Vampire Hunter D - Bloodlust

Vampire Hunter D – Bloodlust

“The distant future… Vampires rule the night, but their numbers are dwindling. With huge bounties on their heads a class of hunters has emerged. Bounty Hunters. One hunter is unlike all the others. He is a Dhampir – a half human, half vampire. At war with himself, feared by all, tortured and alone, he is… Vampire Hunter D.”

In un futuro distante i vampiri governano la notte, ma il loro numero sta diminuendo. Viste le enormi taglie sulle loro teste, una nuova classe di cacciatori è emersa: I Cacciatori di Taglie. Ognuno di loro è diverso dagli altri. Lui è un “Dhampir”, metà umano e metà vampiro. In guerra con sé stesso, temuto da tutti, torturato e solo. Lui è Vampire Hunter D.

Così comincia questa storia per il grande schermo, la seconda ispirata al personaggio del “vampire hunter” (la prima vide la luce nel lontano 1985) tratto da una serie di romanzi (12 per la precisione raccolti in 19 volumi) ideati da HIDEYUKI KIKUCHI e illustrati da YOSHITAKA AMANO. In questo film d’animazione, scritto e diretto da YOSHIAKI KAWAJIRI, il regista punta sulla spettacolarità delle azioni. Kawajiri mantiene lo stile già espresso in altre sue opere dove dedica grande spazio ai combattimenti, come La Città delle Bestie Incantatrici, Ninja Scroll e uno dei suoi ultimi capolavori, l’episodio Program in Animatrix. Non tralascia però di caratterizzare i suoi personaggi, dotandoli di un dilemma interiore, di una solitudine che sembra pervaderli nel profondo, e spesso di una gentilezza che sorprende.

L’ambientazione è di stampo gotico, con oscure notti ed assolatissimi giorni, un misto tra la tipica storia di vampiri e un western all’Italiana di Sergio Leone, il tutto accompagnato dalle musiche di MASSIMO D’AMBROSIO che si adattano perfettamente ad ogni scena, pervadendo l’opera con una soffusa malinconia affiancata da un’azione piuttosto sfrenata.

Il mondo in cui si muovono i personaggi è talmente lontano nel futuro da perdere quasi ogni corrispondenza con la nostra realtà. La Terra è popolata da vampiri ed umani, che sembrano dividersi rispettivamente la notte ed il giorno; esistono poi altre creature, alcune con poteri ed aspetto che ricordano quelli dei Morlock della Marvel (deformi e schivi mutanti che vivono nelle fogne), altre simili a mante giganti che solcano le sabbie del deserto.

Inoltre c’è la “mano parlante” di D, la sinistra, essa racchiude un “simbionte” che aiuta il vampire hunter con la sua capacità di aspirare le anime dei vampiri. La mano è ironica, snervante, paurosa, ma tutto sommato tiene compagnia. Spesso la si vede cercare di stabilire con D un rapporto di amicizia, con scarso successo (il fallimento di quasi tutti i legami tra i vari personaggi è un po’ un leit motiv nella storia).

In questo mondo distante, la civiltà è regredita in stile post-apocalittico, con devastazioni, deserti senza fine e grandi strutture delle epoche passate ormai lasciate a se stesse.

Il denaro gioca ancora un ruolo molto importante; tutto infatti si compra, anche i servizi di un Cacciatore di Taglie come D, la cui unica missione nella vita è quella di sterminare la razza dei vampiri, mosso da uno spirito di vendetta senza precedenti.

I Vampiri di questa realtà sono molto “stokeriani”: nobili, affascinanti e ricchi. Inclini all’inganno, spietati e designati a dominare il mondo, anche se alcuni di loro vivono in funzione di un grande mito, “la Città della Notte”, un luogo nello spazio siderale, una città appunto, dove i vampiri possono vivere in pace senza essere braccati, mantenendo la loro dignità di nobili immortali.

È questa l’aspirazione di Meier Link, un conte vampiro che si è innamorato – ricambiato – di una giovane di ricca famiglia: Charlotte Elbourne.

Intenzionati a coronare il loro sogno d’amore in un luogo lontano dai pregiudizi, i due amanti inscenano un rapimento e si affidano a Carmilla, una vampira molto antica che offre loro – apparentemente in cambio di nulla – una navetta spaziale con cui raggiungere la leggendaria città.

In realtà, lo scopo della sanguinaria creatura della notte, capace di proiettare illusioni così veritiere da ingannare gli stessi vampiri, è quello di procurarsi sangue fresco (probabilmente) di vergine per resuscitare il suo corpo morto da tempo.

Il padre di Charlotte, un uomo legato alla realtà e provato dalla vita (come dimostra la sua condizione di invalido), offre una taglia per recuperare la ragazza, viva nella migliore delle ipotesi, o senza testa se la mutazione in vampiro avesse già avuto inizio. Conosce i rischi e sa a chi rivolgersi.

