In un limbo tra vita e morte, i vampiri rappresentano da secoli figure temute e affascinanti, tanto da essere ancora oggi d’ispirazione per numerose opere. Ma come nasce il mito del vampiro nella cultura europea? Si parte da superstizioni e credenze popolari dettate per lo più dall’ignoranza del popolo nei confronti di eventi scientifici all’epoca ancora poco chiari. Secondo gli studiosi, infatti, le prime figure “vampiresche” nell’immaginario comune risalirebbero alla paura di poter subire danni da persone già sepolte, e dalla scarsa conoscenza dei fenomeni di decomposizione del corpo.
A dare ancora più valore alle convinzioni popolari contribuì, intorno al XVII secolo, la diffusione di gravi epidemie rurali, ricondotte dai più proprio alla presenza di vampiri che, con il loro morso, si sarebbero fatti portatori di tali morbi. Nonostante gli studiosi dell’epoca cercassero di riportare alla calma la popolazione nelle campagne, l’idea della pericolosità dei vampiri si radicò, tanto che non furono rari fenomeni di disseppellimento per trafiggere i cadaveri con paletti di legno.
In particolare, in concomitanza con le epidemie, la figura dei vampiri è tornata periodicamente in auge nel corso dei secoli, in diverse zone d’Europa. Anche a Venezia, nel 2006, fu rinvenuto un cranio del XVI secolo con un mattone in bocca – ritenuto dagli studiosi un sistema per impedire che streghe e vampiri potessero ritornare nel mondo dei vivi per compiere delle stragi. I racconti sui vampiri non si sono praticamente mai arrestati. La superstizione spinse il popolo a veri e propri momenti di isteria generale, che convinsero personaggi come Papa Benedetto XIV e l’arciduchessa Maria Teresa d’Austria a esporsi e affermare che si trattava solo di fantasie e credenze popolari.
Lentamente, però, la figura del vampiro affascinò esponenti di arte e letteratura, che attorno a tali controversi personaggi iniziavano a costruire storie fantasiose e terrificanti. Nel 1819, John Polidori pubblicò il racconto breve Il Vampiro, nel quale per la prima volta tale creatura veniva rappresentata come un demone aristocratico. Risale invece al 1897 il successo del vampiro forse più famoso della letteratura mondiale: il Dracula portato alla ribalta da Bram Stoker. Che a sua volta si ispirava alla figura di Vlad III Principe di Valacchia – protagonista dell’ultimo vero romanzo gotico.
Anche l’arte, nel corso dei secoli, rende omaggio alla figura del vampiro. Artisti come William Blake e Henry Fussli furono tra i primi a concentrarsi sul mondo dell’oltretomba, dando la loro interpretazione del personaggio,. Ma è intorno alla metà dell’800 che si iniziano a vedere le rappresentazioni più simili a quelle tuttora conosciute. Non mancano poi iconografie particolari che attribuiscono al vampiro un’immagine femminile, come fa Munch nella sua opera Il vampiro.
Insomma, dai vampiri più disgustosi e malvagi, primo fra tutti proprio Dracula, a quelli in grado di far innamorare milioni di ragazzine in tutto il mondo, come accaduto per la più recente saga di Twilight, questa figura “mitologica” ha finito col divenire una vera e propria icona pop, protagonista di musical, fumetti, serie tv come True Blood. E addirittura di slot machine come Blood Suckers, talvolta mitizzata e tutt’altro che vista come portatrice di morte e sofferenza. Questa slot a 25 linee di vincita ispirata ai vampiri comprende i tradizionali wild e scatter, un bonus Vampire Slaying e un bonus free spin.
È forse proprio questo il fascino attuale dei “vampiri moderni”, personaggi ora eleganti e raffinati, ora ironici e in grado di sbeffeggiare la morte. Figure che racchiudono vizi e virtù dell’umanità, tanto assetata di sangue e spesso subdola quanto pronta a riscattarsi con la propria forza d’animo.