Grazie all’avvento della banda larga, e in forza di una maggior efficienza dei formati di compressione audio e video, in Italia come nel resto del Mondo si sta sempre più diffondendo, nel panorama dei più esigenti appassionati di animazione nipponica, il fenomeno del fansub.
Il termine è formato dall’unione delle due parole inglesi “fan” (appassionato) e “subtitle” (sottotitolo), e indica un qualsiasi audiovisivo in lingua originale cui siano stati aggiunti, da parte di un gruppo amatoriale, i sottotitoli in una lingua diversa.
I fansub sono quindi prodotti direttamente da appassionati per altri appassionati, al di fuori dei tradizionali circuiti distributivi di audiovideo.
La quasi totalità dei fansubber si occupa di sottotitolare (in gergo “fansubbare”) sia le serie anime televisive che le produzioni OVA e i lungometraggi; una modesta – ma non meno importante – parte di essi si concentra invece sugli “action movie”, ossia i film o le serie ispirati a note opere di animazione e interpretati da attori in carne ed ossa. Le tecniche di fansub sono varie – ogni gruppo segue una strada propria – ma, in ogni caso, comprendono i seguenti passi-chiave…
Acquisizione del RAW-Video, vale a dire il reperimento di un formato video “naturale” e del tutto privo di meta-dati, quali ad esempio testata (header) o coda (tail), e non elaborato in alcun modo da algoritmi di compressione, per garantire l’alta qualità della “sorgente” da elaborare.
Traduzione dei dialoghi e degli eventuali “cartelli” presenti nelle varie scene, una fase che comporta molto dispendio di energie e soprattutto di tempo. Per principio si dovrebbe tradurre direttamente dal dialogo giapponese, ma spesso – almeno in Italia – si preferisce utilizzare dei testi precedentemene tradotti in altra lingua, di solito l’inglese. Questo riciclo facilita il traduttore, che così non è obbligato a conoscere una lingua ostica come il giapponese, sebbene comporti il rischio che eventuali errori presenti nella prima traduzione si trovino ripetuti anche nella successiva.
Timing, ossia l’associazione al dialogo del testo tradotto, per ottenere sottotitoli il più possibile sincronizzati al labiale dei personaggi, e favorire una comoda lettura anche laddove le frasi del dialogo fossero molto articolate e di conseguenza il testo sovrimpresso lungo da leggere. Questa fase può includere anche un riadattamento della traduzione, per una maggior scorrevolezza e una miglior aderenza alla tempistica dei dialoghi. La maggior parte dei gruppi propone inoltre il karaoke delle sigle di testa e di coda, e relativa traduzione. Dal timing si genera il “softsub”, il file matrice che contiene tutte le informazioni sui testi e sui tempi di scorrimento in sovrimpressione. Il processo a questo punto è formalmente concluso: al RAW-video è stato associato un secondo file, la matrice, che gestisce i sottotitoli. In effetti, per i gruppi che creano softsub, il lavoro sarebbe concluso; in realtà, di solito, si procede con una ulteriore quarta fase, e una quinta.
Applicazione del softsub al RAW-video e compressione, cioè la sovrimpressione al video, in modo permanente, del testo tradotto, e la successiva compressione per ottenere un unico file direttamente fruibile da parte dello spettatore.
Quality check: è una fase attualmente opzionale per molti dei nostri gruppi di fansubber, ma decisamente utile, svolta su un prodotto ulteriormente compresso, di solito su un file che pesa circa la metà di quello che verrà infine diffuso. Consiste nel controllo complessivo della qualità del tradotto, con ricerca di possibili errori ortografico-grammaticali, deficienze del timing e qualsiasi altra cosa fosse precedentemente sfuggita.
I gruppi di fansub utilizzano normalmente, quali canali distributivi, le reti di file sharing, alle quali viene di solito affiancato un sito web, un forum e/o un canale IRC, per tenere informati gli utenti sulle varie iniziative, sui nuovi rilasci (releases) di episodi o sull’abbandono (drop) di progetti in corso. Esistono inoltre siti web più generali che aggiornano sulle novità provenienti dal mondo dei fansubber e sulle produzioni artistiche provenienti dal Sol Levante, tramite RSS e Atom.
Il movimento del fansub rappresenta per gli appassionati il vantaggio di poter restare al passo rispetto al mercato degli anime in Giappone, di conoscerne quasi in tempo reale le novità, e sovente costituisce anche la sola possibilità di visione di un’opera, poiché la maggior parte delle produzioni giapponesi non raggiunge l’Europa, o, se avviene, spesso lo fa a distanza di vari anni e subendo censure e discutibili adattamenti.
Esiste un’importante convenzione, fra tutti fansubber e fra gli utenti che fruiscono del loro lavoro, che impone di interrompere il rilascio di un’opera non appena della stessa vengano acquistati i diritti commerciali nel paese ove il fansub è prodotto. Il fenomeno del fansub vorrebbe infatti non oltrepassare mai i, peraltro angusti, confini della legalità, cercando di non sovrapporsi ai canali di distribuzione ufficiali. Scopo del fansub è infatti unicamente quello di proporre materiale “fresco”, senza ledere i diritti legittimi dei titolari delle licenze, ma anzi in qualche modo fornendo anche a quest’ultimi un servizio utile, tastando il polso degli appassionati e generando intorno a determinate produzioni quell’interesse che possa poi fare da traino alla distribuzione ufficiale.
