Intervista a Michel Omar B.
Fino a qualche tempo fa – un passato per nulla remoto – fare il fotografo significava divorare rullini classificati in base alla sensibilità DIN/ASA, allestire una camera oscura, portare pazienza per lo sviluppo…
E intervistare un giovane fotografo di talento dimorante all’altro capo del mondo implicava innanzi tutto riuscire a scovarlo, lavorando poi di appuntamenti per intraprendere lunghe e costose telefonate intercontinentali, e infine affidarsi al servizio postale aereo per ricevere plichi di foto da cui poter scegliere e mostrare le giuste immagini a corredo dell’intervista.
Oggi, fortunatamente, tutto questo è superato: attraverso il web, un fotografo può esporre il proprio talento di fronte a chiunque sia interessato a conoscerlo, rendendo i suoi scatti raggiungibili ovunque nel globo. Ecco come TdC ha potuto incontrare Michel Omar B., professionista dell’arte della fotografia e amante del genere fantastico. Naturalmente, dopo averne apprezzato le qualità, non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di fare quattro chiacchiere con lui e presentarlo così al pubblico italiano…
DAVIDE LONGONI | Bene Michel, per cominciare… come ti descriveresti professionalmente?
MICHEL OMAR | Sono un artista visuale e fotografo ventiquattrenne di Città del Messico. Il mio lavoro consiste principalmente nella realizzazione di ritratti e arte concettuale. Attualmente, accanto alla mia personale attività, sto seguendo insieme al fotografo Rodrigo Torres un progetto chiamato ‘Observatorio Studio’ basato su fotografia editoriale e commerciale.
Nel mio Paese ho la fortuna di lavorare con aziende e riviste molto creative, e con persone di gran talento; nel 2012 ho partecipato allo show televisivo IT, prodotto da MTV Brasile, in una puntata dedicata ai più importanti esponenti di art & fashion dell’America Latina.
DL | Come hai iniziato a scattare foto? Vuoi parlarci dei tuoi primi lavori?
MO | Ho iniziato in modo molto ‘sperimentale’… All’età di tredici anni ottenni un cellulare che incorporava una camera VGA e, come puoi immaginare, iniziai a fotografare qualsiasi cosa mi si parasse davanti: il cielo, gli alberi, i miei amici e perfino me stesso. La curiosità e la voglia di imprimere in queste foto le mie sensazioni sono cresciute spontanee, e ben presto decisi di prendere una camera migliore. A quel tempo le uniche persone che potevo ritrarre erano gli amici, così ho iniziato a creare concept partendo da questo, e da un ‘luogo’ ben noto a tutti noi: i sogni.
Dal nulla, queste foto cominciarono a divenire delle serie, e il mio obiettivo nello scattarle era uno solo: creare! Non pensavo a pubblicazioni o mostre, e non lo faccio nemmeno ora. Per me si tratta di espressione artistica: portare qualcosa in questo mondo, da una dimensione interiore, renderlo manifesto.
L’unico modo che trovai efficace per mostrare i miei lavori fu Internet, e così presi a caricare foto in una delle prime art community presenti nel web: DeviantArt. Le mie creazioni iniziarono ad attirare interesse, e uno dei primi frutti che ottenni da questa attenzione furono 5 mie fotografie in copertina di altrettanti libri dell’autore Andersen Prunty. In quel momento mi resi davvero conto che avrei potuto fare della mia passione un lavoro; decisi allora di studiare e diventare professionista, scelta che mi ha condotto qui dove sono ora.
DL | Possiamo quindi dire che la filosofia dietro le tue fotografie è rappresentata dalla pura esigenza di creare, di esteriorizzare.
MO | Sì; come dicevo in precedenza, il mio lavoro è regolato da una filosofia semplice, portare alla vita ogni idea che possa prendere forma nella mia mente: sogni, bellezza, visioni politiche, fantasie… Non mi piace concentrarmi su un unico tema; come creativo e fotografo devo essere capace di trasporre ogni idea in immagine, e per raggiungere questo scopo lavoro duramente.
DL | Dove trovi l’ispirazione per tutti i tuoi scatti?
MO | L’ispirazione giunge da ogni posto, ma la trovo principalmente nel surrealismo, nella fantascienza e nella cultura pop. Amo il fantasy come tematica, penso che il mondo sia troppo pericoloso per poter sopravvivere senza di esso. Così adoro ritrarre la gente in luoghi dove non si immaginerebbe possibile trovarsi.
Mi lascio anche ispirare dalla mia cultura, dai vecchi grandi artisti e fotografi del mio Paese, e dalla situazione che quest’ultimo sta attraversando, che sfortunatamente è triste. Ritengo che l’arte fotografica possa essere un’arma molto forte, uno strumento per raccontare alla gente ciò che accade.
DL | Quali sono le difficoltà che si incontrano nella scelta di un modello, di un soggetto, di una location…?
OMB | Penso che la cosa più difficile sia riprodurre l’idea esattamente come ce l’hai in testa. Ma cerco di non preoccuparmene troppo, e di lasciare che le cose scorrano in modo spontaneo: ci si stupisce di dove poi riescono a portare.
DL | Quanti sessioni fotografiche devi allestire per poter ottenere il servizio perfetto?
OMB | Solitamente basta una sola sessione, durante la quale scatto circa 300 foto, per trovare quella ottimale.
