La Notte del Furore (Rage, di Philip Friedman)

La Notte del Furore

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PARTE PRIMA

1

Nel cielo limpido del tardo pomeriggio, l’aviogetto militare iniziò il volo orizzontale a novecento metri di quota sul terreno deserto e arido.

Nell’angusta carlinga dell’apparecchio, il capitano Roger Liefler premette un pulsante nero, comandando così l’apertura della valvola dell’irroratore sistemato sotto il ventre del caccia. Dopo una rapida occhiata alla serie di quadranti per assicurarsi di seguire la rotta giusta, Liefler tornò ai pensieri che gli venivano sempre durante quei voli, passò cioè rapidamente in rassegna tutte le ragioni valide per piantare in asso l’aviazione o, per lo meno, per essere trasferito in qualche posto dove potesse fare un lavoro più soddisfacente.

Quando al cronometro da polso di Liefler furono passati trenta secondi, il pilota premette il pulsante che bloccava la valvola dell’irroratore. Subito dopo manovrò per riprendere quota e compiere la lunga virata che l’avrebbe riportato nella giusta posizione per il passaggio successivo. Il cielo sgombro di nubi, di un azzurro intenso, e la striscia di terreno desertico scelta come bersaglio, passarono velocissimi davanti alla calotta trasparente della carlinga.

Soltanto quando fu di nuovo in volo orizzontale, pronto per il secondo passaggio, il capitano Roger guardò per caso l’indicatore del serbatoio color argento, e si accorse che l’ago era fermo sullo zero, cosa che sarebbe dovuta succedere dopo il terzo passaggio.

Questo significava che lui aveva liberato erroneamente centocinquanta chili di gas nervino sperimentale sulla campagna del Wyoming.

2

Dan Logan finì di assicurare il manicotto al radiatore del suo camioncino, e gli diede uno strattone per assicurarsi che il tubo tenesse. Soddisfatto del lavoro, si rialzò e spinse indietro il berretto per asciugarsi la fronte.

— Fatto — disse. — Metti in moto.

Nella cabina dell’automezzo, Chris, il figlio dodicenne di Logan, girò la chiavetta e il motorino d’accensione gracidò finché il motore si accese. Logan aggiunse acqua nel radiatore, poi richiuse il cofano e tornò verso la cabina seguito da Emily, il cane pastore, nero e marrone. Appena Logan aprì la portiera, Emily balzò sul sedile, vicino a Chris.

Logan sistemò la tanica dell’acqua dietro il sedile, e salì a sua volta. — Dobbiamo procurarci un altro manicotto — disse al figlio. — Dammi il taccuino che me lo segno.

Mentre prendeva nota, Logan disse: — Ti va di dormire in tenda stanotte?

Chris non tentò di nascondere il suo entusiasmo. — Certo — disse, sorridendo felice.

Logan ingranò la marcia e avviò il camioncino lungo la strada polverosa che tagliava l’angolo nordorientale del ranch. Nonostante i suoi sforzi per evitare le buche e i solchi profondi, il bidone della benzina, la scatola degli attrezzi, e la piccola moto, sistemati nella parte posteriore del veicolo, sobbalzavano rumorosamente.

Dopo una breve corsa, Logan fermò davanti a un piccolo recinto per il bestiame. Il veicolo non era ancora fermo del tutto che già Chris ed Emily saltavano a terra e correvano verso la pompa situata accanto all’ingresso del “corral”. Il ragazzo si mise a pompare con entusiasmo, e l’acqua scrosciò con grandi spruzzi dentro il secchio. Emily scodinzolava, fermo vicino al ragazzo.

Mentre Chris trasportava dentro il recinto il secchio pieno d’acqua, Logan smontò dal camioncino e si diresse alla staccionata. Nel piccolo spiazzo c’erano soltanto quattro pecore. La primavera precedente, Logan e Chris le avevano separate appena nate dal resto del gregge perché Chris potesse allevarsele da solo, senza l’aiuto né di suo padre né dei braccianti che di tanto in tanto venivano a dare una mano nel ranch. Il ragazzo era fiero di avere un suo gregge. Appena scelti i quattro agnelli, s’era procurato una vecchia asse contorta su cui aveva scritto: “Pecore di proprietà di Chris Logan”. Adesso, a distanza di cinque mesi, l’insegna era alquanto rovinata dalle intemperie, però pendeva ancora orgogliosamente sull’ingresso del recinto.

