Eriko

Intervista a Eriko

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Una carriera iniziata in patria, nella terra del Sol Levante, come modella, cantante e presentatrice TV, il successivo trasferimento in Italia, un anno di musica in cosplay insieme alla cover-band Pegasus Fantasy, poi l’inizio di una carriera da solista… Stiamo parlando di Eriko, la vivace e sorridente interprete J-Pop divenuta ormai una presenza fissa sui palchi di concerti, sfilate in costume, manifestazioni di fumetti, raduni di appassionati… insomma di ogni evento in qualche modo legato alla cultura giapponese.

Oggi gira l’Europa con uno spettacolo musicale ideato insieme a DJ Shiru, creato su misura come un colorato kimono per valorizzare le sue doti vocali e di ballerina, un mix di cover e canzoni originali scritte con la sorella o con lo stesso DJ Shiru, una commistione di rock, lirica, J-Pop, sigle anime e pezzi classici della tradizione giapponese.

Nel mezzo del suo tour, “ERIKO + DJ Shiru LIVE!”, ha accettato di concedere un’intervista a Terre di Confine, che vi proponiamo di seguito.

Massimo De Faveri | Cara Eriko, benvenuta,  ti ringraziamo per la tua disponibilità. Per iniziare, raccontaci un po’ di te. Cosa ti ha portata in Italia?

Eriko | L’approfondimento dello studio del canto lirico è il motivo principale per cui sono venuta in Italia. Sono stata sempre appassionata di musica, fin da piccola; ho studiato pianoforte (che suono ancora!) e canto lirico. Quando ero al liceo ho partecipato a un concorso di canto lirico ottenendo come premio una vacanza studio in Italia. Così sono arrivata qui per la prima volta, ed è stata una bellissima esperienza. Mi sono piaciute tante cose: il Paese, il cibo, la lingua, la gente italiana… insomma tutto! Da allora ho sempre avuto desiderio di tornarci e nel 2009 finalmente ho realizzato questo sogno!

MDF | Puoi parlarci di come hai conosciuto DJ Shiru, della tua partecipazione all’associazione Ochacaffé, e di come è esplosa qui da noi la tua passione per il canto pop?

Eriko | Siccome sono arrivata da sola, senza conoscere nessuno, senza parlare ancora bene l’italiano e senza sapere nulla della città di Padova dove abito adesso, all’inizio ho fatto molta fatica ad ambientarmi, anche perché la cultura è molto diversa, ma piano piano mi sono abituata. Dopo un anno ho cominciato a pensare “Voglio trasmettere la cultura giapponese in Italia. Dato che è così diversa forse per gli Italiani è interessante…”. Poi i miei amici italiani mi hanno fatto conoscere l’associazione Ochacaffè. Li ho contattati subito, e così ho cominciato a lavorare con loro. Ho fatto qualche concerto con le amiche giapponesi cantando le canzoni tradizionali del nostro Paese. Proprio grazie a Ochacaffè ho incontrato DJ Shiru: ho partecipato alla loro festa di Natale e lui ha suonato dopo la cena, ci ha fatto ballare molto e lì l’ho conosciuto. Lui si occupa delle attività artistiche dell’associazione, inclusa naturalmente la musica, e, quando ha saputo che cantavo, mi ha spinta ad interpretare pezzi di J-Pop. Non avrei mai immaginato che ad un certo punto avrei iniziato a cantare musica pop!

MDF | Dato il successo che già da un po’ stai ottenendo ai concerti e ai raduni, e che sta crescendo anche per merito del dinamismo con cui affronti attività variegate non solo musicali, possiamo dire che stai iniziando a sperimentare, sebbene nel piccolo della realtà del nostro Paese, un fenomeno che in Giappone è invece peculiare, celebrato e a volte controverso, vale a dire quello delle/degli ‘idol’. Puoi spiegare a noi Italiani, che lo viviamo dall’esterno, in cosa consiste questo fenomeno visto con gli occhi di una ragazza giapponese, e le tue considerazioni al riguardo?

Eriko | Sul mondo delle idol esistono molte idee sbagliate e pregiudizi. Sono fondamentalmente bei ragazzi o belle ragazze che vengono scelti per diventare delle star: gli viene insegnato a cantare, ballare e recitare, fin da giovani, e dopo molto duro lavoro raggiungono la fama. Ci sono vari tipi di idol, alcuni sono come le vostre veline, sono famosi per un paio d’anni e poi spariscono perché non hanno reali capacità artistiche, ma altri rimangono sulla scena, lavorano in TV e fanno concerti. Non è raro che una idol cominci a comporre musica o scriva libri o diventi attrice impegnata. Se a molti critici con la puzza sotto il naso il fenomeno delle idol non piace, è anche vero che è un’ottima possibilità per sfondare nello spettacolo e far vedere quanto vali. Aya Matsuura, tanto per fare un esempio, è nata come idol ma ora è una cantante brava e rispettata. Di altre artiste come le AKB48 ammiro i bei video e le melodie orecchiabili che cantano.