DL | Come scegli i tuoi modelli?
OMB | Ai primissimi tempi, i miei modelli erano di solito gli amici; lo sono ancora, ma adesso lavoro anche con varie agenzie della mia città, e la preferenza sul modello dipende dal tenore del servizio, dall’ispirazione…
Talvolta decido da solo, talvolta insieme al mio gruppo di lavoro.
DL | Nella tua presentazione web vengono citati vari albi, il primo dei quali è Filosofia Natural: cosa ci dici a riguardo?
OMB | Filosofía Natural è stata la prima serie che ho creato: l’ho terminata all’età di sedici anni, realizzandola partendo davvero dal nulla.
Ci sono voluti due anni di scatti ‘casuali’… poi improvvisamente mi sono accorto che quasi tutte quelle immagini condividevano lo stesso tema: la natura, reale o fantastica. Così decisi di organizzarle in una serie, e allestii la mia prima mostra.
DL | Passiamo a Espacio Revelación…
MO | È una serie focalizzata sulla fantascienza, ispirata da vecchi fumetti sci-fi, storie di UFO e dal biblico Libro della Rivelazione (NdR: l’Apocalisse di Giovanni); racconto anche storie su meteore e vita extraterrestre, pervase da un senso di malinconia. La serie è ancora in corso, e spero di esibirla a dicembre di quest’anno, qui a Città del Messico.
DL | Qual è il significato di Trueno Sobre México (‘tuono sopra il Messico’)?
MO | Creata in collaborazione con Rodrigo Torres, è una serie di immagini ispirata alla cultura messicana, alla lotta alla droga e alla storia del mio Paese.
Abbiamo un legame davvero speciale con questo progetto, in particolare per il fatto che una delle foto si è diffusa in modo virale, tanto da divenire parte del movimento di protesta studentesca autoproclamatosi ‘Primavera Messicana’, contro l’attuale Presidente (NdR: Enrique Peña Nieto).
Stiamo parlando di creare molto presto un Volume 2 di Trueno Sobre México.
DL | E ora ci racconti qualcosa di Espejismo (‘miraggio’)?
MO | Realizzato in collaborazione con il regista Diego Lomelín (il cui primo cortometraggio, Índigo, è stato recentemente selezionato per partecipare al Short Film Corner del Festival di Cannes) Espejismo è una serie surreale nella quale abbiamo ritratto gli attori e registi Sofía Espinosa e Humberto Busto, due incredibili talenti del cinema messicano. Lavorare con personaggi così creativi e professionali è stata un’esperienza meravigliosa.
DL | Non avessi fatto il fotografo… what if?
MO | Mi è difficile trovare una giusta risposta a questa domanda… A essere sinceri, non riesco a vedermi a mio agio con nessun’altra professione. Questo campo mi regala emozioni sorprendenti, e adoro ogni singolo minuto che ho trascorso al lavoro. Sono davvero grato del fatto che mi sia stata mostrata così presto la missione da seguire nella mia vita.
DL | In alcune tue foto possiamo notare in modo evidente una certa predilezione per il fantastico e l’incredibile: qual è per te il significato di questi temi?
MO | Provengo da una famiglia di cui sono davvero orgoglioso; non è benestante e mi ha mostrato cosa significhi lavorare duro. Il consiglio migliore che ho ricevuto mi è stato regalato dai miei nonni, che ripetevano sempre come, a prescindere da ciò che si fa, è importante risultare stupefacenti. Io non creo immagini per rincorrere la fama o per vanità, lo faccio perché voglio scuotere la mente di tutti coloro che guardano le mie realizzazioni; creo perché voglio che la gente rifletta e discuta su tutto, ed è questo sentimento che mi porta a coinvolgere lo stupefacente nel mio lavoro.
DL | Da lettore e spettatore, quali opere fantastiche segui e ti sono piaciute?
MO | Al cinema ho amato 20001: Odissea nello Spazio; di recente: Ex Machina e The Zero Theorem. Romanzi: Under the Dome di Stephen King, di cui seguo pure la serie TV. Sono anche un fan di vecchie riviste e racconti sci-fi. La cultura del mio Paese è piena di elementi da poter traslare in storie di SF; uno in particolare è il celebre ‘astronauta di Palenque’, che io stesso ho voluto ricreare in una delle mie foto.
DL | Un’ultima domanda: quali sono i tuoi progetti per il futuro, e i tuoi sogni da realizzare?
MO | I progetti sono un sacco, la mia mente è in continuo movimento! Ho così tanti piani in testa, servizi fotografici e mostre… Il futuro lo immagino molto, ma cerco di non pensare troppo al mio. Rimango concentrato sul presente, dove si trovano le persone che mi hanno seguito dall’inizio, alle quali sono molto grato per aver mantenuto sempre vivo il mio lavoro. E un grazie va anche a spazi come TdC, che mi offrono l’opportunità raggiungere altra gente. Vi ringrazio davvero, ragazzi!
DL | Siamo noi a ringraziarti per la disponibilità e la piacevolissima chiacchierata! Ti facciamo i migliori auguri per le tue prossime iniziative, e a tutti coloro che vorranno ammirare i tuoi lavori e conoscerti meglio forniamo in questa pagina gli indirizzi dove poterti seguire. Grazie ancora e… alla prossima occasione!