Verticalismi (www.verticalismi.it) è un sito ambizioso: già in home page una riga di presentazione afferma che siamo in presenza del “più grande esperimento artistico inerente l’arte a fumetti e la tecnologia secondo Altan Moor” (pseudonimo di uno degli autori pubblicati). Si presenta come una rivista vera e propria, dedicata interamente al fumetto ma ricca pure di rubriche e news, anch’esse a fumetti, e soprattutto si caratterizza per pubblicare ogni contenuto in formato ‘verticale’ (da cui il nome), che, secondo i creatori del progetto, dovrebbe essere quello ideale per la lettura dei fumetti su web. Fatto sta che si tratta di una scelta singolare che ha sicuramente contribuito ad accrescere la fama del sito, ormai diventato uno dei punti fermi di quel sottobosco culturale ‘alternativo’ che si annida da qualche parte nel web. Le storie pubblicate, talvolta anche a opera di autori abbastanza noti, appartengono a tutti i generi, e la loro qualità va dal capolavoro al ‘quantomeno discutibile’, ma sono tutte accomunate dal formato verticale. Non mancano concorsi e omaggi di vario genere (è di pochi mesi fa quello dedicato a Batman). Sarà vera gloria? Ce ne parla Mirko Oliveri, uno dei creatori.
ANDREA CARTA | Come nasce Verticalismi? Spesso chi dà vita a questo genere di siti ha alle spalle un’esperienza negativa nei canali tradizionali. È successo qualcosa del genere?
MIRKO OLIVIERI | Tutto è nato nel 2010, mi trovavo nella mia fumetteria di fiducia (Fumettopoli a Reggio Calabria) e tra amici venne fuori l’idea di organizzare un contest di fumetto. Da questo seminale progetto si è sviluppato Verticalismi, diventando altro e andando oltre. Nessuno dei membri della Crew (così chiamiamo la nostra Redazione) ha mai avuto esperienza diretta con l’editoria, quindi nessuna delusione o voglia di riscatto, solo il desiderio di professare l’amore per il buon fumetto.
AC | Perché questo particolare formato verticale, “senza click e pop-up”?
MO | Ritengo che il formato verticale sia l’unico tipo di formato capace di rispettare gli elementi essenziali del fumetto, ossia il testo, l’immagine e la sequenza (detta anche ‘spazio bianco’). I fumetti digitali fino a pochi anni fa consistevano in convulse scannerizzazioni di pagine cartacee, da leggere a colpi di zoom con effetto nauseante, oppure altri esperimenti, ad esempio con animazione e musica, espedienti che tradiscono il fumetto, forzando il tempo di lettura. Il verticalismo permette al lettore di stabilire autonomamente questo tempo, di poter tornare indietro, fermarsi, oppure andare più veloce, proprio come un fumetto cartaceo. Secondo me non esiste un formato migliore per leggere un fumetto digitale.
AC | Verticalismi non sembra orientato a un genere narrativo particolare. Si tratta di una scelta precisa per non dover escludere nessuno? Ci sono generi ‘preferiti’, dalla redazione o dai lettori?
MO | No, non è una scelta per non escludere nessuno, anzi gli esclusi da Verticalismi sono parecchi. La scelta è dovuta al fatto che, non essendo editori, non abbiamo la necessità di aggredire un particolare segmento di mercato. La nostra linea distingue solo buoni fumetti e cattivi fumetti, senza nessuna preclusione di genere, target o altro, purché per l’appunto siano belli.
AC | Quali sono le serie di maggior successo tra quelle da voi pubblicate? Quanti lettori abituali possono vantare?
MO | Cito in particolare: L’Amico di Chisinau, RadioPunx, L’Insonne, Marco Travaglio Zombi, Sacro/Profano, Soldier Side (fumetto russo tradotto da verticalismi), VIOLEnT HILL. Ognuna di queste ha ricevuto oltre mille visitatori unici lo stesso giorno della pubblicazione, ma anche oggi rimangono tra le serie più lette.
AC | La ‘solita’ domanda da un milione di dollari: è forse il web il futuro del fumetto? E le pubblicazioni da edicola (o da libreria) finiranno per scomparire, tanto più che vendono sempre di meno?
MO | Sono certo che il futuro del fumetto è digitale, ma prima di spiegare come sarà è meglio illustrare com’è il mercato italiano oggi. Il fumetto in edicola è in calo, mentre in libreria è in crescita (tanto è vero che molti editori di narrativa adesso stanno pubblicando anche fumetti). Io credo che nel futuro ci sarà un’industria molto simile a quella della musica o dei videogiochi; questi settori guadagnano principalmente dalla vendita di file digitali smaterializzati, allo stesso tempo per i super appassionati è possibile acquistare costose edizioni ‘materiali’, ricche di gadget e dal taglio lussuoso.
AC | C’è qualche autore, fra quelli lanciati da Verticalismi, che è poi riuscito a farsi pubblicare nel modo tradizionale? Pensi che siano in molti a sperarci fra coloro che presentate?
MO | Ce ne sono stati parecchi, ma ci tengo a precisare che è tutto merito del loro lavoro e bravura; faccio qualche nome come esempio: Mirka Andolfo (l’edizione Dentiblu di Sacro/Profano è un best seller);
Valerio Nizi, che ha conosciuto Diego Cajelli in occasione di un nostro esperimento collettivo e che poi è diventato un disegnatore di Long Wei; il serbo Stevan Subic adesso è un disegnatore di Adam Wild della Bonelli; Massimiliano Veltri, disegnatore dell’ultimo episodio di VIOLEnT HILL, è oggi il disegnatore ufficiale di Wolverine e X-Men. In generale, comunque, sono tanti i verticalisti che sono diventati professionisti del settore. La speranza di diventare un fumettista vero appartiene a tutti i giovani che ci mandano i loro fumetti, ma la pubblicazione su Verticalismi di per sé non è sufficiente a far fare il salto di qualità, serve studio, abnegazione, capacità, umiltà, voglia di mettersi in discussione e tanto sudore.
AC | Cosa pensi di iniziative analoghe, come quella di WebComics (Shockdom)?
MO | Shockdom è molto diverso da Verticalismi. La prima differenza è sostanziale: noi siamo un’associazione senza scopo di lucro, loro una azienda. Per quanto riguarda il servizio prestato gratuitamente online, Shockdom è una piattaforma di self-publishing, chiunque può pubblicare autonomamente, senza filtro editoriale, come avviene su DeviantArt, mentre il palinsesto di Verticalismi è composto esclusivamente dalla redazione; gli aspiranti verticalisti possono solo proporci i loro fumetti, ma se e quando pubblicarli è una nostra scelta. Sono molti i progetti di fumetto web di valore come Mammaiuto e Pee Show. Io credo che oggi il fumetto vada ancora sdoganato, ma per farlo serve una proposta di alta qualità.