MDF | Recentemente abbiamo pubblicato un articolo su Haruhi Suzumiya che coglie l’occasione per fare un accenno al Global Gender Gap Report del 2010, stilato dal World Economic Forum, secondo i cui risultati sia in Giappone che in Italia la condizione femminile si dimostra piuttosto penalizzata sul piano delle pari opportunità fra i sessi. Nella relazione, che prende in esame 134 economie emergenti, ambedue i Paesi si classificano in posizioni piuttosto arretrate. La situazione in Italia la conosciamo: forse in campo artistico il divario è meno evidente, ma la presenza femminile in alti ruoli dirigenziali, nell’industria come nella politica, rimane molto limitata. Dal tuo punto di vista, esistono oggi anche in Giappone presupposti che condizionino le aspirazioni di successo delle ragazze, maggiormente rispetto a quanto accada con i ragazzi? Vorremmo chiederti se tu hai dovuto misurarti con difficoltà di questo genere.

Eriko | Questa è una cosa che accomuna i nostri Paesi: è noto che le posizioni dirigenziali nelle aziende ma anche in politica sono in grande maggioranza in mano ai maschi, e la presenza femminile è poca. È una cosa che cambia lentamente, ma le giovani giapponesi specie nelle grandi città hanno forza e sapranno farsi largo. La situazione è diversa nel campo artistico: molte donne diventano produttrici cinematografiche o musicali, e le mangaka donna sono tantissime ai massimi livelli!

MDF | Sei in Italia ormai di diverso tempo, e immaginiamo tu abbia nostalgia della tua terra. Cosa apprezzi maggiormente della cultura, della mentalità e del modo di vivere del tuo Paese, cosa insomma del Giappone porteresti qui in Italia? E, viceversa, cosa dell’Italia porteresti in Giappone?

 Eriko | Del Giappone apprezzo l’educazione della gente. I Giapponesi pensano molto alle altre persone e a come comportarsi in ogni situazione. Il Giappone è un Paese molto ben organizzato: non si deve aspettare così tanto tempo come in Italia negli uffici, ad esempio, e la qualità dei servizi (negozi, bagni pubblici, ristoranti…) è alta. A volte però siamo esagerati, e infatti i Giapponesi tendono ad arrabbiarsi facilmente per cose non importanti. Mi stupisco ogni volta quando una macchina viene leggermente urtata da un’altra, e il proprietario si arrabbia tantissimo e diventa cattivo. Forse siamo troppo stressati.

Gli Italiani invece sono più liberi e allegri. Questa cosa mi piace molto. I Giapponesi a volte sono troppo precisi, seri, e rispetto a queste caratteristiche io mi sentirei limitata, specie come artista.

MDF | Tu provieni da Nagasaki, una città che nel mondo è nota soprattutto per essere stata teatro della sciagura atomica verificatasi al termine della Seconda Guerra Mondiale, di cui anche noi ci siamo occupati nel numero 10 della nostra rivista. Nella tua infanzia e nell’educazione che ti è stata impartita ha avuto un ruolo particolare il ricordo di quell’evento, oppure il trascorrere del tempo e delle generazioni ne ha ormai affievolito l’impatto emotivo? Come vivono i giovani della tua città, oggi, il retaggio di quella terribile tragedia?

Eriko | Il 9 agosto 1945, alle 11.02, su Nagasaki è stata lanciata una bomba atomica. Tutti gli abitanti di Nagasaki dovrebbero sapere questa data e orario, ma purtroppo al giorno d’oggi ci sono giovani che l’hanno scordata. Ho vissuto a Nagasaki fino al liceo e mi ricordo che ogni anno, il 9 agosto, anche se durante le vacanze estive, andavamo a scuola (era obbligatorio), e alle 11.02 pregavamo e cantavamo la canzone della pace che si chiama “Aoi sora wa”, che vuol dire ‘il cielo blu’. Venivano anche dei sopravvissuti a quella tragedia a raccontarci la loro testimonianza. Così abbiamo imparato la storia.

Ogni anno si tiene una cerimonia al parco della pace a cui anche il nostro Primo Ministro partecipa, si svolgono attività in onore della pace, a scuola si fanno mostre fotografiche.

C’è anche il museo della bomba atomica, ma i sopravvissuti sono sempre meno, e molto anziani, quindi rimangono poche le persone in grado di raccontarci tramite la loro esperienza diretta quanto è successo.

L’umanità non deve dimenticare questa storia, è necessario trasmettere ai giovani e alle prossime generazioni quanto abbiamo imparato da genitori e nonni.

MDF | Passiamo ad argomenti più leggeri e felici… Parliamo della tua passione musicale. Tu studi musica lirica, come è nato questo tuo interesse? In ambito lirico hai delle opere e dei musicisti che preferisci?