Chris vuotò il secchio in un piccolo abbeveratoio di cemento. Sorrise a suo padre che lo osservava dalla staccionata, e si diresse verso le pecore che si erano rifugiate in un angolo del recinto, guardando timorosamente Emily. Chris le esaminò una per una, passando le dita in mezzo alla lana, scrutando la pelle, sollevando le zampe per controllare gli zoccoli. Fece tutto con cura e attenzione, per essere sicuro di fare bene. Logan, appoggiato alla staccionata, se la godeva nel vedere il figlio lavorare con tanto impegno.

Logan era preoccupato per il ragazzo anche più di quanto non volesse ammettere. Era duro per un bambino dell’età di Chris crescere senza madre e avere tante responsabilità, perché il ragazzo, oltre ad andare a scuola, aveva parecchie mansioni da svolgere nel ranch. Logan faceva tutto il possibile per il figlio, ma sapeva di essere poco loquace e poco espansivo. Aveva pensato spesso che, gravato da quel particolare modo di vivere, il ragazzo finisse per chiudersi in se stesso, diventando cupo e introverso. Invece, miracolosamente non era andata così. A scuola, tutti gli volevano bene, a Chris piaceva lavorare nel ranch, e bastava incoraggiarlo un poco perché s’impegnasse a fondo in tutto quello che faceva.

Finito con le pecore, Chris prese il secchio, uscì dal recinto assieme a Emily e richiuse accuratamente il cancello. Il padre gli andò incontro. — Vanno tutte bene? — chiese.

— Sì. Benissimo — rispose Chris.

Logan gli scompigliò i capelli e il ragazzo sorrise.

Poi i due risalirono sul camioncino, e ripresero la strada polverosa.

3

DISTRUGGERE APPENA LETTO
RECAPITARE A MANO
DA: GEN. RONALD PHILLIPS
A: COL. WM FRANKLIN
OGGETTO: FORT HOWARD

Bill,
la comunicazione allegata è appena giunta per filo diretto. Ritengo opportuno che tu telefoni per linea diretta al capo, immediatamente.

R.P.

A4DX329-P982
RISERVASSIMO
CODICEDESIGRADAR QUATTROAUGHDUE
GENERALE RONALD PHILLIPS
PENTAGON06E2962
PRIORITÀ BLUBLUGIALLO

TESTO: PROVA ODIERNA MX3 ORE 1554 – IRRORATI CENTOCINQUANTA CHILI CIRCA EXTRA – CONFINE ZONA ESPERIMENTO. DIREZIONE DISPERSIONE IMPRECISATA. PENSASI INCLUDA AREE NON CONTROLLATE. PRELIEVO CAMPIONI IN CORSO. FASE DUE LIBRO BLU OPERATIVA ORE 1602. FASE LIBRO ROSSO SOSPESA. ATTENDIAMO DISPOSIZIONI.

COL. ALAN A. NICKERSON
COMANDANTE FORT HOWARD
WYOMING

4

A TUTTO IL PERSONALE, FORT HOWARD, DAL COMANDANTE.

Si ordina
a tutto il personale di rimanere al proprio posto. È fatto divieto di comunicare con persone che non siano di stanza a Fort Howard, tranne dietro ordine specifico o su autorizzazione del Comandante. L’attività ordinaria è sospesa fino a nuovo ordine.

MISURE DI SICUREZZA QUATTRO OPERATIVE DALLE ORE 1900.

5

DISTRUGGERE APPENA LETTO
RECAPITARE A MANO
DA: COL. WM FRANKLIN
A: GEN. RONALD PHILLIPS
OGGETTO: FORT HOWARD

Ronny,
il capo ritiene opportuno occuparsi a fondo della questione. Ci sono molti dubbi sulla capacità delle autorità locali di cavarsela. A quanto pare, il Comandante di Fort Howard è un tipo da tavolino, in attesa di andare in pensione. Un buon amministratore, privo di immaginazione. Anche l’umore generale suscita preoccupazioni. Secondo il capo, questa è la classica patata bollente, e io sono deciso a togliertela dalle mani. Il capo ti farà avere l’ordine scritto appena ne avrà la possibilità, ma per il momento non c’è tempo per le formalità. Vado alla biblioteca del comando per documentarmi e ti sarò grato se mi porterai in biblioteca tutto quanto ritieni possa essere utile.
Bill

6

Il colonnello William Franklin alzò gli occhi dal manuale quando il generale Ronald Phillips calò il corpo massiccio nella seggiola di fronte al suo tavolo. — Dunque, come vanno le cose? — chiese Phillips, col tono di chi pensa: “Meno male che è toccata a te”.

