Mauro Cristofani

Racconti Fantastici

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Impossibile godersi i Racconti Fantastici, di Mauro Cristofani, senza conoscere la sua pittura. Le pagine riproducono sensazioni e angoli di mondi lontani, gli stessi che ritroviamo nei quadri. L’arte di Cristofani è apparentemente semplice: corpi androgini danzano nelle tele, sensuali e leggeri come soltanto le figure della mitologia sanno essere. Ambigue e mai troppo carnali, le creature si intrecciano con fiori, alberi, elementi architettonici usati ora come quinte di un immaginario palcoscenico, ora come decorazioni. Ricordano gli affreschi etruschi, rivisitati alla luce dell’Art Nouveau e delle stampe di Aubrey Beardsley, artista contemporaneo – e amico – di Oscar Wilde.

Quasi per uno scherzo del destino, il pittore ha avuto un omonimo professore universitario, scomparso da pochi anni. Il professore ha insegnato all’Università di Pisa, e ha pubblicato numerosi testi dedicati… proprio agli Etruschi.

L’opera del pittore Cristofani può incantare chiunque la osservi, anche perché rappresenta immagini da mito, o da fiaba, accessibili a chiunque le osservi, anche se digiuno di storia e di arte. Atmosfere analoghe si respirano nei suoi racconti. Si tratta di fiabe destinate a lettori adulti. Sebbene non siano presenti scene di sesso, violenza o parole volgari, e siano stati eliminati i particolari espliciti, con le ambiguità lasciate solo immaginare negli spazi tra i punti e i nuovi incipit delle frasi, è altrettanto vero che i temi trattati hanno poco di infantile. Anche un giovane può leggere i Racconti Fantastici, ma probabilmente non li apprezzerà fino in fondo, privi come sono di eroi senza macchia e senza paura, o di personaggi comici e picareschi. Il lieto fine giunge di raro, più spesso i protagonisti vengono scacciati dai regni fatati a cui potevano appartenere e che non hanno meritato. Tante avventure, sogno e magia… e conclusioni spesso malinconiche.

Il tema del “Paradiso Perduto” riaffiora, nella sua interpretazione paganeggiante: può essere lo splendido giardino curato da un gentiluomo, il regno subacqueo popolato da sirene e tritoni, o la vita errabonda ed emozionante dei girovaghi. Quasi sempre i protagonisti perdono il loro diritto a partecipare di queste esistenze privilegiate. Tornano alla concretezza di un’esistenza mortale, banditi per colpa del ricordo di affetti passati, richiamati dalla voglia di scoprire il mondo, abbattuti da incidenti o cadute, attratti da esperienze che appaiono irresistibili ma non mantengono poi le promesse.

Ci sono esistenze fatte di fatica, di placida vita familiare a volte illuminata dagli affetti, a volte serena ed opaca; e, per chi soccombe, non c’è una morte eroica. Quando la sorte è benevola i personaggi avvertono l’esigenza di proseguire il loro cammino verso l’ignoto, magari per trovare un giorno una nuova occasione.

Le diverse vicende sono narrate con toni da fiaba, con descrizioni simili a ricche pennellate di colore. Talvolta, come in un quadro, l’abbondanza di dettagli visivi quasi contrasta con la trama esile o con i personaggi, definiti da pochi tratti essenziali.

Il maggior pregio dei racconti di Cristofani è l’unione di immagine e parola. Ogni vicenda è accompagnata da una o più riproduzioni delle tele dell’artista, una quindicina di tavole. Succede qualcosa di analogo a quanto avvenne con l’uscita dei primi concept album, dischi contenenti una serie di brani ispirati a un tema comune, o che sviluppano una sola storia; o più tardi con i CD multimediali dedicati ad artisti di avanguardia, che uniscono arte digitale, musica, interviste e a volte giochi, quiz, materiale stampabile o altra gadgetteria. Probabilmente le musiche non sono tutte capolavori, le riproduzioni digitali non sono belle quanto stampe o litografie, i giochi non sono destinati a divenire memorabili classici, però l’effetto di insieme colpisce la fantasia.

Il libro di Mauro Cristofani fa volare alta l’emozione, soprattutto quando ci avvicina alla sua pittura.