Eriko | Ho cominciato a imparare a suonare il pianoforte quando avevo 4 anni. Sono sempre stata appassionata di musica e soprattutto di pianoforte. Quando ero al terzo anno della scuola media, pensavo “Cosa voglio studiare al liceo…?”. La risposta era ovviamente la musica. Così ho deciso di frequentare una scuola superiore con un corso di musica. Mi sono iscritta al corso di pianoforte, ma dovevo studiare anche canto lirico che era obbligatorio. Ho partecipato ai vari concorsi sia per pianoforte che per canto. Alla fine, proprio grazie ai concorsi, ho capito che d’essere più portata a cantare che a suonare! Adesso suono ancora ma come hobby! Mi piacciono Chopin e Bach e Rachmaninov. Tra i musicisti italiani mi piace Puccini, ad esempio Madama Butterfly anche se la storia è molto triste. Questa opera è ambientata proprio nella mia città. A Nagasaki c’è un posto perfetto in cui si ammirare il panorama del mare, quando ci vado mi viene sempre in mente la famosissima aria “Un bel dì vedremo”. Infatti là c’è una statua di Puccini e c’è anche il museo diMadama Butterfly. Mi piacciono anche le opere di Mozart, per esempio Così fan tutteLe nozze di Figaro

Mi piacciono anche Donizetti, Verdi, ma se comincio a scriverli tutti diventerà una lunghissima lista!

MDF | Riguardo invece la musica leggera, a chi vanno le tue preferenze, sia nel panorama giapponese che in quello internazionale? C’è qualche artista a cui ti ispiri e qualche canzone che ti è particolarmente cara?

Eriko | C’è una cantante che mi piace molto, che ho già citato, ed è Aya Matsuura. Lei ha un avuto grande successo come idol quando aveva ancora 14 anni. La maggior parte delle sue canzoni sono allegre e ballabili e molto interessanti anche musicalmente. Adesso però ormai sono passati tanti anni, ha cambiato un po’ genere di musica, è maturata molto musicalmente. Secondo me lei è molto dotata come cantante.

MDF | Parliamo di sigle anime… A bruciapelo, vogliamo da te tre titoli: le tre sigle animate che più ti piace (o ti piacerebbe) cantare!

Eriko | “Hohoemi no Bakudan” da Yu Yu Hakusho.

“Ai wa kakkowarui” da Tonde buurin (è un cartone animato giapponese vecchio ma a me piace molto questa sigla sopratutto la parte del basso è bellissima).

E tra le italiane che ho sentito mi piace “Piccoli problemi di cuore”.

MDF | A questo punto la domanda successiva è una tappa quasi obbligata: quali sono i tuoi tre anime preferiti o che semplicemente ti fa piacere menzionare? E quali i tre manga, se ne leggi? Però, attenzione, per rendere più difficile la scelta, nei tre includine uno shounen!

Eriko | Anime: Quando ero piccola ho guardato tante volte Laputa – Castello nel cielo di Hayao Miyazaki, e La sirenetta (Disney). Tra quelli più recenti mi sono piaciuti Death Note e Seto no hanayome. Più che guardare anime, da piccola ho giocato tantissimo al videogioco Final Fantasy VII. Purtroppo shounen manga non ne ho letto nessuno perché i manga per i ragazzi non mi interessavano. Invece shoujo manga sì! Come quello di Kodomo no omocha (forse in Italia si chiama Rossana…?).

MDF | Parlaci ora dei tuoi progetti per il futuro. Ci è giunta voce che vorresti provare a scrivere qualcosa di tuo, e che ci sono in programma partecipazioni musicali e culturali anche fuori Italia, al seguito di Ochacaffè…

Eriko | Nel mio futuro c’è naturalmente la musica, e la moda. Con DJ Shiru porteremo il nostro spettacolo a Parigi e Tokyo, per poi tornare in Italia dove a settembre faremo alcune città del sud (confermate per ora Caserta e Catania). Stiamo scrivendo alcune canzoni (una già la facciamo in concerto, ed è quella con cui spesso apriamo gli spettacoli) ma è molto difficile, anche perché musicalmente io e DJ Shiru siamo abbastanza diversi come gusti.

Per quanto riguarda la moda sto ricevendo varie proposte come modella da ditte che producono o importano abbigliamento di moda o anche vestiti di cosplay, stiamo valutando quali scegliere!

MDF | Auguri allora per le tue molteplici attività, e buon prosieguo di tour! Ringraziandoti nuovamente per la chiacchierata, cogliamo l’occasione per ricordare a tutti gli appassionati che volessero assistere al tuo spettacolo le date delle prossime tappe:

  • 1° luglio 2012, San Bonifacio (VR, Italy), UnRealWorld;
  • 5 luglio 2012, Paris (France), Club Covent Garden (Japan Expo);
  • 17 agosto 2012, Tokyo (Japan), Bar Speak Easy (club);
  • 20-25 agosto 2012, Japan;
  • 2 settembre 2012, Caserta (Italy), Reggia del Fumetto;
  • 15-16 settembre 2012, Catania (Italy), Etna Comics.

Links

http://www.cultura-giapponese.it/cultura_musica_e_teatro_moderni_eriko.php