosa quali attori, cantanti, scrittori ecc… Nel nostro caso, per il protagonista della serie, Boselli e Colombo si sono ispirati alla fisionomia dell’attore RALPH FIENNES, scelta azzeccatissima: nel film Strange Days interpreta la parte di Lenny Nero, un duro per necessità, una sorta di eroe-antieroe che inizia da perdente riscattandosi poi nel finale. Per il volto di Tesla, in virtù della sua grinta, è stata scelta la cantante ANNIE LENNOX; Emil Kurjak invece ha il viso del bel GEORGE CLOONEY e Caleb Lost è nientepopodimenoché… il duca bianco DAVID BOWIE!! Ma le somiglianze non finiscono qua, in molti albi si può trovare un personaggio con un volto famoso, ad esempio Amber Tremayne è Nicole Kidman, Anyel Zant è Keanu Reeves, Fred Richards/Richard Harris, Lamiah/Charlotte Rampling, Maud Nightingale/Diane Keaton, Lenny Meyer/Telly Savalas, Araxe De Kercadio/Madeleine Stowe ed altri ancora.
Veniamo ora alla storia.
Il primo numero di Dampyr, “Il figlio del diavolo”, si apre con lo scenario di un paese martoriato dalla guerra, terreno fertile per i perfidi Maestri della notte.
Emil Kurjak, alla testa di un manipolo di soldati, entra nel paese di Yorvolak, considerato un’importante punto strategico da difendere a qualsiasi costo, e subito, davanti a loro, si presenta l’immagine agghiacciante di un’atroce strage: l’intera popolazione decimata, strade e case piene di corpi orrendamente trucidati e mutilati. Nei militari s’insinua l’ipotesi che l’autore possa essere una creatura malefica, nonostante lo scetticismo di fronte al soprannaturale. Per il gruppo di miliziani esiste una sola possibilità per uscire vivi da Yorvolak: il Dampyr.
A qualche chilometro di distanza, Harlan Draka è tormentato da incubi ricorrenti dove rivive la propria nascita in un lago di sangue, contornata da tre vecchie donne che celebrano la sua venuta: è lui infatti il Dampyr, l’uccisore di vampiri.
Accompagnato dal giovane Yuri, vagabonda di paese in paese alla ricerca di presunti (ed inesistenti) vampiri, vivendo quindi sulle spalle di povera gente, sfruttando la superstizione e le credenze popolari.
Catturato dai miliziani guidati da Lajos, una sua vecchia conoscenza, Harlan è chiamato questa volta ad affrontare qualcosa di realmente pericoloso, e a nulla serve la confessione di fronte a Kurjak di essere in realtà un truffatore che si guadagna da vivere grazia alla nomea che si porta dietro sin da piccolo: il figlio della strega.
Lasciato solo ad affrontare i misteriosi assassini assetati di sangue, Harlan viene davvero attaccato da un branco di vampiri guidati da Tesla, e con sua grande sorpresa scopre che il sangue colatogli da una ferita è letale per i vampiri, e scioglie le loro carni. È la prova della sua natura di Dampyr.
Tesla viene catturata e imprigionata da Harlan all’interno di una chiesa ma, al posto di ribellarsi al cacciatore di vampiri, decide di aiutarlo, nella battaglia contro il branco di Gorka, il Maestro che la creò. Da quel momento in poi, Harlan, Kurjak e Tesla si troveranno uniti a combattere i principali nemici della razza umana, i Maestri della notte.
Cosa spinge Harlan e i suoi compagni a coalizzarsi per combattere i potenti supervampiri? Ognuno ha le proprie motivazioni, Tesla ha finalmente ritrovato la libertà perduta grazie ad Harlan, e nutre un forte odio verso la razza che si servì di lei facendola diventare un “mostro”; mentre Kurjak, dopo aver vendicato il massacro del suo plotone, ha capito che l’unica guerra che può ancora combattere è quella contro le forze del male.
Per Harlan invece le motivazioni sono diverse. Essendo un essere “mitologico”, il solo in grado di uccidere i Maestri della notte, si sente innanzitutto in dovere di distruggere le creature che opprimono il genere umano. Oltre a questo, in lui risiede un profondo odio nei confronti del padre, il Maestro della notte Draka, che ritiene responsabile della morte della madre e che ha giurato di annientare come tutti i suoi simili. Ma sarà veramente odio? E soprattutto: quando si troverà faccia a faccia con il padre, avrà il coraggio di ucciderlo?
