Anteprima testo
WWW 1: Risveglio (WWW: Wake, 2008/2009) Robert J. Sawyer
1
Non l’oscurità, perché questo implicherebbe un’idea della luce.
Non il silenzio, perché questo richiederebbe una familiarità con il suono.
Eppure, debole, così tenue che se diminuisse di un po’ svanirebbe… la consapevolezza.
Nient’altro. Solo la consapevolezza: un vago, etereo sentimento di essere.
Di essere… ma non di provenire da qualche origine. Nessun segno del tempo, né passato né futuro. Solo un interminabile, indefinibile adesso. E lì, in quell’attimo senza confini, embrionalmente, l’alba della percezione.
Caitlin aveva tenuto duro per l’intera cena, ripetendo ai suoi che andava tutto bene, anzi alla grande, ma – Gesù! era stata una giornata terrificante, tra le sgomitate dei compagni per i corridoi, e gli insegnanti che spiegavano alla lavagna, e tutti a seguire la lezione con gli occhi… Caitlin non aveva dato peso alla propria cecità finché stava alla scuola per non vedenti di Austin, ma adesso il problema veniva alla luce. Anche le altre ragazze portavano gli orecchini? I pantaloni di velluto erano okay? Sì, a lei piaceva la sensazione che davano al tatto, ma lì ciò che contava erano le apparenze.
Adesso era seduta alla scrivania in camera sua, di fronte alla finestra aperta. La brezza della sera le faceva fluttuare i capelli. Il mondo esterno: l’abbaiare di un cane, qualcuno che prendeva a calci un ciottolo, e in lontananza uno di quegli stramaledetti allarmi antifurto.
Sfregò un dito sull’orologio: erano le 7.49. Un numero più se stesso elevato al quadrato, l’ultima volta che nella giornata si sarebbe ripetuta quella combinazione. Caitlin si voltò verso il computer e aprì il diario in blog.
TITOLO. Facile: Il primo giorno di scuola. La LOCATION di default era “casa”… quella strana casa, anzi quello strano Paese, che lei non sentiva affatto come casa, sua, ma tant’è.
Quanto a UMORE, ci voleva un’eternità per chiedere a Jaws, il software, di elencare quelli già in memoria; per cui Caitlin ne digitò direttamente uno lei. Dopo qualche secondo di riflessione scrisse “ottimista”. Anche se nella vita reale era terrorizzata, on-line lei era Calculass, e Calculass non aveva paura di niente.
COLONNA SONORA. Non aveva ancora avviato l’MP3, quindi lasciò che il computer selezionasse un brano a caso. Lo riconobbe alla terza nota: Rocking my world di Lee Amodeo.
Con i polpastrelli degli indici sfiorò piacevolmente le protuberanze Braille sui tasti F e J, e intanto pensò a cosa scrivere. Poi partì:
Okay, chiedimi se la nuova scuola è affollata e rumorosa. Avanti, chiedimelo. Bene, grazie. Sì, è affollata e rumorosa. Milleottocento studenti! Quasi tutti canadesi… ehi, sai come si fa a riconoscere un canadese in mezzo a una folla di persone? Pesti i piedi a tutti, finché uno non ti chiede scusa 🙂
Si voltò verso la finestra, provando a immaginare il tramonto. L’idea che qualcuno dalla strada la stesse osservando le metteva i brividi. Fosse dipeso da lei, avrebbe tenuto le veneziane abbassate 24 ore su 24, ma a Schrödinger piaceva sdraiarsi sul davanzale.
Il primo giorno di seconda superiore è cominciato con la mamma che mi scaricava e Brunetta4 (ti adoro) che mi accoglieva all’ingresso. Avevo attraversato i corridoi vuoti tante volte nelle settimane scorse, ma ora è tutto diverso con la fiumana di studenti, ecco perché i miei sganciano 100 sacchi alla settimana a B4. La scuola è riuscita a fare in modo da tenerci sempre insieme, tranne in un caso: Francese. Già, perché je suis une beginneur.
Il computer emise un trillo: era arrivata un’e-mail.
Si fece leggere l’intestazione da Jaws. Destinatario: “Caitlin D.”. L’autore doveva essere qualche iscritto ai newsgroup, perché era l’unico posto in cui Caitlin si firmasse a quel modo. Mittente: “Gus Hastings”. Mai sentito. Oggetto: “Migliora le tue prestazioni”.
Caitlin si fece leggere il testo da Jaws. — Ti avvilisce il tuo pene troppo piccolo? Allora…
Merda, era sfuggito all’antispam. Cancellò l’e-mail, e stava per tornare al suo diario quando un messaggio pop-up fece bip. — Brunetta4 è raggiungibile — annunciò il computer.
Caitlin digitò immediatamente: “Ciao Bashira! Stavo aggiornando il diario”.
Jaws era settato su una voce femminile, ma non era certo quella avvolgente di Bashira, quando rispose: — Parla bene di me, eh?
“Contaci” scrisse. Erano due mesi che le due ragazze erano amiche del cuore, fin dal trasloco di Caitlin. B4 aveva la sua stessa età, 15 anni, e i due padri erano colleghi.
