La Luce dell’Alba (The Dawning Light, 1959) di Randall Garrett e Robert Silverberg
PRESENTAZIONE
Il ciclo Nidoriano, composto di The Shrouded Planet (Il pianeta nascosto) e di questo La luce dell’alba, è l’opera più importante prodotta da Robert Silverberg e Randall Garrett quando collaboravano insieme nei lontani anni cinquanta, agli inizi delle loro carriere fantascientifiche, e firmavano i loro sforzi congiunti con lo pseudonimo di Robert Randall, ricavato dall’unione dei loro nomi propri.
Di Robert Silverberg, scrittore tra i più noti e apprezzati anche in Italia, i nostri lettori sanno ormai tutto: newyorkese di origine israelita, vincitore di due premi Hugo e di due premi Nebula, Silverberg è l’autore di capolavori come Torre di cristallo, Brivido crudele, Mutazione, Ali della notte, Il castello di Lord Valentine e di tanti altri splendidi romanzi che sarebbe troppo lungo citare adesso.
Randall Garrett è sicuramente meno popolare del suo compagno, per quanto in America goda di una certa fama per nulla immeritata. Autore estremamente prolifico negli anni cinquanta, quando produceva centinaia di storie sotto una quantità enorme di pseudonimi, Garrett ha raggiunto una sua popolarità soprattutto per merito della serie imperniata sul personaggio di Lord Darcy: un detective di un mondo alternato dove i discendenti di Riccardo Cuor di Leone, i Plantageneti, dominano tuttora in Inghilterra e nel Nuovo Mondo, e dove soprattutto vigono le leggi della magia e della parapsicologia al posto delle nostre leggi fisiche e meccaniche.
Randall Garrett, come sostiene anche Silverberg in un articolo autobiografico intitolato Sounding Brass, Tinkling Cymbals, aveva un’educazione di tipo scientifico ed era un narratore competente, ma la sua prosa era piuttosto meccanica. Silverberg invece sapeva scrivere con notevole grazia e fluidità ma aveva dei problemi nella costruzione di trame dotate di una certa consistenza e coerenza interna. Le storie di Garrett inoltre raramente si avventuravano nell’introspezione psicologica dei caratteri dei personaggi che era già, anche in quei primi momenti della sua vita letteraria, uno degli interessi precipui del giovane Silverberg. Le loro qualità dunque si integravano a vicenda e questo si può notare molto bene anche nel ciclo Nidoriano, certo una delle cose migliori prodotte dai due autori in quegli anni cinquanta in cui entrambi cercavano ancora una definitiva collocazione nella vita e una propria strada letteraria e fantascientifica. In un periodo in cui gran parte delle opere prodotte da tutti gli autori di science fiction (il discorso non vale certo solo per Silverberg e Garrett) erano testi di routine, composti su triti clichè e sfornati a getto continuo per soddisfare le richieste dei direttori delle riviste e delle collane dell’epoca, questa serie possiede una sua dignità. Scritta con perizia e competenza, la vicenda riprende il tema classico del contatto dell’uomo con una razza aliena di tipo umanoide. A differenza del celebre Childhood’s End (Le guide del tramonto) di Arthur Clarke, in cui l’uomo veniva instradato sul sentiero dell’evoluzione e delle stelle dai superiori guardiani, la parte della “guida” culturale tocca stavolta all’umanità. I terrestri, che hanno ormai raggiunto il pieno dominio dello spazio, scoprono qui una nuova razza intelligente, di tipo umanoide, sul pianeta Nidor, un mondo perpetuamente ammantato di una spessa coltre di nubi che nasconde la vista del sole e delle stelle ai suoi onesti e ingenui abitanti. Su Nidor la gente vive da millenni in modo immutabile e la vita scorre placida e tranquilla, nella beata ignoranza dell’universo stellare che esiste al di là della impenetrabile cortina. Ovviamente, l’arrivo dei terrestri sconvolge questo equilibrio risvegliando nei Nidoriani irrequietezza, ambizione e sogni di progresso.
Il ciclo, che segue la vicenda durante l’arco di varie generazioni di Nidoriani, si basa appunto sull’evoluzione della loro civiltà e sui contrasti tra le varie fazioni e sul difficile ruolo di guida culturale giocato dai terrestri.
