La filmografia giapponese si arricchisce nel 2004 di un nuovo live action: si tratta di Kyashan – La Rinascita (Casshern), tratto dalla celebre serie anime in voga negli anni Ottanta.
La storia ci trasporta in un futuro non molto lontano, su una Terra devastata da guerre, epidemie e inquinamento. L’estinzione della razza umana sembra inevitabile.
Unica speranza di salvezza è la ricerca del dottor Azuma, il quale ha scoperto l’esistenza, all’interno dell’organismo umano, di una particolare “neocellula” in grado di rigenerare ogni tipo di tessuto danneggiato. In poche parole: la chiave dell’immortalità.
Azuma dedica tutto se stesso al progetto: sua moglie Midori è malata gravemente, e solo una terapia con le neocellule potrebbe salvarle la vita.
Il momento di svolta nella sperimentazione si verifica quando, dal cielo, piove un oggetto di fattura aliena, una sorta di immensa saetta metallica, che colpisce il laboratorio di Azuma finendo per interagire con le vasche di rigenerazione dove sono tenute immerse parti di corpi umani. Dentro le macabre piscine, arti e organi cominciano a crescere e a saldarsi, dando infine vita a nuove “persone”, creature mutanti a cui l’esercito dà immediatamente una caccia spietata.
Pochi attimi prima dell’incidente, Azuma aveva ricevuto la notizia della morte in guerra del figlio Tetsuya; ora, disperato, decide di immergere la salma del giovane (appena rientrata dal fronte) in una delle vasche; lì, incredibilmente, anch’essa torna alla vita.
Mentre i mutanti superstiti si insediano in una fortezza sulla cima di un monte a congegnare la loro vendetta contro gli umani, Tetsuya, accompagnato dalla fidanzata Luna, lotterà per fermarli. Nel momento topico, indossando una tuta corazzata progettata dal padre della ragazza, assumerà l’identità di Kyashan (la divinità che tutti gli uomini un tempo veneravano), diventando messaggero di salvezza per la razza umana.
Il film non rispecchia le vicende dell’anime originale, e questo, va detto, non gli ha portato fortuna qui in Occidente. Tuttavia il regista e sceneggiatore Kazuaki Kiriya – già autore di videoclip, qui al suo esordio nel cinema – riesce a mettere in piedi qualcosa che si avvicina molto a un’opera d’arte.
In Kyashan – La rinascita si respira la barbarie della guerra e della pulizia etnica, ci si lascia trasportare dai risvolti sentimentali empatizzando con Tetsuya e con la dolce Luna, e, soprattutto, si finisce risucchiati da un vortice di mirabolanti sequenze d’azione che quasi disarcionano dalla sedia.
Momenti di riflessione quasi onirici si alternano a frenetiche scene d’azione, un film a metà tra una piuma che si posa sull’acqua e un treno che divelle rotaie. È la voce di una coscienza che dovremmo avere tutti, nel profondo; la rivelazione di ciò che siamo, o di quel che avremmo potuto essere facendo le giuste scelte.
In una parola: è poesia.