Merlino

Merlino

Nell’immaginario comune, il mago Merlino ha l’aspetto di un vecchio dalla lunga barba bianca, con le caratteristiche di un saggio druido e di un simpatico nonno. In realtà, il Merlino delle saghe arturiane è una figura molto più ambigua. Compare per la prima volta nella Prophetia Merlini dello scrittore e cronista medievale Goffredo di Monmouth (testo poi incorporato all’interno della sua Historia Regum Britanniae) il quale unisce materiali riguardanti un bardo celtico di nome Myrddin a quelli di un condottiero romano-britannico del V secolo, Ambrosius Aurelianus.

Il personaggio che ne deriva, chiamato Merlino Ambrosius, è figlio di un essere sovrannaturale (forse un demone) e di una donna mortale, e avrebbe ereditato dal padre poteri di chiaroveggenza, oltre alla capacità di mutare aspetto. Grazie al suo aiuto, re Uther Pendragon può giacere con la consorte di un sovrano rivale e generare così il celebre Artù.

Le diverse saghe attribuiscono sempre a Merlino l’invenzione della Tavola Rotonda e la creazione della spada magica Excalibur, oltre alla costruzione del complesso megalitico di Stonehenge, attraverso un magico trasporto di pietre dal Galles.

Merlino conserva inoltre caratteri demoniaci: se Goffredo di Monmouth gli attribuisce oracoli degni di un profeta biblico, per Robert de Boron, poeta francese vissuto a cavallo tra XII e XIII secolo d.C., il mago sarebbe addirittura potuto divenire l’Anticristo se la madre non l’avesse battezzato appena nato.

Questo personaggio fantastico, saggio o demonio che sia, si lascia ingannare da una bella fanciulla di nome Nimoe (talora chiamata Viviana, da alcuni autori imparentata con la Dama del Lago, madre putativa di Lancillotto) che, dopo averlo sedotto, lo rinchiude in una grotta o, secondo altre versioni, in un castello di cristallo.

Naturalmente il mito di Merlino ha subìto numerosissime rielaborazioni: da Mark Twain a Clive Staples Lewis, da Marion Zimmer Bradley a Sergej Luk’janenko, a Hugo Pratt… svariati autori l’hanno rivisitato, ognuno a modo proprio.

L’ha fatto anche Steve Barron nel 1998, con la mini-serie televisiva Merlino (Merlin, vincitrice di vari Emmy Awards), dove si propone un’immagine del grande incantatore molto diversa dalle precedenti: Merlino è giovane, intrepido e pronto alla battaglia; a prestargli il volto è l’affascinante Sam Neill.

Ancora adolescente, viene strappato alla famiglia e agli affetti dalla regina Mab, divinità celtica che vuole impedire l’avanzata sul suolo britannico delle truppe gallo-romane e l’affermarsi della religione cristiana. Mab vede nel mago il suo erede, ma questi le si ribella e aiuta Uther Pendragon nella guerra contro il tirannico re Vortigern, sostenuto invece dalla dea. Vortigern viene sconfitto in un’epica battaglia – che ricorda una sequenza del capolavoro sovietico Alessandro Nevskij di Sergej M. Ejzenštejn – e affoga in un lago ghiacciato. Mab, tuttavia, non demorde e, mentre Merlino educa il giovane Artù, ordisce una vendetta che coinvolge la sorella di quest’ultimo, Morgana, e la fidanzata di Merlino, Nimoe.

Nonostante la serie sia, in un certo senso, in debito con Excalibur di John Boorman, proponendo l’idea che il celebre mago abbia favorito il passaggio dal politeismo celtico al monoteismo cristiano, finisce per fornire una rilettura abbastanza anomala di tutto il ciclo arturiano. Morgana ha il viso sfregiato e intreccia una relazione con uno strano folletto, Frik, al servizio di Mab, mentre Nimoe appare come una devota fidanzata, anziché come una fattucchiera che seduce Merlino per carpirgli i segreti sulle arti magiche.

La mini-serie si regge su un’ottima prova di tutti gli attori, in particolare Sam Neill che, sebbene nel ricordo di tutti resti legato a Jurassik Park di Steven Spielberg, in realtà si è rivelato come un versatile attore che vanta interpretazioni molto diverse tra loro. Anche Rutger Hauer, il leggendario replicante di Blade Runner – in seguito sempre più appannato – può vantare di aver avuto qui un ruolo molto intenso, quello di Vortigern. Davvero azzeccata la triade malefica composta dall’altera Miranda Richardson (Mab), dalla vendicativa Helena Bonham Carter (Morgana) e dal divertente Martin Short (Frik), poliedrico attore, cantante e sceneggiatore, che si esibisce persino in una parodia dell’eroe di “cappa e spada” alla Erroll Flynn.

Dietro a Merlino c’è anche il genio di Robert Halmi Sr., già produttore di alcuni film tv e miniserie a carattere fantasy (I Viaggi di Gulliver, Arabian Nights, Giasone e gli Argonauti), che oggi sembra deciso a lanciare un sequel in cui, in una Camelot sconvolta dalla morte di Artù, il grande mago si trova ad addestrare come suo apprendista un giovane mendicante e ladruncolo di nome Jack. Riuscirà questa nuova produzione a bissare il successo dell’originale? Per saperlo, non possiamo fare altro che attenderne con impazienza l’uscita in Italia.