Sandro Pergameno
Anteprima testo
Prologo
Dopo sette secoli di ricerca, l’homo sapiens della Terra trovò finalmente il pianeta e la razza di cui aveva bisogno.
La razza dominante sulla Terra aveva ormai superato il tempo della sua adolescenza e si stava avvicinando alla maturità, ma la maturità sottintende un bagaglio di saggezza, e, in quel caso specifico, la saggezza provocava la necessità di un compagno… un’altra razza non troppo simile né troppo dissimile dall’Uomo.
Una razza del genere venne fornita dal pianeta Nidor.
Il sole di Nidor era una stella di classe B, un enorme motore stellare di luce blu-bianca che emanava radiazioni in quantità tale da far apparire, a confronto, il Sole della Terra un pigmeo; Nidor, a sua volta, ruotava intorno a quella feroce fornace ardente ad una distanza tanto grande che impiegava un tempo di circa tremila anni per compiere una rivoluzione completa… eppure, anche così, il pianeta aveva un clima caldo.
I continenti collocati appena a sud dell’equatore avevano una insopportabile temperatura di 110° Fahrenheit, ed il clima, nel complesso, si allontanava poco da quelle torride temperature.
Le terre emerse del pianeta erano poche, comparativamente parlando, dal momento che più dell’ottantacinque per cento della sua superficie era ricoperta da un mare poco profondo le cui maree si alternavano placide sotto il cielo eternamente coperto da una coltre di nubi, spinte dal campo gravitazionale dell’unica luna ruotante intorno al pianeta.
Chiare tracce geologiche indicavano che il pianeta aveva attraversato, circa quattromila anni prima, un periodo di sconvolgimenti nel corso dei quali interi continenti erano sprofondati sotto la superficie delle acque, e la religione e la cultura della popolazione di Nidor erano appunto fondate sui racconti leggendari di quanto era accaduto a quel tempo.
Nel periodo antecedente il Cataclisma, sul pianeta si era evoluta una razza di umanoidi fisicamente molto simili all’Uomo: esteriormente, l’unica differenza visibile stava nel fatto che, al contrario dell’irregolare distribuzione della peluria propria del corpo degli Uomini, il pelo di colore chiaro e leggermente riccio dei Nidoriani era uniformemente distribuito su tutto il corpo, in una serie di sfumature di colore che andavano dal castano chiaro al biondo platino.
Dopo il Cataclisma, l’unico gruppo di esseri civili rimasto in vita sul pianeta era quello concentrato sul piccolo continente di Nidor, e, per i Nidoriani, quel continente ed un gruppetto di isole poco lontane dalla costa, costituivano tutto il loro mondo: il resto del pianeta era per loro occupato dai Demoni dell’Oscurità, annidati sotto la superficie del mare.
La storia dei Nidoriani non risaliva ad epoche antecedenti quella del Grande Cataclisma, un periodo storico dominato dalla leggendaria figura del Grande Legislatore Bel-rogas Yorgen, colui che aveva portato alla salvezza i Sedici Clans durante il terremoto che aveva sconvolto la superficie del pianeta e distrutto tante vite sia sulla terraferma che sul mare: era stato il Grande Bel-rogas, così diceva la leggenda, che aveva dato a Nidor il suo governo, la sua religione, le sue Sacre Scritture.
Politicamente, Nidor era una teocrazia, governata dai Padri Anziani, un consiglio di sedici preti anziani, essendo i sacerdoti più anziani di ciascuno dei Sedici Clans considerati automaticamente i componenti di diritto del Consiglio, ed il più anziano di quei Sedici diveniva altrettanto automaticamente Capo Anziano del Consiglio.
Le decisioni prese dal Consiglio degli Anziani erano definitive e vincolanti, ma erano ben lungi dall’essere arbitrarie: ogni decisione era basata su precedenti contenuti nelle Sacre Scritture, e, nel complesso, Nidor costituiva una società statica, ben equilibrata, operante su tabù e leggi vecchie di secoli.