Sempre il denaro fa la differenza tra il vivere ed il sopravvivere. Lo si desume dai prezzi: un cavallo costa trecentomila dollari, recuperare la ragazza ne costa venti milioni, mentre ricevere protezione dalle migliori guardie del corpo ben cento milioni di dollari. Questo è il prezzo pagato da Meier per comprarsi l’aiuto dei Barbaroi, un gruppo di demoni che si vendono – ma con dignità ed onore – al miglior vampiro offerente, proteggendolo poi a costo della loro stessa vita.

Meier fa bene a sentirsi in pericolo. Sa che durante il giorno è vulnerabile perché non può sopportare la luce del sole e, dovendo viaggiare a tappe, gli serve qualcuno che lo difenda nei momenti in cui è costretto a riposare nella sua bara.

Vampire Hunter D non è il solo comunque sulle tracce del conte; alla caccia, su una specie di pulmino corazzato con le finestre a forma di croce, partecipano anche i fratelli Markus, quattro ragazzi con abilità molto particolari.

Borgoff è il maggiore, il capo carismatico della banda, con una mira esagerata è in grado di scagliare frecce d’argento tramite una balestra attaccata direttamente al braccio; Kyle è il mago dei pugnali rotanti; poi c’è Nolt , il tipico forzuto di poche parole (e, quelle poche, neanche troppo intelligenti); infine troviamo Grove, malato ma capace di proiettare la sua forma astrale fuori dal corpo, e di lanciare scariche d’energia davastanti.

Con i quattro fratelli viaggia Leila, una ragazza che loro hanno accolto nella famiglia quand’era ancora bambina dopo che i parenti le erano stati sterminati dai vampiri. Leila è una dei coprotagonisti dal carattere più sfaccettato. È solitaria, un poco dispotica, sicura di sé ma allo stesso tempo fragile e bisognosa di affetto.

A contrastare i fratelli nella caccia a Meier ci sono, come accennato, i Barbaroi, dai poteri sorprendenti: Benge è capace di fondersi con le ombre e divenirne parte, oltre a poter plasmare una realtà dimensionale all’interno del proprio mantello; la seducente Caroline ha l’incredibile abilità di adattare il corpo a qualsiasi materiale con cui entri in contatto; e Mashira possiede poderosi artigli e un’impressionante testa di lupo che gli esce dallo stomaco.

E, in mezzo ai contendenti, naturalmente, c’è D, il Dhampir; egli possiede gli stessi poteri di un vampiro ma senza le sue debolezze.

I Barbaroi hanno dunque come scopo quello di fermare l’avanzata dei cacciatori per permettere a Meier e Charlotte di raggiungere il castello di Carmilla; i fratelli Markus e lo stesso D cercano di recuperare la ragazza prima che questa venga vampirizzata.

Una lotta crudele in cui non di rado i ruoli cacciatori/prede e buoni/cattivi s’invertono.

È limitativo infatti inquadrare i protagonisti come stereotipi. A tratti ci troviamo quasi in un clima da shojo manga sofisticato, dove i personaggi maschili sono tutti belli, vestiti a regola d’arte, tenebrosi ed affascinanti, pronti a tutto per salvare chi stia loro a cuore, altre volte li vediamo combattere brutalmente per del vile denaro, trattare il prossimo con tracotanza e uccidere senza pietà chiunque si pari sulla loro strada.

In certi momenti gli spettatori si troveranno addirittura a parteggiare per Meier, commossi dall’intensità del sentimento che lo lega a Charlotte, e dallo spirito di sacrificio che più volte i due amanti manifestano; lui disposto perfino ad uscire alla luce del sole, prendendo fuoco, pur di salvare lei, e lei che corre ad abbracciarlo giurandogli ancora e sempre amore eterno.

Questa ed altre scene, come nel passo in cui Leila toglie l’anello dal dito di Charlotte – ormai trasformata in vampiro da Carmilla – gettandolo giù dalle scale, in una sequenza rallentata di fotogrammi riflessi, fanno di Vampire Hunter D: Bloodlust un capolavoro.

Il lungometraggio è stato supportato del resto da un budget altrettanto maestoso, e da un lancio in grande stile. La prima in America fu presentata il 24 Agosto del 2001 al Museo Egizio di Hollywood (uno tra i più famosi al mondo), con queste frasi:

The tables turned, (La situazione si è capovolta)
The secrets revealed, (I segreti sono stati rivelati)
And the hunters have become the Hunted. (e i cacciatori sono diventati le prede)
This is Vampire Hunter D (Questo è Vampire Hunter D)
and all is not as it seems… (e tutto non è come sembra…)

Grandi combattimenti, illusioni, trabocchetti e molto di più aspettano il pubblico.

Per coloro che volessero averne un assaggio, esiste un video musicale di Moonlight Shadow in versione remixata, che circola in Internet, dove vengono utilizzate proprio le scene di Vampire Hunter D: Bloodlust. Veramente da non perdere.