Higurashi no Naku Koro Ni

Higurashi no Naku Koro ni

Hinamizawa è un piccolo paese di campagna circondato da alte vette, verdi d’estate e innevate d’inverno. La sua popolazione, prevalentemente gente contadina, vive pacifica di ciò che la terra può offrire. Un incantevole e tranquillo luogo, caratterizzato da panorami ricchi di particolarità e da profumi capaci di riempire l’anima di allegria.

Ispirata alla località rurale di Shirakawa nella prefettura di Gifu, Giappone (già dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità), Hinamizawa prende in prestito da questo borgo fermo nel tempo la ricca ambientazione naturale, le stesse strane case dal tipico tetto spiovente risalenti al XVIII secolo denominate gassho-zukuri (grazie alle quali il reale paesino rurale ha riscontrato una rinascita turistica circa trent’anni fa ed è oggi una delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo). Non solo: è anche un luogo eccellente per osservare uccelli e altri animali selvatici.

Keiichi Maebara, il protagonista della vicenda, si è da poco trasferito ad Hinamizawa; frequenta le medie nella piccola scuola del paese, dove le classi non sono suddivise per età e gli studenti più grandi – fra cui Keiichi – spesso coadiuvano gli insegnanti nel loro compito di docenza, assistendo chi rimane indietro con il programma e sorvegliando i più piccoli.

Keiichi è un ragazzo carismatico, curato nell’aspetto e abbastanza disinvolto da riuscire a farsi subito nuove amicizie, legando in particolare con le sue compagne di classe Rena Ryūgū, Mion Sonozaki e le piccole Satoko Hōjō e Rika Furude. Si forma un gruppo affiatato, dedito nel doposcuola a spensierate attività come giochi di carte o di società, o escursioni fra i boschetti nei dintorni del paesino.

A Hinamizawa Keiichi (ovvero Ke-Chan, come lo chiamano adesso le ragazze) trova insomma tutto ciò che un ragazzo potrebbe desiderare: libertà, divertimento, contatto con la natura e un “harem” di amiche.

Presto però, nella cittadina, cominciano a trapelare notizie di fatti strani…

Un giorno, al tramonto mentre si trova in compagnia di Rena nei pressi di una vecchia discarica in disuso, Keiichi incontra Jirō Tomitake, un fotografo freelance in cerca di qualche uccello selvatico da immortalare. Costui lo informa di un inquietante incidente avvenuto quattro anni prima durante i lavori di costruzione di una diga (poi interrotti): il ritrovamento di un cadavere smembrato.

Fortemente scosso dal racconto, Keiichi inizia a documentari su questo e altri misteriosi fatti, sempre collegati al progetto della diga la cui costruzione era stata molto osteggiata dagli abitanti del luogo.

L’indagine di Keiichi giunge a una svolta decisiva quando il ragazzo apprende che ogni anno, dal 1979 – l’anno degli “oscuri” eventi della diga –, si sono ripetuti un omicidio e la sparizione di una persona, mai più ritrovata, e che questi inspiegabili accadimenti hanno luogo sempre in concomitanza con il giorno del Watanagashi Festival, una festività annuale nella quale i cittadini di Hinamizawa fanno tributo alla divinità locale (Oyashiro-sama). Stando a una vecchia leggenda del posto, che narra di una maledizione, la persona che scompare verrebbe in realtà rapita dagli Oni, ossia dai Demoni locali.

Siamo nel 1983… Keiichi sarà presto scaraventato nel mezzo dei misteriosi eventi che circondano il Hinamizawa e il suo Festival, e scoprirà che le sue quattro amiche non sono ciò che sembrano…

Nonostante un “character design” (di KYUUTA SAKAI) molto kawaii, con personaggi che alle volte appaiono superdeformati per enfatizzare le situazioni buffe, Higurashi no Naku Koro Ni si distingue per essere una vicenda seria, complicata ed in grado di tenere incollati allo schermo gli occhi dello spettatore. Capace di momenti davvero inquietanti, questa serie è caratterizzata da colonne sonore azzeccate, da ambientazioni molto curate e ricche di particolari, e da scene ed inquadrature geniali, sia che si tratti di scorci di vita quotidiana che di momenti di tensione spasmodica.

Riguardo lo stile kawaii, la scelta di usarlo potrebbe sembrare strana, e fuorviare il pubblico nei minuti iniziali, o, addirittura, scoraggiarlo dal proseguire nella visione, eppure è proprio uno dei punti forti della serie; i personaggi risultano gradevoli e attraggono l’attenzione dando un’idea di tenerezza ed ingenuità, ma, indifesi e scherzosi nei momenti “felici”, riescono di punto in bianco ad assumere delle espressività vocali e facciali davvero inquietanti, nei momenti folli, lasciando letteralmente spiazzato lo spettatore e aggiungendo ulteriore tensione a quella già contenuta nella vicenda.

Per quanto concerne la scelta narrativa e il taglio di regia (CHIAKI KON), Higurashi no Naku Koro ni è una serie molto atipica: si svolge in quelli che io definirei “blocchi narrativi”, ossia mini capitoli formati da quattro/cinque episodi. Le risposte ai tanti interrogativi che emergono dalla trama vengono in parte fornite al termine dei singoli capitoli (che sotto questo aspetto possono ritenersi autoconclusivi), ma è poi il legame esistente fra i vari blocchi a offrire i pezzi mancanti per completare il puzzle.

Per concludere, Higurashi no Naku Koro ni è un’opera ottimamente concepita, che sa far leva sulla psicologia dello spettatore in modo intelligente e inaspettato, quindi in grado di trasmettere tensione e interesse. La perfetta integrazione delle sequenze distensive (e a tratti divertenti) e di quelle tese – a volte perfino macabre –, fanno di questo anime una vera perla. Senza dubbio un “must” per tutti gli appassionati del genere.

Ottime la sigla di testa “Higurashi no Naku Koro Ni” cantata da EIKO SHIMAMIYA e quella di coda “Why, or why not” cantata da HIROYUKI OSHIMA e REKKA KATAKIRI.