Avanti il prossimo!
Molti ritengono che, se i dinosauri non si fossero estinti in modo così misterioso e repentino una sessantina di milioni di anni fa, oggi sarebbero loro a scrivere questa rivista. O a produrre film, magari dal titolo “Neogene Park”.
Al di là dell’interesse scientifico, queste creature – e prima di loro i draghi, che dei dinosauri sono stati precursori mitologici e oggi corrispettivi fantasy – sono riusciti a esercitare un’attrattiva enorme sull’immaginario collettivo. L’epoca dei dinosauri costituisce infatti il primo e unico pianeta alieno, vivo, su cui l’uomo abbia potuto davvero gettare uno sguardo: un mondo selvaggio popolato da animali di dimensioni inconcepibili, alcuni dei quali di aspetto tanto feroce da rappresentare la quintessenza dell’inumano.
A proposito di inumano… Svelata ormai la vastità spaziale e temporale che lo circonda, è relativamente facile per l’uomo moderno porsi come lume intellettuale la transitorietà e l’estrema circoscrizione della propria presenza nel cosmo. Ma, metabolizzato per questa via, il concetto in realtà gli rimane lontano e vago; lo tocca solo in superficie.
Tutt’altro effetto, invece, gli fa il constatare che proprio qui, a casa sua sulla Terra, sono intercorsi periodi meravigliosamente progettati, complessi, vitali e coerenti, in cui però la sua presenza non era contemplata; periodi centinaia di volte più lunghi dell’intera storia del genere homo.
E questa è un’immagine molto più diretta e assimilabile: ci fornisce un’immediata scala delle nostre dimensioni; perché parlare dei miliardi di anni di età dell’Universo, o di possibili forme di vita su stelle lontane o in altre galassie, ci lascia tutto sommato indifferenti, ma, appena abbassiamo a misura d’uomo la soglia dell’inimmaginabile, ecco che lo stupore rompe gli argini.
Forse è accaduto questo nel 1993, quando uscì nelle sale il Jurassic Park di MICHAEL CRICHTON e Steven Spielberg, e i dinosauri rinverdirono un fenomeno di merchandising che resiste tuttora: difficile trovare qualcuno, oggi, che non abbia mai sentito nominare un T-Rex o un Velociraptor.
È dunque con un mai estinto sense of wonder che proponiamo, come ottava uscita di TdC, un numero quasi completamente dedicato ai dinosauri e ai draghi. Cercheremo di introdurre in modo snello ma – ci auguriamo – interessante gli aspetti scientifici e mitologici di questi temi, proponendo poi, come di consueto, varie opere rappresentative, corredate con illustrazioni gentilmente donateci in uso da splendidi illustratori.
Tornando infine a quel “Neogene Park”, considerata la blanda inerzia con cui l’umanità si dispone a risolvere i suoi problemi autoinferti, non è detto che una pellicola del genere non possa ancora venire girata, tra 65 milioni di anni, magari dagli scarafaggi. Del resto – e i dinosauri ce lo insegnano – sappiamo bene di cosa può essere capace Madre Natura quando le prendono i cinque minuti (geologicamente parlando), e non vorremmo mai un bel giorno sentirci dire – come accadde ai dinosauri – “grazie, avanti il prossimo”.