Dany & Dany

Intervista alle Dany & Dany

Il duo DANIELA SERRI e DANIELA ORRÙ, in arte “Dany & Dany”, debutta nel mondo del fumetto nel 2002, con La luna nel pozzo, uno shounen-ai sentimentale autoconclusivo ambientato a Venezia, edito dalla ECHO COMMUNICATION per la collana “Boy+Boy”. Un anno dopo, per la stessa casa editrice, pubblicano Eikon, un altro shounen-ai dai toni più drammatici, collocato in una New York patinata e decadente.

Lemnisca, del 2003, è il loro primo albo autoprodotto, e primo a contenuto fantasy; riprende in parte i temi e gli scenari “vampirici” già trattati dalle D&D, separatamente, in due inediti shoujo manga del 1999, Semper Eadem (D. Serri) e Lo Specchio di Ghiaccio (D. Orrù).

Dal 2003 le D&D tengono lezioni di manga per i corsi di fumetto organizzati da “Gruppo Misto Comunicazione”, esperienza che dal 2006 ripetono per i corsi della scuola “Fare Fumetto”.

Come freelance, realizzano lavori d’illustrazione e grafica, tra cui immagini destinate ai servizi Wap e Mms, e screensaver per cellulari.

Dal 2005 collaborano con APPLIDEA EDITRICE come illustratrici e grafiche per riviste e software didattici.

Nel novembre del 2005, insieme a MASSIMO DALL’OGLIO, fondano il gruppo artistico IDEACOMICS, in seno al quale concepiscono Dàimones, la loro opera più articolata e ambiziosa: una serie a fumetti sui vampiri, nata sull’onda del “pilot” Lemnisca.

I loro primi due albi, La luna nel pozzo ed Eikon verranno pubblicati in Germania dalla casa editrice tedesca THE WILD SIDE (entro l’autunno 2006) e in America dalla casa editrice YAOI PRESS (entro Marzo 2007).

Carissime D&D, in questa nostra intervista sovvertiamo i canoni e partiamo dalla fine… Dàimones. Parlateci un po’ di questo vostro nuovo manga vampirico, di cui sta per uscire il primo volume.

La serie di Dàimones è un progetto che abbiamo in cantiere già da un paio d’anni, per la precisione dalla fine del 2003, quando abbiamo pubblicato Lemnisca, l’episodio pilota.

Fin dall’inizio il nostro obiettivo è stato creare un vampiro diverso da quelli proposti finora in letteratura, cinema e fumetti. Non aveva senso che come autrici di fumetti mutuassimo una figura di vampiro già esistente e già collaudata da altri. L’input per la storia di Dàimones ci venne da una semplice ipotesi: e se vampiri si nascesse? Non una nascita in senso metaforico, intesa come ingresso nel “mondo delle tenebre”, ma in senso concreto e fisico, come quella di un qualunque essere dotato di DNA. I vampiri di Dàimones non sono dei “non-morti”, ma, in quanto esseri viventi a tutti gli effetti, si riproducono e soggiacciono al ciclo naturale di nascita, crescita e morte. Questo ci ha portate a rileggere in chiave pseudo-scientifica una serie di elementi tipici della letteratura vampirica, ma al tempo stesso non ci ha proibito di conservarne invariati degli altri, come ad esempio le atmosfere gotiche, l’estetica decadente e il fascino ambiguo di queste creature notturne.

Torniamo ora alle origini. Quando inizia la vostra passione per il disegno, e come nasce il vostro fortunato sodalizio?

Beh, si può dire che la passione per il disegno sia nata insieme a noi. Tutti i bambini iniziano a disegnare… il fatto è che noi non abbiamo mai smesso.

Per quanto riguarda il “fatidico” incontro, risale ormai a quasi 10 anni fa: un nostro caro amico comune (anch’egli fumettista, Mario Atzori) ci presentò pensando che saremmo andate d’accordo data la nostra passione comune per il manga. Decisamente ci aveva visto giusto.

