Massimo Polidoro, Skeptical Inquirer, maggio 2002
La maggior parte dei lettori ricorderà la trama di Jurassic Park, il film di Steven Spielberg ispirato al best-seller di MICHAEL CRICHTON: i dinosauri venivano riportati in vita grazie alle meraviglie dell’ingegneria genetica. Quei lucertoloni furono talmente realistici che la pellicola riscosse subito un enorme successo.
Di conseguenza, Crichton scrisse un nuovo libro e Spielberg diresse un nuovo film, Il Mondo Perduto – Jurassic Park. Fu ancora un trionfo, e altro pretesto per produrre un ulteriore sequel (con Crichton e Spielberg stavolta molto meno coinvolti)…
Mondo Perduto
Non molti sanno, però, che l’idea originale di far interagire l’uomo moderno con dinosauri redivivi risale al 1912, quando Arthur Conan Doyle, già una celebrità mondiale grazie alle avventure del suo Sherlock Holmes, pubblicò uno dei suoi più famosi romanzi, Il Mondo Perduto. Non fu una coincidenza – né un plagio – ma un tributo al vecchio maestro il fatto che poi Crichton abbia voluto assegnare il medesimo titolo a un proprio romanzo.
Nell’opera di Doyle, un gruppo di esploratori, guidati dall’energico professor Challenger, fa vela fino a una terra perduta situata nel Sud America (un luogo che Crichton troverebbe ottimo per ambientare le sue storie) scoprendo che i dinosauri, a lungo creduti estinti, sono ancora vivi. Dopo essere sopravvissuta a rocambolesche avventure, la compagnia riesce a far ritorno a Londra. Durante una conferenza pubblica tenuta al Queen’s Hall, Challenger tenta di convincere lo scettico uditorio circa le meraviglie di cui è stato testimone; ma parole, disegni e ritratti non bastano. Perché la storia risulti persuasiva occorre mostrare un animale in carne ed ossa.
E la creatura c’è: “(…) la grossa cassa quadrata venne deposta lentamente davanti alla sedia del Professore. In sala regnava il silenzio assoluto e l’attenzione del pubblico era assorbita da quanto stava accadendo. Il professor Challenger rimosse il coperchio facendolo scivolare. Scrutando all’interno, schioccò le dita diverse volte e la Stampa lo sentì dire: “Avanti, vieni, bella!”, con voce carezzevole. Un attimo dopo, con un rumore graffiante e secco, apparve una creatura orrenda e ripugnante che si appollaiò su un lato della cassa. (…) La faccia della bestiola somigliava al più mostruoso gargoyle che la fantasia di un pazzo scultore medievale potesse mai concepire: era malevola, orribile, con due occhietti rossi e brillanti come tizzoni. La bocca, semiaperta, lunga e selvaggia, era munita di una doppia fila di denti da squalo. Le spalle erano curve, e intorno ad esse drappeggiava ciò che somigliava a uno scialle grigio e scolorito. Sembrava il diavolo della nostra infanzia fatto persona.”
Creature Perdute
Questa è la descrizione di uno pterodattilo, il rettile preistorico alato che visse tra i 144 e i 65 milioni di anni fa. Naturalmente, quando Doyle scrisse il suo libro, dinosauri e pterodattili erano estinti da lunghissimo tempo. Immaginate che meraviglia se, da qualche parte, in qualche modo, i dinosauri fossero sopravvissuti fino ad oggi; è esattamente ciò che molti ritengono possa essere accaduto nei casi dei “mostri” di Loch Ness e di Ogopogo, o di altre misteriose creature. Tutt’oggi esistono animali già vissuti quando ancora vagavano i dinosauri, e probabilmente continueranno a esistere per molto tempo: per esempio squali, coccodrilli e tartarughe.
Sì, direte voi, ma c’è una gran differenza tra solitarie, misteriose, gigantesche creature che si dice vivano in un lago – ma alle quali nessuno pare capace di scattare una foto decente – e animali che invece qualunque scolaro può ammirare all’acquario. D’accordo, potrebbe rispondere qualcuno, ma che dire allora del fatto che creature preistoriche ritenute estinte siano poi state effettivamente ritrovate vive e vegete? Accadde col celacanto, per esempio, di cui nel 1952 fu ritrovato un esemplare vivo. È sorprendente, eppure “nuove” specie possono ancora essere scovate in questo nostro piccolo mondo: animali come l’okapi, il varano di Komodo, il gorilla di montagna, l’orso bruno della Manciuria, o il panda gigante furono tutti scoperti solo nel XX secolo. Sempre ai nostri giorni possono essere rinvenute perfino creature enormi e inattese: come chiamereste, infatti, il bizzarro e sconosciuto calamaro gigante (lungo più di 5 metri) filmato da una spedizione sottomarina nel maggio del 2001?