La religione era di per sé una forma di codice etico accentrato intorno all’adorazione della Grande Luce, il sole velato di nubi che splendeva su Nidor, e controllato dai Padri… i Sacerdoti di Nidor.
L’anno nidoriano non era ovviamente basato sul tempo di rivoluzione del pianeta intorno al suo sole, ma su multipli delle rotazioni compiute dal pianeta intorno al suo asse, ciascuna delle quali richiedeva all’incirca ventiquattro ore ed alcuni minuti, in base al metodo Terrestre di calcolo del tempo: sedici di quei giorni costituivano un periodo, sedici periodi costituivano un anno e sedici anni formavano un ciclo, e pertanto, stando al calendario nidoriano, i Terrestri si manifestarono per la prima volta su Nidor il primo giorno del primo anno, l’Anno di Yorgen, del 240° Ciclo a partire dal giorno del Grande Cataclisma.
I Terrestri discesero su Nidor sulla loro grande nave d’argento, apparentemente provenienti dalla Grande Luce stessa, ed atterrarono su un punto a pochi chilometri dalla capitale di Nidor, la Santa Città di Gelusar; presentandosi come agenti della Grande Luce, essi avevano annunciato che si sarebbe dovuta costruire una scuola proprio in quel punto, la Scuola della Divina Legge Bel-rogas, e che soltanto i migliori studenti di Nidor avrebbero avuto il permesso di frequentare i corsi d’istruzione di quella scuola, giovani uomini e donne che avessero eccellenti curriculum scolastici e godessero di ottima salute.
Il Consiglio degli Anziani accondiscese alla volontà dei Terrestri.
Due cicli dopo la sua fondazione, la Scuola produsse il primo dei grandi uomini che sarebbero usciti dai suoi cancelli, Kiv peGanz Brajjyd, Kiv, figlio di Ganz, membro del Clan Brajjyd.
Mentre era ancora uno studente della Scuola, Kiv si era già guadagnato una notevole fama scoprendo un metodo per annientare gli hugl, insetti che divoravano i raccolti e che, in seguito ad una mutazione della loro specie, erano diventati ancor più letali di quanto fossero mai stati in precedenza. La polvere Edris, che era servita a controllare quel flagello per migliaia di anni, si rivelò improvvisamente inefficace nei confronti degli hugl adulti, ma il giovane Kiv, avendo studiato il ciclo di vita di quegli animaletti, fu in grado di dimostrare che la polvere Edris avrebbe avuto ugualmente effetto letale su di loro, se usata quando erano ancora allo stato larvale.
Il fatto che la sua scoperta avesse in parte sconvolto l’ecologia e l’economia di Nidor, aveva oppresso molto la mente di Kiv, ma poi, quando la situazione si era riassestata raggiungendo una nuova forma di equilibrio, egli era riuscito ad allontanare quel cruccio dai suoi pensieri.
Con il tempo, Kiv era entrato a far parte della Sacra Classe Sacerdotale, e, prima che altri due Cicli fossero trascorsi, sua figlia Sindi era a sua volta entrata a Bel-rogas.
Sindi, come suo padre prima di lei, si rivelò un’innovatrice, soltanto che la sua innovazione avvenne nel campo sociologico piuttosto che in quello scientifico: la giovane s’innamorò di un altro Brajjyd, in violazione dell’ingiunzione che vietava i matrimoni all’interno di uno stesso clan, e, in seguito al suo matrimonio ed a quello stipulato fra due giovani appartenenti entrambi al Clan Yorgen, il divieto venne abolito.
Il terzo innovatore della famiglia fu Norvis peRahn Brajjyd, figlio di Sindi e nipote di Kiv; Norvis, esplorando il campo della biochimica sotto la guida di uno dei Terrestri, scoprì un ormone che, applicato alle piante di peych, che costituivano il raccolto fondamentale di Nidor, quasi raddoppiava la loro velocità di crescita.
Il giovane era convinto che quella scoperta gli avrebbe fruttato la stessa fama e lo stesso successo che avevano arriso al padre di sua madre, il Padre Anziano Kiv.
