Estasia è il mondo delle nostre speranze, creato da tutto ciò che di puro e buono caratterizza l’animo umano. Un secondary world dominato dalla bellezza e dalla pace, ma anche terribilmente fragile, come lo è la realtà da cui esso nasce e si sviluppa: se l’umanità perde di vista i valori positivi della vita, Estasia si ammala e si spegne, come un giardino ricco di sorgenti che a poco a poco vede il loro corso ostruito da detriti e rifiuti.
Danny Martine è un ragazzo che desidera Estasia, ma ancora non lo sa. Vive la propria adolescenza, già segnata da situazioni dolorose, rifugiandosi in un luogo tutto suo, preludio di un mondo tutto suo. E questo universo particolare, un bel giorno lo riconosce e lo chiama a sé. Il suo compito non è facile: lui è il Bianco Prescelto, l’eroe che dovrà risvegliare la Regina Dharma, signora di Estasia, dal Sonno del Nonquando, nel quale essa è precipitata dopo che il Male ha iniziato la distruzione del suo reame incantato. Nove pietre (le Nove Luci, simboli di altrettante virtù), sono state rubate o perse: vanno trovate e rimesse nella corona d’oro e di gemme che cinge la fronte della regina addormentata.
Con molti dubbi e perplessità, Danny comincia il suo viaggio pieno di insidie. Al suo fianco, troviamo la presenza incorporea ma rassicurante di Cathbad, mago saggio dai poteri straordinari, e due compagni in carne ed ossa: Coran, la bianca pantera alata, fedelissima alleata di Dharma, e Bolak, un curioso essere “rettiloide” che si dimostra prezioso pur con la sua indole verbosa e pasticciona.
La ricerca delle pietre non sarà semplice; tuttavia, attraverso la sua quest, il giovane protagonista non solo viene guidato alla scoperta di Estasia e delle molteplici creature che la popolano, ma intraprende anche un viaggio di crescita dentro se stesso: la sua evoluzione interiore procede di pari passo con l’iniziazione alle forze arcane che permeano i vari aspetti, luminosi e oscuri, della terra in cui è approdato.
Le avventure non si fanno attendere: già nei primi capitoli, mostri d’Aria, d’Acqua e di Terra sottomessi al malvagio Disperio (personificazione del Male) si oppongono a creature del Bene tenacemente impegnate nello scongiurare la distruzione del magico mondo che le ospita. Secondo uno schema puntuale, il ritrovamento di ogni pietra porta con sé uno scontro e un incontro: il Bianco Prescelto ottiene la Luce Blu della Verità risolvendo un difficile indovinello e ricava informazioni determinanti da Amos, il Grande Saggio di Estasia; conquista la Luce Viola della Lealtà combattendo contro l’infida Scacchiera Mutante e guadagna dalla sua parte il musico Eufonio, alleato coraggioso nelle vicende a venire; strappa la Luce Rossa della Speranza alla malvagia Strega delle Illusioni e incontra il Popolo di Imena, coraggiosi topini che gli affideranno la loro arma più importante. E così via…
Le prove da superare non coinvolgono solo creature malvagie corrotte da Disperio, ma anche scenari e personaggi carichi di significato allegorico, capaci di rappresentare le paure e le debolezze che mettono alla prova ognuno di noi. C’è ad esempio la città di Melòdia, privata di ogni musica e colore dalla Nebbia Frenesia, “il rumore del disaccordo”, ovvero la nemesi dell’Armoniosa Assonanza che nasce dalla generosità e dai buoni sentimenti. Oppure il maniacale panico di Zifio, solitario abitante della Terra dei Sogni, nel quale però “tutti i sogni sono svaniti lasciando il posto alle paure”. E anche la sete di potere di Smeriglio, l’uomo falco che ha tradito la sua regina per le facili promesse del Male.
Inesorabilmente il tono della narrazione cambia, passando dalla mera ricerca del sense of wonder ad uno spessore più maturo e cupo; l’influsso malefico di Disperio corrompe anche Elementi e Stagioni. Il confine tra i due mondi, quello fantastico e quello reale, si fa molto sottile: la Natura violata di Estasia e la sua rivolta selvaggia costituiscono un forte riferimento alla Terra, dove responsabile della profanazione è l’umanità intera.