A questo punto ammetterete probabilmente come più plausibile l’eventualità di scovare in modo inaspettato un “dinosauro”, o una qualche altra creatura vissuta milioni di anni fa. Ma sareste disposti a spingere la vostra buona volontà fino al punto da immaginare i cieli del Nord America solcati da un autentico pterodattilo? Ebbene, qualcuno l’ha fatto.
Immagine Perduta
Tutto cominciò il 26 aprile del 1890 in Arizona, quando il Tombstone Epitaph, un giornale locale, pubblicò una storia sensazionale: “Trovato nel Deserto: uno Strano Mostro Alato Scoperto e Abbattuto nel Deserto di Huachuca”. Nell’articolo, il mostro veniva descritto come “un enorme alligatore con una coda estremamente allungata e un paio d’ali immense”.
Il mostro era stato avvistato e preso a fucilate da due rancheri che stavano attraversando il Deserto di Huachuca diretti verso casa. Una volta accertatisi che la creatura fosse morta, i due la esaminarono e “trovarono che essa misurava 28 metri di lunghezza per un diametro massimo di circa 130 cm”. L’apertura alare, “da punta a punta”, era all’incirca 48 metri. Le ali, come nei pterodattili, erano “costituite da una membrana spessa e quasi trasparente, ed erano prive di penne o pelo, così come il resto del corpo”.
Sfortunatamente, stando al racconto, i due cowboy lasciarono il mostro lì dove si trovava, tagliandone come souvenir solo la piccola porzione della punta di un’ala. Un “esame condotto dai più eminenti scienziati del momento” venne comunque eseguito il giorno successivo. Nessuna traccia dell’uccello o del rapporto della commissione è però mai apparsa al pubblico. HARRY MCCLURE, un giovincello di Lordsburg (New Mexico) ai primi del secolo scorso quando i due rancheri giunsero in città, ricorda l’episodio; aveva amici che conoscevano bene i due, e che ritenevano la storia non fosse affatto una burla.
La creatura fu fotografata? No, secondo McClure non lo fu, e in ogni caso l’articolo dell’Epitaph non fu accompagnato da alcuna immagine.
Altri, comunque, la pensano diversamente. Nel 1963, lo scrittore JACK PEARL parlò dell’articolo dell’Epitaph in un numero di Saga Magazine, spiegando che lo strano uccello fu fatto arrivare in città e fotografato. Fu messo su un carro, trasportato a Tombstone, e inchiodato al muro di un granaio: sei uomini montarono la guardia, con le armi in pugno.
Pearl, comunque, pare avesse in mano molti dettagli errati, come MARK HALL chiaramente spiegò nel periodico Fortean Times, e la storia della foto non ha mai ottenuto alcuna conferma.
Molte persone, nondimeno, ricordarono di aver visto qualcosa come una fotografia, o la fotocopia di una fotografia, nelle mani di IVAN T. SANDERSON, il famoso naturalista scomparso nel 1973. Apparentemente, Sanderson consegnò la fotocopia a due ragazzi impegnati in un’inchiesta riguardo a voci di uccelli giganti apparsi nel cuore della Pennsylvania settentrionale, i quali poi la persero nel corso del loro studio. Sono state eseguite ricerche su ogni genere di pubblicazione, dal National Geographic alla rivista Fate, inclusi tutti i numeri arretrati dell’Epitaph, ma di quella foto non fu mai trovata traccia. “Le numerose ricostruzioni basate sui ricordi della fotografia mancante”, conclude Hall nel suo articolo, “sarebbero erronee. Come molti altri, ho trascorso parecchie ore a caccia di quell’immagine e, come loro, continuerò a cercare. Chiunque legga della foto fantasma è colto dallo stesso desiderio di rintracciarla.”
