Unica erede del patrimonio di famiglia alla morte della madre, incolpata dell’uccisione della sorella, in realtà avvenuta per mano del malvagio patrigno, e da questi rinchiusa in un terribile manicomio, Baby Doll medita la fuga. Tra visioni, sogni, aspirazioni e metafore immagina la sua permanenza come la vita in un bordello in cui le prostitute danzano per attirare l’attenzione dei clienti e farsi scegliere. Quando danza per distrarre i clienti invece Baby Doll immagina la propria strada verso la libertà come un’iperbolica battaglia tecnologica tra katane, armi automatiche e nemici mostruosi.
Al suo quinto lungometraggio Zack Snyder sperimenta la via del soggetto originale. Dopo due adattamenti da fumetti, un cartone tratto da una serie di libri e il remake di un classico dell’orrore, il re del ralenti moderno fa un salto d’ambizione e produce, scrive, sceneggia e infine dirige una storia dalle aspirazioni altissime. Sucker Punch è un delirio di psicanalisi, immersione onirica e violenza metaforica, un tour de force espressivo non indifferente che satura la visione dello spettatore con una messa in scena barocca e stilizzata.
Purtroppo però l’ego del regista (grande fin dall’esordio) stavolta ha fatto il passo più lungo della gamba e dei moltissimi stimoli che Sucker Punch mette sullo schermo pochi arrivano a destinazione mentre la maggior parte si perde in un magma ben orchestrato di musica, iperboli e immagini che mescolano realtà e computer grafica come già visto in 300.
È impossibile non apprezzare la potenza muscolare con la quale Snyder porta avanti una poetica “spartana” della vita come campo di battaglia, e come questa poetica si rispecchi in uno stile ugualmente anabolizzato. Tuttavia è anche impossibile non sottolineare come stavolta la torta sia troppo farcita e dopo un’apertura a prologo, folgorante per ritmo, stile e trovate (di nuovo, dopo il grande calcio d’inizio di Watchmen), il film tende a ripetersi in una struttura che non solo presenta poche novità ma soprattutto annoia.
La guerra di Snyder è metafora di tante, troppe cose e troppo all’acqua di rose. La psicanalisi e l’infanzia, il ricordo e il sacrificio, la vendetta e il rimorso. Tutto insieme e tutto ammassato più che amalgamato.
Lo stesso si può dire dello stile visivo scelto. I colori di Jean-Pierre Jeunet e il barocco kistch di Baz Luhrmann, le gothic lolita e le bambole da anime, i videogiochi, Kill Bill, l’onnipresente Matrix, Sky captain and the world of tomorrow e poi ancora l’horror giapponese e il cinema fantasy. Sucker Punch riassume tutte le novità che le arti visive (dal cinema fino al videogioco passando per i fumetti) hanno proposto negli ultimi 10 anni, le unisce e tenta di rielaborarle al servizio di un viaggio nei sogni e nella mente, finendo per soffocare se stesso e un annoiato spettatore.
recensione gentilmente concessa da MyMovies.it
“Sucker Punch” è un fantasy d’azione che ci trasporta nella vivida fantasia di una ragazza per la quale il mondo dei sogni rappresenta la fuga estrema da una terribile realtà. Oltre le costrizioni del tempo e dello spazio, è libera di andare dove la porta la mente e le sue incredibili avventure sfumano i confini fra il reale e l’immaginario.
Rinchiusa contro la sua volontà, Babydoll tuttavia non ha perso la volontà di vivere. Decisa a combattere per la sua libertà, spinge altre quattro ragazze – la schietta Rocket (Jena Malone), la scaltra Blondie (Vanessa Hudgens), la leale Amber (Jamie Chung) e la riluttante Sweet Pea (Abbie Cornish) – a fare gruppo per sfuggire ai loro rapitori, Blue (Oscar Isaac), Madam Gorski (Carla Gugino), prima dell’arrivo del misterioso High Roller (Jon Hamm).
Guidate da Babydoll, le ragazze combattono una fantastica guerra contro tutti, dai samurai ai serpenti, con un arsenale virtuale a loro disposizione. Insieme devono decidere cosa sono disposte a sacrificare per sopravvivere. Ma con l’aiuto di Wise Man (Scott Glenn), il loro incredibile viaggio – se avranno successo – le condurrà alla libertà.
Frutto della creatività del regista Zack Snyder (“Watchmen”, “300”), “Sucker Punch” mette insieme un cast di giovani star, fra le quali Emily Browning (“The Uninvited”), Abbie Cornish (“Bright Star”), Jena Malone (“Into the Wild – Nelle terre selvagge”), Vanessa Hudgens (i film “High School Musical”) e Jamie Chung (“Patto di sangue”). Nel cast anche Carla Gugino (“Watchmen”) e Oscar Isaac (“Robin Hood”), Jon Hamm (“The Town” e “Mad Men” per la televisione) e Scott Glenn (“The Bourne Ultimatum”).
Zack Snyder ha diretto “Sucker Punch” da una sceneggiatura scritta con Steve Shibuya, tratta da una storia di Snyder. Il film è prodotto da Snyder e Deborah Snyder e i produttori esecutivi sono Thomas Tull, Wesley Coller, Jon Jashni, Chris deFaria, Jim Rowe e William Fay.
La squadra dei creativi dietro le quinte include lo scenografo premio Oscar Rick Carter (“Avatar) e i veterani di “Watchmen” e “300”, come il direttore della fotografia Larry Fong, il montatore William Hoy e il costumista Michael Wilkinson. La musica è di Tyler Bates e Marius DeVries.
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