Nell’introduzione dei video, la maggior parte dei fansubber indica le principali case distributrici di opere simili a quella sottotitolata, chiedendo di supportarle economicamente acquistandone i titoli in catalogo. È importante precisare che tutti i fansub sono e devono essere rigorosamente gratuiti, ma pure che, ciononostante, il fansub resta un’attività non legale. Non ha rilevanza che l’operazione venga compiuta solo su quei prodotti di cui non vi sia ancora stata acquisizione di licenza, e che perciò, all’atto pratico, non danneggi gli interessi di nessuno: il Diritto d’Autore, infatti, subordina qualsiasi sfruttamento diverso dalla fruizione privata – consentita solo dietro acquisto del prodotto originale – alla concessione di un’apposita licenza. Non solo: a rigor di legge sarebbero proibite anche operazioni quali estrazione di video e audio da supporti originali (o da diffusioni autorizzate, ad esempio via etere) con la finalità di pubblico rilascio. La legge in vigore in Italia consente solo la copia privata per uso personale e senza fini commerciali, diretti o indiretti.
A livello squisitamente giuridico, la situazione è a dir poco imbarazzante. Va tuttavia detto che, considerata la diffusione limitata dei file audio-video e il loro bitrate di qualità relativamente bassa, i legittimi detentori del copyright, vale a dire case produttrici e autori, salvo rarissimi casi – che sollevano però scalpore fra gli appassionati -, sembrano tollerare questo fenomeno, proprio perché un buon riscontro del fansub può facilitare la successiva importazione ufficiale del prodotto da parte di operatori commerciali. Questa forma di tolleranza, tuttavia, non mette al riparo dall’Autorità Giudiziaria, la quale, qualora ricevesse notizia del reato, sarebbe tenuta all’esercizio dell’azione penale obbligatoria: il fansub può dunque non dar luogo a procedimenti civili per risarcimento dei danni, se chi di diritto non li richiede, ma a livello penale comporta sempre il rischio di subire una condanna, ai sensi delle normative vigenti.
A tal proposito esiste una differenza tra la distribuzione dei già citati softsub (due file separati, l’audiovideo e i sottotitoli) e quella degli hardsub (il file video unico, sottotitolato): i primi potrebbero rientrare infatti tre le “libere utilizzazioni” ai sensi della già citata normativa sui diritti d’autore, a patto che il rilascio al pubblico coinvolga solo i file contenenti i sottotitoli. Proprio per queste ragioni, spesso i gruppi che fanno softsub distribuiscono solamente il testo tradotto e sincronizzato, rimandando alle capacità del fruitore il reperimento dell’altro “pezzo”. Nella categoria softsub rientrano anche i video che utilizzano un solo file ma si avvalgono di particolari contenitori multimediali, quali per esempio il Matroska (*.mkv) e l’OGG (*.ogg), in grado di ospitare al loro interno il sottotitolo in un flusso separato dal video, quindi facilmente rimovibile. Il fattore più interessante nell’uso di questi multimedia è quello di potervi inserire video compressi con il codec H.264, invece dell’mpeg4, ottenendo un video in HD, ossia alta definizione. Questa pratica, anche se attualmente poco diffusa tra i fansubber, sta sempre più prendendo piede.
Fenomeno presente in Italia analogo al fansub, ma che da questo si discosta a livello – se vogliamo – “filosofico”, è quello della traduzione dei videogiochi per PC dall’inglese e/o – in misura minore – dal giapponese. Tipicamente, i giochi interessati appartengono ai generi RPG, azione, avventura; ossia quelli in cui i dialoghi risultano fondamentali nell’uso e nella comprensione. Per questi prodotti interattivi, il gruppo di traduzione rilascia in periodi successivi le cosiddette patch (pezze), dove vengono aggiunti i nuovi dialoghi in ordine alla trama principale, i dialoghi opzionali (ossia inerenti a quelle parti di gioco facoltative o nascoste) ed eventuali correzioni degli errori di battitura o riadattamenti che il gruppo sceglie di apportare. All’interno di queste patch sono contenute anche le traduzioni dei cartelli e dei nomi di eventuali oggetti; questo adeguamento alla lingua del giocatore, chiamato “localizzazione”, comporta un vero e proprio hacking del software di gioco ma, è bene precisare, della sola parte grafica. Le patch possono contenere anche modifiche essenziali alla trama o alla giocabilità, con l’aggiunta ad esempio di personaggi, o con l’attivazione di modalità di gioco prima non disponibili.
Un fenomeno completamente staccato dal fansub, ma che da quest’ultimo trae(va) vigore, è rappresentato dalla diffusione via internet di album musicali riguardanti titoli anime e, in misura minore, videogiochi e musica J-POP (Japanese-POP).
Per contrastare questa diffusione, al limite della legalità, sono nati portali musicali e web radio (“Kawaii Radio” in primis, ma anche molte altre) dove si offre gratuitamente la possibilità ai visitatori di ascoltare – ma non di scaricare – musica tematica J-POP, Anime OST e Game OST (dove per OST s’intende “Original Sound Track”) e contestualmente di acquistare i CD-Audio tramite portali di e-commerce quali Amazon.com o Play.com.
L’importanza del Fansub, quindi, deve essere inquadrata anche e soprattutto in un’ottica promozionale, come strumento propedeutico alla diffusione commerciale di tutti questi citati prodotti.
Emblematico è il caso della serie televisiva Nana, tratta dal manga omonimo di AI YAZAWA pubblicato sulla rivista “Cookie” edita dalla SHUEISHA, arrivata nel nostro paese tramite DYNAMIC ITALIA sull’onda del successo riscosso tra i fruitori del fansub, ormai ovviamente e giustamente ritirato.