La notte è fredda, sugli spalti dell’immane fortezza dei Primi. La vigilanza dei Nani è continua, come sempre pronta a difendere la Terra Nascosta da ciò che rimane del Male al di là. Nonostante la ferrea disciplina, l’ambiente è più rilassato del solito. La guerra contro Nôd’onn è ormai conclusa. Il mago vendutosi alle forze demoniache, colui che per le proprie trame di potere ha privato la Terra Nascosta delle personalità magiche che contribuivano a preservarne la stabilità e la pace, è stato finalmente sconfitto.
La grande battaglia di Giogonero ha visto il mago cadere sotto i colpi della Lama di Fuoco, l’ascia dal taglio rivestito di diamante forgiata nel Vapordrago e brandita dal nano Tungdil Manodoro, della stirpe dei Terzi, cresciuto dagli uomini e, per questo, tramite tra due razze profondamente diverse. Dopo tanta sofferenza e tanto sangue sparso, le razze si sono finalmente riavvicinate quanto basta per promettere un futuro radioso alla Terra Nascosta. Solo un manipolo di Albi, genti di lontana origine elfica ormai depravate, e di Mezz’orchi attentano la pace appena conquistata.
Non stupirebbe, quindi, una minore concentrazione da parte delle sentinelle della fortezza, ma i Nani non sono usi a prendere gli incarichi sottogamba. Nemmeno i figli del dio Vraccas, però, possono fare nulla contro il terribile nemico che piomba loro addosso nell’oscurità della notte. Una stella cade dal cielo, sfrecciando sulla fortezza in un alone di fuoco. I detriti nella sua scia bombardano la costruzione considerata indistruttibile, rendendola un ammasso di macerie e di cadaveri. La valanga, la Morte Bianca, si stacca dai monti un tempo amici e devasta ciò che era sopravvissuto al crollo.
L’orizzonte fiammeggia. La terra trema, i cunicoli crollano e i cuori si riempiono di inconsueto timore quando la stella precipita, in lontananza. Quali sventure porterà questo cataclisma? È realmente un corpo celeste quello che è precipitato al di là della Terra Nascosta… o forse si tratta di una terribile leggenda diventata realtà?
Così si apre il secondo capitolo della saga dedicata ai Nani dell’autore tedesco MARKUS HEINTZ, La Guerra dei Nani, uscito in libreria per l’EDITRICE NORD quale seguito de Le Cinque Stirpi, prima parte della saga ancora non conclusa che narra le avventure di Tungdil Manodoro e il suo difficile rapporto con la propria natura di Nano, in relazione con i grandi avvenimenti che stanno modificando radicalmente la Terra Nascosta.
L’intento dell’autore era scrivere un romanzo da potersi leggere senza dover dipendere dalla prima avventura di Tungdil, e si può affermare tranquillamente che il risultato è stato ottenuto.
Certo, dapprima la gran mole di personaggi tra cui giostrarsi genera un po’ di confusione, e il sapore ben poco nanico dei nomi dati agli appartenenti alle Stirpi di cui ci è dato fare la conoscenza, cozza con la presenza fisica solida e pregnante della razza. Alcune fin troppo palesi suggestioni da Il Signore degli Anelli e la saga di Dragonlance fanno storcere un po’ il naso a chi ha già posato gli occhi su innumerevoli brutte copie degli originali, e la caratterizzazione fatalmente standard dei Nani – burberi guerrieri dal vorace appetito, che amano bere e cantare in sale sotterranee, schivano acqua, luce e cavalli e ostentano un sano disprezzo per la debolezza elfica – potrebbero far sorgere nel lettore più esigente la tentazione di chiudere il romanzo ed evitare la fatica di andare avanti. Sarebbe un errore, perché presto la trama cattura, le caratteristiche della razza diventano parte di una cultura, e non un mero stereotipo, e seguire le vicissitudini dei protagonisti si rivela un vero piacere.
Colpisce subito, in contrasto con tanta della produzione letteraria degli ultimi tempi, la sana capacità di Heintz di tratteggiare luoghi, razze e persone. Tutto è pronto perché il lettore si immerga, sguazzi e assapori tutto ciò che la Terra Nascosta ha da offrire. Senza cadere in pedanti descrizioni o in dissertazioni psicologiche, Heintz è in grado di suscitare con la sua scrittura ciò che il lettore d’avventura desidera più di ogni altra cosa: l’evocazione mentale immediata, la totale e genuina risposta dell’immaginazione alla parola scritta, quel trasformarsi della pagina in uno schermo cinematografico (il migliore e irraggiungibile) su cui vedere proiettato a colori ciò che in realtà si sta soltanto sfogliando. Questo rende il romanzo degno di attenzione.
Fin dalle prime pagine, si viene scaraventati in un ambiente di cui si afferrano gli odori, i sapori e le sensazioni. Non si fatica ad avvertire in gola il forte gusto di malto della birra, o la polvere della battaglia. Sembra quasi di poter sentire l’odore ferrigno del sangue. Le scene di combattimento, di cui il romanzo è letteralmente costellato, non sono per stomaci deboli. Arti tranciati, viscere, sangue a fiotti, grida d’agonia o spettrali silenzi di morte… ce n’è abbastanza per immedesimarsi, sentirsi travolti e serrare i denti ad ogni attacco. Niente combattimenti edulcorati, per signorine: la battaglia è una cosa seria e come tale va affrontata. È divertente, sollevando gli occhi dalla pagina, constatare quanto il modo di pensare del lettore si adatti facilmente al limitato, cupo ed aggressivo punto di vista dei Nani.
