RiLL, ovvero Riflessi di Luce Lunare: una fanzine ludica fino al 2000, un premio letterario dal 1994, quattro antologie edite dal 2003 al 2006. Dopo Mondi Incantati, Ritorno a Mondi Incantati e Viaggio a Mondi Incantati, Sognando Mondi Incantati (ottobre 2006) è il risultato editoriale del XII Trofeo RiLL, a cura della NEXUS EDITRICE con il patrocinio del “Lucca Comics and Games”.
Impostata secondo un copione che già nelle precedenti edizioni ha visto come interpreti scrittori esordienti, autori affermati e classici del passato, questa nuova antologia ripercorre il suo schema tradizionale riservandosi tuttavia uno spazio per altre iniziative, e amalgamando il tutto in un interessante sguardo d’insieme sul panorama del Fantastico italiano. Produttore dell’iniziativa è un gruppo che vuole stare al passo con i tempi, con un netto distinguo da altri ben noti premi letterari, perennemente arroccati su se stessi. E il regista è una giuria varia e articolata, composta da nomi autorevoli e del mestiere.
L’ambientazione di questo progetto è un aspetto rimasto costante nel tempo, vale a dire il Fantastico, in tutte le sue forme ed espressioni: Fantasy, Fantascienza, Horror, e ogni altra diramazione di questo genere letterario che tende costantemente a travalicare i propri confini. Del resto, definire cosa sia fantastico è come voler dare forma all’acqua.
Sognando Mondi Incantati è articolata in più sezioni: troviamo inizialmente le opere dei primi quattro classificati di quest’anno, poi compaiono alcuni tra i migliori lavori delle passate edizioni e, ancora, racconti scritti dai membri della Giuria Nazionale. Infine, last but not least, una parte nuova, che ospita i frutti più rappresentativi del progetto S.F.I.D.A.: storie di scrittori esordienti su personaggi proposti dagli autori presenti in giuria.
Il risultato è un viaggio tra schemi classici e non, città post apocalittiche che esistono solo nella nostra mente (ma non per questo meno reali), tenerissimi elefanti in giardino, e nuovi “visitors” che vogliono salvare l’umanità anche senza il suo permesso. Ma anche giovani apprendisti incantatori che studiano l’elfico ascoltando strani aedi coperti di scaglie.
Nelle prime due sezioni dell’antologia, si assiste ad una sorta di evoluzione del genere fantastico, via via maggiormente penetrato dalle inquietudini del nostro tempo. Definire tutto questo come “mondo dei sogni” risulta forse ottimistico, perché ciò che affiora in queste narrazioni rappresenta, in gran parte, la proiezione amplificata degli incubi tipici della nostra era.
Del resto, il Fantastico non è mai fantasia pura, ma un modo in cui ogni autore trasmette la sua visione del mondo, mediante una veste particolare, a volte in modo diretto e illuminante, a volte sotto innumerevoli strati d’inconsapevole pudore. Seguendo un filo di lettura “antiorario”, troviamo un horror-fantasy classico nel racconto Storia di Draghi e Negromanti di GUIDO ALFANI (secondo classificato al VII Trofeo RiLL), con effetti di luna piena e finale a sorpresa.
Ma già in Pizza in Arrivo! di CRISTINA CARIGNANI (secondo classificato all’VIII Trofeo RiLL), tutt’altro che “leggero” nonostante il titolo, cominciano a mostrarsi pesantemente le apprensioni del reale: con un occhio ad Equilibrium, film Sci-Fi del 2002, spunta il terrore della schiavitù chimica – sogno nascosto di ogni lobby farmaceutica – in nome della perfezione del corpo e dello spirito, e finalizzata alla scomparsa di ogni velleità umana. Fantascienza dark intrisa di una malinconia che tocca il cuore in L’ultimo giorno buono dell’anno, di EMILIANO ANGELINI (vincitore meritatissimo dell’VIII Trofeo RiLL): uno sguardo molto poco ottimistico su ciò che possono regalarci la Scienza e il Progresso, e la loro inquietante progenie: il Nucleare.
Il tema del coma profondo, il momento oscuro tra la vita e la morte, viene narrato nel racconto Al di là della città di ANDREA GALLA (IV classificato 2006), forse meritevole di un riconoscimento più alto: ambientazione fantascientifica espressa con lucidità scarna e fraseggio serrato, che scivola in una distopia onirica simile agli Specchi di Ende per poi riportare il lettore a ritroso nel tunnel, fino ad un reale pieno d’interrogativi.
Ancora, l’agonia della Terra descritta con un’inquietante normalità alla Dick da MARIA FRANCESCA ZINI (III classificata), nel suo I Consulenti dell’Architetto; la forza del sentimento che va al di là di ogni difficoltà di comunicazione, tra i due protagonisti del tenero e un po’ assurdo racconto La Notte Balsamocarezza di BRUNA GRAZIANI (II classificata 2006); e il profondo, feroce disagio dell’adolescente Vippre in Oh giorni di sole di ALESSANDRO CONTI (I classificato 2006), in cui l’ambientazione fantasy è appena un velo, finalizzata a veicolare un percorso personale senza possibilità di redenzione.