Il Prescelto affronterà la sua battaglia conclusiva nel cuore della fortezza di Disperio: il Castello dell’Inverso. Esso è strutturato come l’inferno dantesco, nel quale ogni “girone” simboleggia gli aspetti più oscuri e dolorosi dell’animo umano: la prevaricazione dell’istinto sull’intelletto, dell’inganno sulla lealtà, del preconcetto sulla verità, della vendetta sul perdono, rappresentati da spettri ingannevoli e creature mostruose senza testa e senza occhi.
Tuttavia, quando ogni cosa sembra perduta, il giovane eroe ritroverà al suo fianco coloro che l’hanno aiutato durante il viaggio, e che lo sosterranno fino al confronto finale. Il combattimento tra Danny e Disperio è in realtà la lotta interiore del protagonista con la sua stessa parte oscura, quella sepolta più o meno profondamente in ciascuno di noi, e la vittoria del Prescelto rappresenta la decisione di volgersi al bene, affidandosi alla speranza. Infatti è Speranza, la Nona Luce, nascosta segretamente nell’animo del protagonista, a risvegliare la regina Dharma determinando la sconfitta del Male e ripristinando l’Armoniosa Assonanza, cioè quell’unione intima che consente alla Realtà di non smarrire più l’altra metà di se stessa: la Fantasia.
I possibili richiami che vengono alla mente leggendo questo libro sono molteplici. L’associazione alla Storia Infinita di Ende sorge spontanea, pensando a Estasia e a Fantàsia, all’Amuleto di Cristallo e all’Aurin, a Dharma e all’Infanta Imperatrice. Tuttavia la zoologia fantastica che Francesco Falconi ci presenta nel suo libro non è popolata solo da metafore essenziali, ma rappresenta anche le caratterizzazioni di tutto ciò che la mente di un bambino arriva a immaginare con gioia: figure ricche di vita accanto ad archetipi dotati di una componente molto umana. Forse è per questo che molti dei personaggi ci appaiono quasi Disneyani. Bolak è un po’ come Timòn e Pumba, i compagni del Re Leone; Coran come Bagheera, ne Il Libro della Giungla. E poi granchi parlanti, tartarughe giganti e sirene vanitose dai capelli blu, terribili meduse, ragni ferocissimi e mostri alati…
In sostanza, se “il fanciullino che è in noi” molte volte resta sepolto nel crudo materialismo della quotidianità, qui davvero vede spalancarsi una magica opportunità per mettere le ali. Il merito è anche di un linguaggio scorrevole e dalla presa immediata, che non indulge a nomi astrusi o eccessivamente stranianti. Alcuni dettagli appaiono forse troppo ingenui: il Libro di Magia sembra avere una risposta a tutto o quasi, un po’ come il Manuale delle Giovani Marmotte, e l’Amuleto di Cristallo giunge puntualmente a trarre d’impaccio i nostri eroi nelle situazioni più difficili. Ma la spontaneità della narrazione rende comunque queste soluzioni pienamente godibili, e magari spiegabili con una sorta di “disegno superiore” ancora da svelare.
Estasia è un libro da leggere sognando ad occhi aperti quando si è molto giovani, lasciandosi trasportare senza paura da un senso del fantastico che davvero apre la porta di nuovi mondi. Ma anche quando si è più maturi, e già si è avuta esperienza del Panico, della Nebbia Frenesia, del Tradimento, del Dubbio, con tutto il loro pesante carico nella vita di ogni giorno.
Un racconto positivo e gioioso, quindi, nel suo modo di rappresentare difficoltà, speranze e pericoli che assediano l’animo umano; e di suggerire la soluzione, affidandosi, senza pedanti moralismi o impossibili filosofie, alla semplicità dei buoni sentimenti e dei valori veri. Valori da riscoprire certo con la cognizione dell’impegno e della determinazione necessari, ma anche con la certezza di fare la cosa giusta. Una storia pulita, ricca di colori e di immagini vivide, di fronte alla quale un pubblico giovane e meno giovane non può che sognare.