Poi, dopo molti anni, un’immagine misteriosa emerse da Internet…
Opportunità Perduta
Nella primavera del 2000, un nuovo sito Web pubblicò una fotografia sensazionale, che mostrava un gruppo di persone, all’apparenza soldati nordisti dell’epoca della guerra civile americana, davanti alla carcassa di un massiccio pterodattilo! Il redattore del sito, DEREK BARNES, annunciava che la foto era stata trovata nel luglio del 1998 “schiacciata tra le pagine di un libro degli anni Settanta sul paranormale, comprato in un negozio di saldi”. La foto, in tinte seppia, graffiata, dagli orli lacerati, sembrava molto impressionante e, a quanto si diceva, la sua autenticità era stata verificata da molti esperti. Uno storico aveva identificato le uniformi degli uomini come “tipiche dei Volontari dell’esercito dell’Unione intorno agli anni 1861-1862”. Un altro esperto, un certo “M. NANCE DARBROW, insegnante di paleontologia presso l’Università della Florida”, aveva asserito che nessuno a quel tempo avrebbe potuto conoscere uno pterodattilo, dal momento che i primi fossili furono rinvenuti in Nord America dopo il 1871. “Questa fotografia”, commentò Barnes nel suo sito, “è destinata a diventare il più grande scoop paranormale del secolo, oppure mi qualificherà come il più grande sciocco del pianeta. O forse ambo le cose.”
Questo Santo Graal della criptozoologia fu poi almeno localizzato? Al posto dei cowboy, in piedi davanti all’uccello c’erano soldati della Guerra Civile Americana: si trattava forse di uno pterodattilo diverso? Nel maggio del 2000 il Fotean Times pubblicò un articolo molto scettico su questa foto, che si chiudeva con le seguenti parole: “Crediamo che (Barnes) sia un burlone ma di quelli intelligenti e bene informati, come dimostra il suo sito, pieno di eccellenti scherzi su “anormalità” – per esempio, l’immagine piuttosto disgustosa di una toilette fotografata con cura dopo che qualche sfortunato vi ha appena vomitato rane.”
In seguito all’uscita dell’articolo, emersero presto ulteriori dubbi. Molti lettori scrissero indicando vari particolari che portarono poi a classificare definitivamente la foto come una contraffazione. Innanzitutto, gli uomini ritratti erano palesemente delle comparse “data l’eccessiva presenza tra loro di individui troppo adulti e troppo in carne – il soldato medio della Guerra Civile era uno scheletrico diciannovenne”. Questi gruppi di figuranti sono piuttosto comuni negli Stati Uniti e “fra loro c’è una proporzione assai maggiore di persone più grasse e vecchie della media, rispetto all’esercito autentico”. Anche le uniformi pulite “li indicano come comparse piuttosto che veri soldati”.
Le loro pose sono inoltre “troppo naturali per una fotografia del 1860”; se avete modo di osservare foto di quel periodo “potete notare una dozzina di sottili differenze circa il modo in cui stanno in piedi, tengono la testa, gli sguardi sui loro volti e cosa fanno con braccia e mani mentre vengono fotografati”.
Tutti i dubbi furono infine confermati allorché venne scoperto che il sito (di Barnes: “FreakyLinks”) era collegato ai creatori di The Blair Witch Project. FreakyLinks era infatti il titolo di una serie TV in procinto di uscire, e il sito era stato creato a scopo promozionale. Protagonista della serie era l’attore Ethan Embry, e il suo personaggio fu chiamato “Derek Barnes, redattore di un sito Web che indaga sul paranormale”.
Come ci si aspettava, gli esperti citati nel sito erano immaginari, come pure lo pterodattilo: si trattava solo di materiale di scena messo gentilmente a disposizione dalla FOX.
La speranza dei criptozoologi, di avere trovato finalmente la prova autentica dell’esistenza di uno pterodattilo in era moderna, ritornò così nel mondo dei sogni. Ma se, da qualche parte, esistono un libro o un periodico ignoti che contengono davvero un vecchio ritratto di un uccello misterioso, si spera che prima o poi vengano trovati.
References
Anonimo, “Found in the desert”, Tombstone Epitaph, 26 aprile 1890;
Anonimo, “Is this a pterodactyl?” Fortean Times, 21 maggio 2000;
Derek Barnes, “How many pterodactyls did you kill in the war, daddy?”, 2000;
Michael Crichton, Jurassic Park, New York 1990 ALFRED A. KNOPF, INC.;
Michael Crichton, The Lost World, New York 1995 ALFRED A. KNOPF, INC.;
Arthur Conan Doyle, The Lost World, Londra 1912 HODDER AND STOUGHTON;
Mark Hall, “Thunderbirds are go”, Fortean Times, dicembre 1997;
Lettere, “Pterodactyl photo”, Fortean Times, agosto 2000;
Harry F. McClure, “Tombstone’s flying monster”, Old West Magazine, estate 1970;
Jack Pearl, “Monster bird that carries off people”, Saga Magazine, maggio 1964;
M. Vecchione, “Worldwide observations of remarkable deep-sea squids”, Science, dicembre 2001.
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