Getalive

Nel 2011 un gruppo di appassionati di cinema e di giochi di ruolo dal vivo provenienti dalle associazioni Clavisomni, Gruppolucenera e Babele Filmica decide di raccontare la sua grande passione in una serie di brevi video a zero budget, da diffondere in streaming. Dopo una fase di casting realizzata nel corso di manifestazioni dedicate al fumetto, al cosplay e alla rievocazione storica, le riprese finalmente iniziano, e nascono così i primi tre episodi pilota: Getalive – Legami, Getalive – La Chiamata, Getalive – Il Tesoro. L’alto numero di visualizzazioni, oltre a premiare l’impegno dei giovani professionisti, richiama l’attenzione dello staff di Eppela e del Lucca Comics and Games. Gli organizzatori della celebre fiera del fumetto si interessano al progetto patrocinano la raccolta dei fondi necessari per proseguire; il terzo capitolo viene diffuso 19 marzo 2015 proprio in concomitanza con l’apertura della fortunata campagna di crowdfunding.

Getalive è una web serie comica che racconta con dissacrante e affettuosa ironia le vicende appunto di alcuni giocatori di ruolo dal vivo. Filippo (Francesco Gori) è il protagonista principale: uno stagista tiranneggiato dal caporedattore, e alle prese con un rapporto sentimentale entrato in crisi. Un giorno, dopo che la sua compagna ha inventato l’ennesima scusa per non vederlo durante il week-end, viene fatto ubriacare dal cugino metallaro Loris (Duccio Mantellassi), e quando collassa vittima dell’ennesimo bicchiere, viene rapito con la complicità dell’esperto giocatore Ugo (Marcello Sbigoli).

Il povero Filippo si risveglia nel bel mezzo del bosco e nel pieno di una partita gdr, ritrovandosi così costretto a partecipare al live pur essendo completamente a digiuno tanto del gioco quanto del genere fantasy in cui è ‘ambientato’. Goffo e inesperto come è, combina un sacco di guai, tra le vivaci reazioni dei compagni di squadra, primo tra tutti il nerd Kevin (un Alessandro Patrizi vagamente somigliante a Umberto Bossi). Il quartetto dovrà vedersela con gli orchi e con altri due personaggi: la giocatrice di vecchia data Sara (Elena Talenti) e la misteriosa Ramona (Azzurra Rocchi).

Dire Getalive è po’ come dire get-a-life, ‘fatti una vita’, ma suona anche come ‘sopravvivi’ (get alive), ed è quanto fanno o cercano di fare i giocatori. Tutti vivono esistenze ordinarie e cercano occasioni di divertimento per evadere in modo sano da una realtà non sempre appagante.

Vita reale e sessioni di gioco dal vivo si alternano sullo schermo. Flashback e dialoghi azzeccati suggeriscono il grande bisogno di sognare e di sopravvivere alle frustrazioni di un presente poco esaltante. Le battute a volte esplicite e la parlata pratese conferiscono realismo a situazioni altrimenti paradossali. La volgarità non è un facile mezzo per suscitare grasse risate o accattivarsi le simpatie dei giovanissimi: al pari delle trivialità diffuse nei poemi epici e comici del Seicento, sottolinea la distanza talvolta dolorosa che separa l’umile vita quotidiana e l’esistenza epica agognata dai giocatori.

Ciascuno dei protagonisti è allo stesso tempo Don Chisciotte e Sancho Panza, e nel gioco di ruolo trova un modo per conciliare sogni e bisogni, con naturalezza. Tra spade finte e improbabili magie, il giocatore riflette sui vari ruoli che nella vita si è obbligati a ‘interpretare’, può scoprire i propri desideri più autentici e risolvere con positiva creatività situazioni problematiche. Il live diviene palestra di vita, e può condurre alla consapevolezza e alla maturazione, in un clima di goliardica spensieratezza.

Tutti i personaggi rappresentano i più classici stereotipi di giocatori, già descritti nel lontano 1992 da Luca Giuliano ne La Maschera e il Volto. La web serie ovviamente ironizza sui luoghi comuni legati alla cultura nerd, esasperandone pregi e difetti. Raccontare uno stile di vita così inusuale a persone ignare, oppure prevenute, è un compito difficile. Anni or sono, un film televisivo americano, Labirinti e Mostri (Maze and Monsters), accusò il gioco di ruolo di spingere i giovani alla follia, allo sdoppiamento della personalità, al satanismo. Gli argomenti venivano porti con tanta ingenuità da suscitare sorrisi negli spettatori più smaliziati. Un’apologia troppo esplicita avrebbe comportato reazioni analoghe, così Getalive sfrutta l’arma dell’umorismo. Il mondo dei nerd viene rappresentato con toni affettuosi ed autoironici: davanti ai problemi della vita, è una delle molte risposte possibili.

Proprio per avvicinare i neofiti, la serie adotta apparentemente il punto di vista di un ‘niubbo’ ovvero di un principiante. Un secondo punto di vista, stavolta esterno, è quello del regista, e degli spettatori che sanno ‘che si parla di loro’.

In un gioco di incastri analogo per molti versi a quello inscenato nel telefilm Heroes, si delineano personaggi paradossali eppure convincenti e verosimili, supportati da una buona recitazione. La breve durata di ogni episodio obbliga la sceneggiatura ad andare dritta alla meta. I tempi ristretti limitano di fatto la possibilità di indagare sulla loro psicologia, e di conseguenza la caratterizzazione è affidata a quel poco che possono dire, e alle immagini. Ogni sequenza appare curata, con inquadrature sempre funzionali al dipanarsi della vicenda, assistite da un’azzeccata colonna sonora e da una fotografia professionale.

Questa web serie ha poco da spartire con certe produzioni amatoriali, dirette con mano insicura, interpretate da volenterosi abbigliati alla meno peggio e rivolte quasi esclusivamente a una platea di fan. Si distacca insomma dalle ennesime produzioni giovanili, e, grazie anche alla bella confezione, riesce a stuzzicare l’interesse dei cinefili. Non è un caso fortuito se gli sforzi del team sono stati doppiamente ricompensati: la serie ha vinto il Rome Web Awards, e la campagna di raccolta fondi ha raggiunto il budget prefissato.

Getalive vi trascinerà dentro un mondo magico, epico, un po’ folle, praticamente irresistibile. Se conoscete fin troppo bene l’argomento, tuffatevi nella serie e sorridete, si parla di voi!