Rapunzel

Rapunzel – L’Intreccio della Torre

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In fuga nel bosco dopo aver rubato una corona al palazzo reale, l’affascinante bandito Flynn Rider, trova un nascondiglio all’interno di una torre misteriosa. Ma, quando sta per godersi il meritato relax convinto di essere in salvo, viene preso in ostaggio da Rapunzel,un’esuberante ragazza dai lunghi capelli dorati dotati del potere di guarire e ringiovanire. La fanciulla non aspetta altro che uscire dalla torre in cui vive rinchiusa da molti anni, segregata dalla matrigna, madre Gothel, che sfrutta il potere incantato della sua chioma per rimanere giovane e attraente. Rapunzel finisce per stringere un patto con Flynn: gli renderà la corona rubata – che a sua volta lei è riuscita a sottrargli – e, in cambio, il ragazzo l’accompagnerà ad assistere allo spettacolo di misteriose luci nel cielo, che lei un giorno all’anno scorge in lontananza dalla finestrella della torre.

La coppia alla regia, Byron Howard e Nathan Greno, riesce finalmente a portare la fiaba di Rapunzel sul grande schermo: il progetto nasce infatti parecchi anni fa, quando i narratori della Disney iniziarono a interessarsi al testo di Jacob e Wilhelm Grimm con il placet dello stesso Walt Disney.

Il lungometraggio in 3D Rapunzel – L’Intreccio della Torre (titolo originale: Tangled) presenta tutti gli elementi dei film animati disneyani che per anni hanno incantato le giovani generazioni. Accompagnata da un personaggio carismatico quale Flynn Rider, Rapunzel vive un’avventura che le farà assaporare il gusto della libertà.

Complessivamente, l’intreccio regge, nonostante la partenza lenta e il finale troppo frettoloso, che desta piccoli ma legittimi dubbi sulla qualità della sceneggiatura. Dubbi che, pur non disturbando la visione agli occhi di un bambino, potrebbero destare perplessità in uno spettatore più maturo, che troverà brusco il recupero dei ricordi della primissima infanzia da parte della protagonista e strano l’atteggiamento del re e della regina, i quali non esitano a identificare nella sconosciuta Rapunzel la figlia perduta diciotto anni prima.

L’impressione finale è che si sia puntato più sull’impatto visivo – di notevole fattura – che sulla realizzazione di uno script semplice ma funzionale.

I protagonisti e i personaggi di contorno presentano una buona caratterizzazione, e l’espressività dei volti è impeccabile. Da lodare soprattutto la maestria nel delineare, dal punto di vista sia fisico sia psicologico, gli animali, il cavallo reale Maximus – infallibile poliziotto in lotta contro Flynn – e il fido compagno di Rapunzel, Pascal, un buffo camaleonte.

Ben realizzato grazie all’imponente squadra di animatori ed esperti visivi che hanno unito tecniche classiche all’uso della CGI, il lungometraggio offre scenari incantevoli e sequenze di danza sfavillanti in stile musical, sebbene in un paio d’occasioni la traduzione dei testi nella versione nostrana non sia stata propriamente all’altezza. Buono invece il doppiaggio, con le voci di Laura Chiatti per Rapunzel, di Giampaolo Morelli (l’ispettore Coliandro) per Flynn e del cantante Mario Biondi per il ruolo di Uncino.

Se l’animazione colpisce, tuttavia il 3D non è di valido supporto. A parte un delicatissimo accenno di profondità nei fondali, la percezione della terza dimensione non fa la differenza, nemmeno nelle rocambolesche scene d’azione.

Nonostante qualche piccolo difetto Rapunzel – L’Intreccio della Torre è un’avventura per tutta la famiglia, capace di divertire con personaggi ben realizzati, punto forte della produzione.

Animazione classica e innovazioni tecnologiche si mescolano nel 50° film d’animazione Disney, non memorabile come i grandi capolavori del passato, ma comunque godibile. Rapunzel – L’Intreccio della Torre uscirà nei cinema il 26 novembre nella versione 3D e dal 3 dicembre in 2D, per Walt Disney Animation Studios.