Il fumetto giapponese, pur mantenendo alcuni caratteri comuni, si diversifica molto da autore ad autore. Tezuka, Miura, Nagai, Shirato, Ikeda, Matsumoto, Miyazaki… i tratti distintivi di questo particolare universo sono davvero multiformi. Voi avete adottato un character design che ricorda molto certi lavori di trasposizione da manga ad anime curati da Shingo Araki (per esempio Saint Seiya, I Cavalieri dello Zodiaco di Kurumada); si tratta di uno stile spontaneo, o di una precisa scelta artistica?

Innanzitutto, grazie per aver sottolineato che il manga è una categoria vastissima e molto variegata al suo interno, non “lo stile con gli occhi grandi” a cui lo riducono i più.

Il nostro stile si è formato in maniera del tutto spontanea, tanto che ormai sarebbe molto difficile distinguere un influsso dall’altro… Shingo Araki ha curato il character design di molti cartoni animati che abbiamo amato nella nostra infanzia e adolescenza, fin da Goldrake per intenderci. Dunque è inevitabile che sia finito nel calderone del nostro stile assieme ad altri nomi, come Akemi Takada, Miyazaki, Mikimoto ecc. Dobbiamo ammettere che il nostro percorso è ben lontano dall’essersi compiuto, per cui continuiamo a ricevere stimoli da tutto ciò che ci colpisce: in questo periodo, ad esempio, abbiamo un occhio di riguardo per i lavori di Inoue, di Fuyumi Sorio e per le bellissime illustrazioni di Ayami Kojima.

I primi vostri lavori hanno avuto un taglio sentimentale, e due di essi (La Luna nel Pozzo ed Eikon) presentano temi shounen-ai. Con Lemnisca e Dàimones, invece, siete passate decisamente al mistery, in particolare dedicato ai vampiri. Come vi hanno affascinato questi argomenti?

Dobbiamo riconoscere che finora abbiamo avuto la fortuna di poter gestire in piena libertà le nostre opere: questo significa che abbiamo realizzato solo storie che ci piacciono e come ci piacciono. A prescindere dal genere, comunque, un aspetto a cui diamo sempre molto rilievo è il profilo psicologico dei personaggi e, di conseguenza, le interazioni fra loro.

Per il resto, la verità è che in noi convivono due nature: una romantica e una gotica… A volte combaciano, altre volte prevale una delle due. A ben vedere, anche nel nostro fumetto più sentimentale c’è sempre una traccia di gotico. Viceversa, in Lemnisca e in Dàimones, diamo grande spazio ai sentimenti.

In quale modo si sviluppa il rapporto di un… duo? Come suddividete fra voi l’impegno? C’è una di voi che, per esempio, è più portata per gli sfondi, o per le architetture, e un’altra per l’anatomia umana o i volti dei personaggi, oppure la ripartizione del lavoro non segue criteri tecnici ma pratici?

Per prima cosa, scriviamo i soggetti e le sceneggiature a quattro mani. Dopodiché, suddividiamo il lavoro al 50%. Ad esempio, mettiamo di dover realizzare un fumetto di 100 tavole… in questo caso ognuna di noi si occuperà di 50 tavole, delle quali farà il layout, le matite, le chine e i retini. Per quanto riguarda il character design, anche in questo caso cerchiamo di avere una stessa mole di lavoro per ciascuna. Però seguiamo una regola: una volta spartiti tra noi i personaggi, ognuna disegnerà i propri per tutto il fumetto, anche laddove si trovassero nelle tavole gestite dall’altra. Sappiamo che il nostro è un incastro anomalo… ma funziona ed è questo che conta.

L’appassionato di manga che non si cimenta direttamente nel disegno spesso si chiede che genere d’impegno possa comportare il creare un fumetto, sia dal punto di vista economico (costo dei materiali) che del tempo sacrificato. Potete illustrarci l’iter realizzativo di un manga?

Il lavoro del fumettista richiede molta costanza e sacrificio. Quando devi rispettare una scadenza, ti capita di dover disegnare da quando ti alzi fino a quando vai a letto; e stare chini sulla tavola per tante ore comporta anche tutta una serie di “effetti collaterali”, vedi collo e schiena bloccati, qualche tendine del polso che comincia a tirare, occhi che bruciano… È per questo che non abbiamo mai voluto piegare il nostro tratto alle richieste degli “addetti ai lavori” italiani, che vedono i manga-ka occidentali come dei reietti, una piaga da estirpare. Se dobbiamo rovinarci occhi, schiena e quant’altro, che sia per qualcosa che amiamo!

