“I teorici dell’esegesi storica hanno sempre sostenuto che il senso di un testo è quello che l’autore gli dava e che il destinatario del suo tempo poteva comprendere. Questa teoria ha il grande merito di affermare che un testo assume significato all’interno di una cultura storicamente determinata. L’esegesi ha cosi il compito di ricostruire i significati storici delle parole e dei concetti usati nei testi.”
Per capire i primi testi cristiani quindi, è necessario conoscere il contesto storico in cui sono stati prodotti. Le parole ed espressioni che troviamo in questi testi si rifanno ad un ambiente culturale specifico; si trovano riferimenti a situazioni della vita quotidiana, della famiglia, del lavoro o ad altri contesti sociali, che spesso non riusciamo a capire in modo soddisfacente perché la “lontananza” temporale e culturale non ce lo permettono.
Come spiegano Adriana Destro e Mauro Pesce nell’articolo “The colour of words” le parole dei testi antichi possono essere paragonate metaforicamente a dei bassorilievi antichi scolorati con il passare del tempo. Osservando questi bassorilievi oggi riusciamo a percepire solo una parte della loro apparenza originale:
“Most Egyptian bas‐reliefs, encountered in archaeological sites and museums today, do not appear in the form they had when they were first produced. Most of them are colourless or have preserved few traces of their original and intense colours. The variation of the colours’ intensity induces us to concentrate on the temporal alterations of cultural forms and appearances and on the consequent instability of cognitive values…
segue… http://amsacta.unibo.it/3442/
N.B:
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