Franklin esitò un momento prima di rispondere, poi si appoggiò allo schienale e si passò la mano fra i capelli prematuramente grigi. — Sono convinto che ne verremo fuori bene. Da quanto ho capito, mi pare che non ci sia niente di grave. Comunque, voglio uscirne al più presto. Sai che cosa ne pensa il capo della pubblicità negativa.

— Sì, ho sentito anch’io la sua predica. Anzi, qualche volta io stesso ho detto le identiche cose — disse Phillips. — A ogni modo, tu credi che tutto andrà bene?

— Ne ho passate di peggio. Naturalmente, molto dipende da come soffiava il vento. E da come sanno cavarsela laggiù. Tu conosci il Comandante del Forte? Deve fare rapporto a te.

— È uno dei miei uomini, però non ho avuto molti contatti con lui e sul suo conto ne so poco più di te. Mi risulta che aspetta la promozione, ma credo che sarebbe regalata. Indubbiamente il suo non è un grande incarico: deve fare la balia a un gruppo di scienziati e di tecnici. Poi un sacco di scartoffie e di grane, per tenere a bada i piloti della squadriglia che compie i voli di prova.

— Be’, adesso ha qualcosa di grosso per le mani — disse Franklin. — Ammesso che riesca a mantenere il sangue freddo per fare le cose come si deve. Cos’è la fase due del libro blu che lui dice di aver reso operativa?

— Il libro blu è il manuale per le operazioni d’emergenza. Con “fase due” sono indicate le misure previste in caso di sospette perdite di gas o di iperirrorazione accidentale, esattamente quello che si è verificato oggi pomeriggio a Fort Howard. Esistono anche altre modalità, però la fase due è segreta: i contatti con la popolazione civile sono ridotti al minimo per assicurare la massima segretezza. Il Comandante non l’avrebbe messa in atto se avesse pensato che la popolazione civile correva ancora dei rischi. Per lo meno, non era tenuto a usarla.

— Con tutta probabilità è convinto che se qualcosa deve succedere, ormai è tardi per rimediare.

— A meno che sia talmente preoccupato che qualcosa trapeli, da non averci pensato. È difficile stabilirlo da quell’unica comunicazione che abbiamo ricevuto. D’altra parte, non l’ho interpellato direttamente. Desideravo sapere che cosa avrebbe fatto il vostro settore.

Franklin rifletté per alcuni secondi, dopo di che richiuse il fascicolo che stava leggendo. L’etichetta diceva: “Atomo-MX3”. — Sarà opportuno chiedere subito informazioni — disse. — Non posso arrivare là prima di…

La Notte del Furore - Copertina

Tit. originale: Rage

Anno: 1972

Autore: Philip Friedman

Edizione: Mondadori (anno 1981), collana “Urania” #915

Traduttore: Bianca Russo

Pagine: 176

Dalla copertina | A bordo di un aereo da caccia dell’U.S. Air Force in volo su una zona arida e deserta del Wyoming, il dito del capitano Roger Liefler preme un bottone nero e dopo trenta secondi un bottone rosso. Ma questa volta non si tratta di un’esperienza atomica. Si tratta, se possibile, di qualcosa di più atroce. Non per niente il “duro” George C. Scott, indimenticabile nella parte del generale Patton, ha rifiutato la parte di un militare nello spettacolare film tratto da questo spettacolare romanzo e diretto da lui stesso. In La notte del furore, Scott non è il capitano Liefler, né il colonnello comandante la base di Fort Howard, né il generale Phillips, da cui dipendono il Progetto “Alfa-Tau” e lo sviluppo dell’”MX3″… In La notte del furore, Scott è semplicemente Dan Logan: un rancher che s’era accampato con suo figlio Chris nelle vicinanze della zona dove il capitano Roger Liefler preme i suoi bottoni.