Le sue speranze vennero tuttavia distrutte dal Terrestre Smith, lo stesso Terrestre che aveva lavorato con lui allo sviluppo del progetto: Smith rubò gli appunti che spiegavano i risultati raggiunti da Norvis ed attribuì il merito della scoperta ad un altro studente della Scuola, mentre Norvis fu espulso in modo sommario per aver pubblicamente affermato che il Terrestre, universalmente accettato come emissario diretto della Grande Luce, era un ladro ed un bugiardo.
Dopo aver evitato a stento di essere lapidato come blasfemo, Norvis era fuggito dalla Santa Gelusar, cambiando il nome in Norvis peKrim Dmorno, in modo da dare l’impressione che Norvis peRahn Brajjyd fosse realmente morto.
L’ormone venne fabbricato in piccole quantità e distribuito agli Anziani, ma così le fattorie di quest’ultimi finirono per produrre più peych del normale, facendo ribassare il prezzo del prodotto e rovinando i piccoli agricoltori di Nidor.
Ritenendo che fosse un’ingiustizia impedire che i piccoli agricoltori potessero a loro volta usufruire dei benefici dell’ormone, Norvis, con l’aiuto di un Capitano di mare di nome Del peFenn Vyless, uomo di libero pensiero, cominciò a fabbricare in segreto l’ormone ed a distribuirlo in tutto Nidor.
Il risultato imprevisto di quella tattica fu un collasso economico che non venne superato prima di un periodo di quattordici anni: impoverito dall’eccesso di cibo e di fibre vegetali che, per la loro quantità enorme erano ormai privi di valore, e tormentato da un eccesso di fauna animale risultante dall’eccedenza di vegetali, Nidor sprofondò nella Grande Depressione.
Un’altra conseguenza inaspettata dell’uso dell’ormone, inoltre, fu l’impoverimento del suolo, per cui la carestia seguì il periodo di sovrapproduzione.
Norvis ed il Capitano Del, si erano però messi subito in moto, formando il Partito dei Mercanti, con Del come Capo e Norvis come Segretario: esercitando energiche pressioni sul Consiglio degli Anziani, il Partito lo costrinse ad approvare riforme agricole ed economiche che servirono a restaurare in parte l’equilibrio economico di Nidor.
I Nidoriani, tuttavia, erano ancora troppo abituati alla stabilità, e, dopo che i sollevamenti popolari dovuti al particolare frangente gradatamente si spensero, il Partito cominciò a perdere il sostegno popolare.
Norvis era stato spinto a fare tutto ciò che aveva fatto dal suo ardente odio verso i Terrestri… specialmente verso Smith, responsabile diretto della rovina della sua vita… ed ora si sentiva insoddisfatto, poiché…
Tit. originale: The Dawning Light
Anno: 1959
Autore: Robert Randall (pseudonimo del duo Randall Garrett e Robert Silverberg)
Ciclo: Nidorian #2
Edizione: Editrice Nord (anno 1983), collana “Cosmo Argento” #141
Traduttore: Annarita Guarnieri
Pagine: 188
Dalla copertina | Nidor è un pianeta perpetuamente ammantato di una spessa coltre di nubi che nasconde la vista del sole e delle stelle ai suoi onesti e ingenui abitanti. Su Nidor la gente vive da millenni in modo immutabile e la vita scorre placida e tranquilla: questo fino al giorno in cui i terrestri scoprono la sua esistenza e vengono a turbare una cultura ostinatamente statica, risvegliando nel popolo nidoriano irrequietezza, ambizione e sogni di progresso. Naturalmente non tutti sono convinti delia bontà di questo forzato progresso; ci sono alcuni che nutrono forti dubbi sulle vere intenzioni dei «divini» terrestri, arrivati da un universo finora del tutto sconosciuto ai nidoriani. Nascerà così un forte movimento di resistenza a quest’ondata di cambiamenti, un movimento deciso a difendere con ogni mezzo una cultura planetaria destinata forse a scomparire nel caos. La luce dell’alba è appunto la storia di questo gruppo di ribelli, e si focalizza nella figura di Kris peKym Yorgen, il giovane e coraggioso nidoriano del partito anti-terrestre. Le sue eroiche gesta non porteranno tuttavia alla rivolta del popolo nidoriano contro gli odiati usurpatori e invasori, ma a un finale dei tutto imprevisto.