La Rivelazione

La Rivelazione

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Un uomo sconvolto confessa i terribili eventi di cui è stato testimone. I fatti risalgono a una notte degli anni Venti. Da ben cinque anni il protagonista segue come discepolo lo studioso Warren, esperto d’occultismo. Il suo mentore e miglior amico stavolta lo ha condotto nel cimitero di Zanasar, dove spera di trovare prove tali da confermare certe sue teorie. Si apprestano a profanare una cripta; Warren scende e impone al compagno di restare in superficie. Prima di calarsi lo lascia senza lanterna, ma promette di comunicare grazie ai trasmettitori che hanno portato con sé.

Le notizie che giungono dalle profondità sono però atroci… Al protagonista non resta che sigillare l’ingresso della cripta, e fuggire sopraffatto dall’orrore.

Il cortometraggio La Rivelazione omaggia H.P. Lovecraft, il celebre scrittore americano noto per aver dato vita a una lunga serie di racconti horror e weird. Nelle sue pagine, egli immaginò che mostri crudeli si celassero negli abissi dei mari, nelle profondità della terra, in temporaneo esilio. Entità semidivine o ritenute tali dai folli adoratori; tutte in attesa del momento propizio per ridestarsi e prendere possesso dell’universo, condannando l’umanità alla follia.

Il cortometraggio, realizzato da Alessio Ciancianaini a partire da un progetto di un corso di cinematografia, non esibisce mostri, né ricorre a effetti speciali; è semmai il dialogo ad avere il compito di suscitare l’orrore, facendo immaginare le scoperte di Warren. La scelta di usare l’immaginazione come effetto speciale è coerente con lo stile narrativo di Lovecraft, e permette di realizzare un video decoroso con un budget minimo… senza rinunciare alla paura!

Le riprese sono state effettuate a Sarzana, nella notte compresa tra il 17 e il 18 aprile 2010, in un cimitero autentico, quello del piccolo borgo di Falcinello. A ben vedere la sobria messa in scena funzionerebbe anche qualora venisse riproposta in teatro, con pochissimi adattamenti. Fotografia e montaggio sono molto tradizionali, e quasi ci riportano indietro nel tempo: il ritmo narrativo è paragonabile a quello degli horror classici.

Due sono gli attori in scena, un terzo presta la voce narrante; la colonna sonora è minimale e interviene quando davvero è indispensabile. I costumi sono piuttosto credibili per l’epoca che intendono rappresentare.

Prodotto dalla Polaris Cinematografica, il cortometraggio è una sorta di saggio conclusivo di un corso, e come tale ha poche pretese. A torto, forse: a festival specializzati sono stati messi in concorso video di qualità ben inferiore. Inoltre la distribuzione poteva contare sulle convention di appassionati di Lovecraft, e del gioco di ruolo ispirato alle sue opere, “Il Richiamo di Cthuhlu”.

A volte bisognerebbe osare di più.