Harlan Draka è il figlio del vampiro, per metà uomo, dal sangue “stregato”. Psicologicamente è una figura complessa e in continua evoluzione; è cinico, disincantato e tormentato dagli incubi. È in pratica una sorta di eroe-antieroe, non il classico “buono sempre e comunque”. La sua duplice natura divisa tra il Bene e il Male non lo aiuta di certo, ponendolo spesso a di fronte a interrogativi ai quali non sa a dare risposta: perché è stato creato? avrà fatto la scelta giusta alleandosi alla squadra del Bene?
Dopo ogni albo, Harlan acquisisce sempre maggior coscienza dei poteri derivatigli dal sangue speciale che gli scorre nelle vene: nonostante sia nato nel 1945, dimostra al massimo 25 anni perché il suo corpo invecchia molto lentamente e le ferite, anche le più gravi, si rimarginano in tempi brevi. È molto più veloce di un uomo, può vedere attraverso le illusioni dei Maestri e, di tanto in tanto, seppur con disgusto, succhia il sangue dei vampiri o dei Maestri che uccide per carpirne le conoscenze.
Quali altri poteri scoprirà in futuro?
Tesla è la sexy vampira ribelle del gruppo che si allea al Dampyr nonostante faccia parte dei figli della notte. È una ragazza tosta, forte, determinata e sempre pronta a farsi in quattro per aiutare gli amici. Grazie ad Harlan, riscopre il lato umano e femminile del suo essere, e non nasconde di provare una forte attrazione per li Dampyr, fermata solo da quel sangue che per la bella vampira è veleno. Un forte legame la avvicina anche a Kurjak, il suo soldatino preferito, con il quale comincia una storia d’amore nel n° 64 “I sogni di Lisa”, nonostante sia ancora probabilmente innamorata di Harlan.
Emil Kurjak è l’unico personaggio “totalmente” umano del terzetto. Inizialmente scettico sull’esistenza dei vampiri, si ricrede dopo l’intervento di Harlan (che lo ha salvato dal branco di Gorka) e l’incontro con Tesla.
È il duro per eccellenza, un soldato tutto d’un pezzo sempre pronto all’azione e ad imbracciare il Kalashnikov, ma non è il classico “Rambo” tutto muscoli e niente cervello. Sotto la scorza del duro soldato si nascondono un cuore d’oro e un particolare gusto per la lettura e per l’arte, tant’è vero che prima della guerra sognava di diventare un bibliotecario. Testardo, scettico e lamentoso (sottolinea sempre di essere l’unico umano dei tre, e quindi quello maggiormente a rischio), non perde mai l’occasione di stuzzicare la sorellina di sangue Tesla, della quale è segretamente innamorato.
Spesso e volentieri, Harlan, Kurjak e Tesla vengono affiancati a personaggi più o meno importanti che lasciano un segno, alcuni esauriscono subito la propria parte (è la dura legge del fumetto) ed altri invece tornano ad aiutarli in altre avventure.
Uno di questi è Caleb Lost, un Amesha. Cos’è un Amesha? È un angelo, anzi una Potestà, che prende sotto le sue ali protettive Harlan Draka e compagni per guidarli nella lotta contro le forza del male. Sede operativa di Caleb Lost è Praga, più precisamente il Teatro dei Passi Perduti nell’isola Kampa, dalla quale non si può muovere per alcun motivo.
Di primo acchito sembra un personaggio freddo e distaccato, con l’aspetto saccente e da primo della classe, ma non è proprio così. Durante i secoli trascorsi vicino agli uomini, ha scoperto nuovi e più profondi significati alle parole amore e amicizia, e per lui Harlan, Kurjak e Tesla sono più che semplici collaboratori, sono degli amici, i migliori.