Da un punto di vista tempistico, produciamo tra le sei e le otto tavole alla settimana; quindi la realizzazione di un fumetto intero ci può tenere impegnate per qualche mese. Da un punto di vista economico, possiamo dire che il fumetto è un’arte povera; l’unica cosa che poteva far piangere un po’ il nostro portafoglio era l’acquisto dei retini, ma a partire da Dàimones abbiamo cominciato a retinare al computer con risultati che ci hanno soddisfatto molto. Tutt’altro discorso riguarda invece la pubblicazione: i costi delle tipografie sono stellari! Per cui, se si decide di autoprodursi, bisogna affrontare spese notevoli.

I vostri primi lavori sono usciti in commercio alcuni anni dopo la loro realizzazione. Che esperienza è stata, per voi, la ricerca di un’editore?

Forse il nostro iter è stato un po’ anomalo. Il primo editore per cui abbiamo lavorato (la ECHO) ci ha contattate attraverso il nostro sito, per cui è stato lui a cercare noi. Anche la INDY PRESS ci contattò subito dopo l’uscita di Lemnisca per proporci di farne una serie, anche se poi nel giro di qualche mese la casa editrice chiuse i battenti. Attualmente siamo sotto contratto con un editore tedesco (THE WILD SIDE) e un editore statunitense (YAOI PRESS) e anche in questi due casi siamo state contattate attraverso il nostro sito. L’unica volta che abbiamo cercato noi un editore è stato dopo la chiusura della INDY PRESS, perché tenevamo moltissimo alla pubblicazione della serie su cui stavamo lavorando. E qui abbiamo avuto la conferma che gli editori italiani non sono interessati a produrre manga. Così abbiamo creato IDEACOMICS insieme a MASSIMO DALL’OGLIO.

Cos’è la IDEACOMICS?

IDEACOMICS è un marchio indipendente creato da noi e da Massimo Dall’Oglio al fine di pubblicare fumetti nostri al 100% per storie, contenuti e grafica, liberi da ogni vincolo esterno. In Luglio sono usciti i primi albi delle serie Dàimones (scritta e disegnata da noi) e Donnell&Grace bluelights (scritta e disegnata da Massimo Dall’Oglio). Il nostro entusiasmo è grande, e speriamo che questo progetto possa andare avanti e crescere.

Dopo le vostre prime edizioni, avete sperimentato anche la via dell’autoproduzione, per Lemnisca. È una strada difficile da percorrere?

Molto difficile. Quasi una missione suicida! A partire dalle spese fino ad arrivare al nodo della distribuzione… Però, forti dell’esperienza con Lemnisca, stiamo affrontando l’avventura di IDEAcomics con più cognizione di causa, sotto tutti i punti di vista.

Per finire, parlateci dei vostri progetti futuri. Supponiamo siano in buona parte legati alla produzione di Dàimones, ma sappiamo che presto La luna ne pozzo ed Eikon verranno pubblicati all’estero, in Germania e in America dai due editori che già avete menzionato…

Sì, è vero, ed è segno che fuori dall’Italia qualcuno comincia a rendersi conto che il manga occidentale è da tenere in considerazione. Attualmente stiamo scrivendo la sceneggiatura per un fumetto nuovo di zecca commissionatoci dalla YAOI PRESS, la casa editrice statunitense che ha acquistato i diritti di ristampa di Eikon e de La luna nel pozzo. E, al contempo, stiamo lavorando al secondo episodio di Dàimones. È la prima volta che ci ritroviamo a occuparci di due fumetti contemporaneamente… Sarà molto impegnativo, ma anche molto stimolante!

E di ciò siamo convinti!

Augurando dunque buon lavoro alle D&D, e ringraziandole per l’interessante chiacchierata, diamo appuntamento in edicola a tutti i lettori desiderosi di entrare nel vampirico mondo di queste capaci e originali mangaka italiane.