Ma il viaggio in questo genere letterario poliedrico ed in perenne trasformazione non si conclude qui. I racconti di autori famosi proseguono il percorso senza soluzione di continuità, tra storie rivolte al passato, al presente e al futuro. L’atmosfera di un primissimo medioevo proto-spirituale viene “rivisitata” da FRANCO CUOMO, con il suo Malidora e l’Eremita, in cui forse stride nel finale il tono colloquiale del sant’uomo redento al peccato.
I processi dell’Inquisizione rivivono tragicamente ne Le streghe di Nogaredo di GORDIANO LUPI, che ripercorre un fatto realmente accaduto, con l’accento sui sensi di colpa di chi vi ha assistito impotente. Scenario medievalfantasy tradizionale, con immagini di cavalieri e battaglie ne Il mercenario di DONATO ALTOMARE, in cui il protagonista avverte fisicamente l’odore della morte e trova il suo momento eroico pensando di conoscere l’attimo della propria. Nomi e ambientazione fantasy anche in Arrivano di ANDREA ANGIOLINO, la cui brusca conclusione, anche se con messaggio evidente, lascia un po’ sconcertati: scenario subito ben delineato, vari personaggi introdotti, si sente l’assenza della caratterizzazione almeno di “quel maiale di Sgron”, a giustificare l’azione finale del protagonista.
Accanto alle ambientazioni del passato, le paure del presente: ironico e fantasioso, il racconto Perché non si dovrebbe costruire la linea C della metropolitana di Roma di MASSIMO MONGAI, con un mostro alla Lovecraft calato nella moderna Capitale, oppure Biodiversità di SERGIO VALZANIA, tradizionalmente Sci-Fi, in cui le donne sono dominanti ma ancora una volta nella necessità della caccia al maschio (inversione di poteri, ma il concetto non cambia). Ambientazione cyberpunk in Mai verrà la notte di MARIANGELA CERRINO, in cui la punizione capitale viene inflitta all’interno di un gioco telematico; inizio eccellente ma, subito dopo, il ritmo si allenta facendosi troppo descrittivo, con una sequenza finale discutibile: il pathos degli ultimi attimi del condannato a morte sarebbe la conclusione ottimale, mentre ulteriori spiegazioni forse starebbero meglio nel corpo del racconto. Chiude la gallery GIULIO LEONI, con La Ricerca del metodo, un impeccabile mini giallo fantascientifico su mini viaggi nel futuro, tra maghi illusionisti e insospettabili capacità ESP tra le mura domestiche.
Infine S.F.I.D.A., ovvero Sei Fantapersonaggi In Cerca D’Autore, in cui si spazia da gatti parlanti a cuochi partenopei impegnati nel menù di una squadra “calcistica” dai connotati futuristici ma anche comicamente attuali (chi saranno mai le Dzaebrae e i Loop-aet-teeh che giocano a Phootbawll lanciandosi bolidi d’energia?).
Non mancano poi mostri-killer generati dal fall-out di materiale radioattivo, cavalieri crociati avvinti nelle reti di magiche creature dei boschi, o strane locande dalle altrettanto strane frequentazioni.
Le nuove leve migliori dei veterani? Questo sarebbe eccessivo, ma forse ciò che l’autore noto offre in questa antologia è un divertissement, uno zuccherino comunque gradevole e sempre bene accetto, mentre l’esordiente, proprio in quanto tale, mette tutto se stesso. Oppure, più probabilmente, il lettore ha la tendenza istintiva a dare per scontato un livello qualitativo elevato in un pezzo con firma autorevole, mentre la capacità di un autore “nuovo” ha il sapore emozionante di una rivelazione. In ogni caso, quella passione particolare in cui l’entusiasmo iniziale ancora non si è smorzato, ma neppure ha raggiunto le vette più tranquille della notorietà affermata, emerge con prepotenza in ogni riga delle “new entry” di questo pregevole lavoro collettivo. E il merito non sta semplicemente in una piacevole lettura, ma anche e soprattutto nella dimostrazione palese di come il Fantastico non sia ora e non sia mai stato un genere “per ragazzini” o per adulti irrimediabilmente immaturi. Fantasy, Fantascienza e quant’altro ad esso ricollegabile, costituiscono un mezzo efficace per veicolare contenuti estremamente reali, una veste difensiva tra noi e le nostre paure capace di darci la forza d’esprimerle.
Del resto, un poeta che, con le sue visioni oniriche, ha incantato intere generazioni, afferma:
“Humankind cannot bear very much reality” (T. S. Eliot).