Nikolaus è l’agente operativo della Squadra del Male a Praga. Lo potremmo definire un Angelo caduto in disgrazia, che ha perso la conoscenza angelica. A dispetto della squadra per cui lavora, non è un nemico vero e proprio. Infatti spesso e volentieri collabora con Harlan e Caleb Lost per salvaguardare l’equilibrio. È in pratica una sorta di doppiogiochista che spesso si schiera contro i suoi superiori, e in particolare Nergal, per non far prevalere il Male nella sua città. Sa che se questo dovesse succedere verrebbe a mancare tutto ciò che ha imparato ad apprezzare e amare durante i secoli trascorsi tra gli uomini, come la musica, le donne e la bella vita. Si è quindi molto umanizzato, a differenza dei suoi “colleghi”, tanto da mantenere rapporti di amicizia con famosi scrittori come Kafka, Meyrink e gli altri del Café Arco, e da innamorarsi della bella Matylde Prusova, alias Madame De Thebe l’indovina.
Nergal è un Maestro della notte tra i più vecchi e potenti di cui si ha conoscenza. E non solo questo… Dopo aver stretto un patto con le potenze infernali, ha acquistato nuovi poteri diventando Capo della polizia infernale. Acerrimo nemico di Caleb Lost, con il quale ha un conto in sospeso, e del Maestro della notte Draka, il padre di Harlan, dopo aver cercato invano nei modi più subdoli di portare il Dampyr dalla sua parte, decide di eliminarlo senza però mai scoprirsi apertamente.
Draka è il padre di Harlan ed è uno tra i Maestri della notte più potenti. Il perché abbia generato un Dampyr, nonostante rappresentasse una minaccia per la sua razza, è ancora un mistero. Voleva forse dotarsi di un’arma in più contro i suoi nemici? O aveva semplicemente bisogno di placare con un figlio (dalla donna amata, anche se umana) quella solitudine che caratterizza gli esseri immortali?
Non ha mai considerato il genere umano come semplice cibo, nutre un profondo legame con la Transilvania, il suo territorio, e ama la sua gente tanto da essere pronto a tutto per aiutarla, senza sfruttarla. Draka è quindi diverso da tutti gli altri Maestri, capace di profondi sentimenti come l’amore, la passione e persino l’amicizia (quella per esempio che lo legava al famoso Vlad Tepes, lo storico Dracula).
Nonostante le diverse tematiche horrorifiche di Dampyr, i principali cattivi rimangono i Maestri della Notte, una stirpe di supervampiri venuti da un pianeta morente, che da millenni abita il nostro mondo nutrendosi del sangue degli abitanti, approfittando di guerre e dittature per imporre un “invisibile dominio” sul genere umano. Parlo di “invisibile dominio” perché i Maestri della Notte hanno una regola di famiglia per la quale non devono esporsi troppo agli umani, se vogliono continuare ad agire indisturbati mantenendo il potere.
A differenza dei classici vampiri della tradizione, del cinema e della letteratura, i Maestri non temono la luce del sole, i crocifissi, l’aglio, l’acqua benedetta, i paletti di frassino e tutto ciò che secondo la cultura popolare dovrebbe uccidere i figli della notte. Solo uno scontro diretto con un Dampyr può causare loro la morte. Non sono però degli esseri immortali, anche se la loro longevità è nell’ordine dei millenni, e le cellule ferite in occasionali scontri fratricidi si rimarginano istantaneamente.
Estremamente egocentrici ed individualisti, tra loro non vanno molto d’accordo, e i rapporti sono rari e violenti; per questo ogni Maestro ha un territorio di caccia e un proprio branco di non-morti.
La tradizione viene richiamata, seppure in parte, dagli schiavi degli arcivampiri, i non-morti, semplici esseri umani trasformati in vampiri che entrano a far parte del branco del proprio padrone. Essendo creature dei Maestri della notte, i non-morti hanno limitazioni enormi: temono la luce del sole, possono essere uccisi con un paletto nel cuore, decapitandoli o dandoli alle fiamme, non possono generare altri vampiri e sono totalmente succubi del “padre”, finché questi è in vita.
In definitiva, non siamo di fronte ad un fumetto di solo svago e divertimento ma a qualcosa di più. Dampyr è duro, malinconico, tragico, tenebroso, sconvolgente e impegnato. È la nuova dimensione dell’horror, del gotico e del noir. Provare per credere.