Non c’è molto tempo per riflettere, fin dal prologo. La calma e la pace sono illusioni che durano lo spazio di qualche riga.
La caduta della cometa è solo l’inizio di una serie di guai che porteranno alla disgregazione di tutto ciò che sembrava ormai conquistato e consolidato nell’avventura precedente.
Tungdil, che si è offerto di riportare in vita la stirpe dei Quinti con l’assistenza di Nani appartenenti alle altre Stirpi, vede Balyndis, la nana di cui è innamorato, costretta dal suo clan a stringere il Patto di Ferro con un altro nano, e quello stesso nano essere eletto re dei Quinti. Subisce poi il furto della Lama di Fuoco, e a quel punto tutta la sua vita sembra perdere di senso. Fin dal principio Tungdil, ha avuto gravi dubbi sulla propria capacità di reinserirsi in una società governata da regole cui non sente di appartenere, e ora, guardando nella propria anima in balia di sentimenti d’odio e invidia, si farà tentare dall’esistenza dei Liberi, Nani che non seguono le antiche leggi delle Stirpi.
Nel frattempo i Terzi, da sempre ostili alle altre Stirpi, approfittando della labilità dei patti appena costituiti progettano di distruggere le alleanze e di scacciare per sempre gli altri Nani dalla Terra Nascosta, seminando zizzania e impossessandosi di Giogonero e dei suoi cunicoli segreti.
In mezzo a tutto questo, mentre i bruti Mezz’orchi e gli scaltri Albi scoprono le incredibili proprietà dell’Acqua Nera (una mefitica bevanda che rende immortali, a meno di una decisa decapitazione), si dipanano le vicende di altri personaggi, come la maga Andôkai, che, protetta dalla sua imbattibile creatura, Djerun (un essere misterioso rivestito da un’armatura dalle molte virtù), indaga sulla caduta della stella; o la Mezz’alba Narmora, costretta a imparare la magia per salvare il marito; e l’Alba Ondori, la cui sete di vendetta viene sfruttata dalla coppia regnante degli Eterni; o ancora Rodario L’Incredibile, l’attore frettolosamente giudicato insignificante, ma che poi si rivelerà migliore e più lungimirante di molti altri.
E intanto una nuova minaccia si avvicina, apparentemente richiamata dalla stella caduta: gli Amsha, o Avatar, le immagini viventi scaturite dal corpo di un dio, stanno per giungere a purificare dal Male la Terra Nascosta, un’epurazione che non guarderà in faccia nessuno.
In una simile, tragica situazione, in cui la collaborazione di tutti risulta necessaria, eroi ed antieroi mostreranno una natura limitata e spesso meschina , impegnati a perseguire vendette e interessi personali, nella totale noncuranza per il bene comune.
I Terzi si compiaceranno solo del loro odio verso le Stirpi, combattendole senza il minimo pensiero per l’indebolimento che ciò comporterà nella difesa della Terra Nascosta.
Gli Elfi preferiranno la distruzione totale al sacrilegio di dover affrontare gli Avatar, per loro sacri.
L’imperatore dei Nani è un debole che, piuttosto d’imporsi e combattere, condurrà i propri congiunti in una marcia di morte in terra straniera.
Narmora – mai veramente malvagia ma forse per questo ancora più terribile –, spinta paradossalmente dall’amore per il marito e la figlia appena nata, si macchierà per tutto il romanzo di azioni nefande, dipingendole a se stessa come atti del tutto necessari.
Tungdil stesso sarà più volte tentato di tirarsi fuori dalla battaglia, di vivere una calma vita di studio con la nuova compagna – che lo porrà poi di fronte a un triste tradimento – e dimenticare il passato da eroe, un’etichetta che lui non ha mai desiderato. Intenti omicidi, invidia e rabbia gli vorticano nell’anima, spingendolo spesso a desiderare la morte del nano che gli ha rubato Balyndis. Diversamente da ciò che succederà agli altri, però, la situazione drammatica e impellente lo spronerà a guardare oltre le proprie angosce e a interessarsi di nuovo della Terra Nascosta. Solo Rodario lo affiancherà in questa parabola ascendente.
I grandi personaggi, al contrario, sprofonderanno di pagina in pagina nei propri dubbi e nei vecchi rancori.
Non c’è bisogno di un mago posseduto perché il Male imperversi nella Terra Nascosta, come non esiste un nemico che sia futile affrontare prima ancora di aver tentato. Si dovranno fare i conti anche con quel Bene tanto estremo da diventare fanatica distruzione, quella sete di potere che spesso nasconde nature desolatamente fragili.
Il finale del romanzo rimane aperto, anche se l’avventura trova una risoluzione dolce-amara nelle ultime pagine. Per un’ombra dissipata, un’altra se ne forma, e Tungdil farà bene a guardarsi costantemente le spalle.
Il libro lascia un certo senso di soddisfazione e un buon bagaglio di emozioni, simpatie e antipatie. Se non si ha precedentemente letto Le Cinque Stirpi, di certo verrà la voglia di conoscere i dettagli della battaglia tra Tungdil e Nôd’onn, non fosse altro che per stare ancora a fianco di Boïndil il Rabbioso nelle sue cariche entusiaste contro i Mezz’orchi o per rendersi conto di come un personaggio come Rodario si sia trovato invischiato in situazioni del genere.
Il seguito? Forse La Guerra dei Nani non lascia in spasmodica attesa di sapere come proseguiranno le avventure di Tungdil… ma di certo l’uscita del terzo romanzo costituirà un piacevolissimo appuntamento.