— Racconterai anche che Trevor ti fa gli occhi dolci?
“Giusto!” pensò. Si rimise a digitare nel diario: “Io e B4 siamo compagne di banco. Secondo lei, c’è questo tizio in classe che non mi stacca gli occhi di dosso”. Si fermò, incerta su quali fossero i propri sentimenti in proposito. Quindi aggiunse: “Evvai!”. Però non intendeva rivelare pubblicamente il nome dello spasimante.
Diamogli un nome in codice, perché potrebbe diventare il protagonista di futuri post. Mmm, vediamo… il Cascamorto. Già, perché secondo B4 il tizio è famoso per provarci con tutte le nuove arrivate, e io sono tres exotique, anche se non sono l’unica yankee in classe. C’è anche quella squinzia di Boston, giuro, non sto scherzando, si chiama Sunshine. Da vomitare, eh? 😛
Non era una gran patita degli emoticon, perché non corrispondevano all’idea che aveva delle espressioni facciali, quindi li aveva semplicemente imparati a memoria come codici convenzionali. Tornò alla chat e scrisse: “E tu che fai?”.
— Niente di che. Aiuto mia sorella con i compiti. Aspetta, mi sta chiamando. TS.
A Caitlin piacevano gli acronimi, invece; quello stava per “torno subito”. Il che, conoscendo la tipa, significava mezz’ora. Tornò al diario.
Comunque, mi sono subito fatta notare. E sai con che materia? Se non hai risposto “Matematica”, torni a zero punti. L’insegnante (chiamiamolo Mister H) non riusciva a credere che io riuscissi a compiere a mente alcune operazioni che per tutti gli altri esigono l’uso della calcolatrice.
Altro bip. Jaws la informò che il destinatario della nuova e-mail era cddecter@… Doveva essere ancora spam. La cancellò senza neppure procedere.
Dopo Matematica, abbiamo avuto Inglese: un libro noiosissimo su un tizio che va in paranoia nelle pianure di Manitoba. Ho chiesto all’insegnante, la signora Z, se tutta la letteratura canadese è una palla così, e lei è scoppiata a ridere e ha risposto: “No, non tutta”. Sai che bella prospettiva.
— Brunetta4 è di nuovo connessa — la avvisò Jaws. “Hai fatto presto” le scrisse Caitlin.
— Sì — rispose la voce elettronica. — Saresti stata fiera di me: era un problema di algebra, e l’ho risolto in un attimo.
“Ci sei, o C elevato 6?” scrisse Caitlin.
— Eh eh… Devo andare, pa’ sta sclerando. Alla prox.
Caitlin riprese a scrivere sul diario:
La mensa non è male, ma ai gusti dei canadesi non mi ci abituerò proprio mai. L’aceto sulle patatine fritte!!! Usano le cucine come laboratori di bioingegneria? Forse non possono permettersi della ricerca vera… tranne qui a Waterloo, s’intende. Qui piovono soldi sul Perimeter Institute, dove mio padre si occupa di Fisica quantistica e altre mirabolanti imprese. A erogare i fondi è Mike Lazaridis, il co-fondatore di rim, Research in Motion. Mike è un grande, e credo che a papà piaccia lavorare lì, anche se non si capisce mai cosa pensa.
Un hip annunciò una terza e-mail in arrivo. Ma sì, era il momento di chiudere il diario. Aveva ancora otto milioni di blog da leggere prima di andare a letto.
Dopo la pausa pranzo, Chimica. Non vedo l’ora di cominciare a fare esperimenti! Se però l’insegnante se ne arriva con un piatto di patatine, con me hanno chiuso.
Si fece leggere l’e-mail da Jaws. — A: Caitlin Decter. Da: Masayuki Kuroda. — Un altro ignoto. — Oggetto: Proposta.
C’era da immaginarlo: un’altra ricetta magica per erezioni indimenticabili… Stava per cancellare il messaggio, quando venne distratta da Schrödinger che le faceva le fusa contro una gamba. — Qui, qui, micetto — disse, abbassandosi per accarezzarlo.
Il gatto le saltò in grembo, e così facendo dovette colpire la tastiera o il mouse perché il computer d’un tratto si mise a leggere l’e-mail: — Lo so che oggi una ragazza deve fare attenzione agli sconosciuti che si incontrano on-line…
Il tono convinse Caitlin a lasciar proseguire Jaws: — Quindi ti chiedo di informare immediatamente i tuoi genitori di questo messaggio. Spero che prenderai in considerazione la mia proposta, che certo non sto facendo per scherzo.
Caitlin scosse la testa, aspettando che arrivasse la richiesta di foto di lei nuda. Intanto grattava Schrödinger sulla nuca.
— Ho indagato nella letteratura specialistica e in Rete per trovare il candidato ideale per la ricerca che sta portando avanti il mio team. Il mio settore è quello dell’elaborazione di segnali relativi alla VI.
Caitlin restò gelata sul posto.
— Non intendo assolutamente alimentare false speranze, e non potrò prevedere le possibilità di successo finché non avrò i risultati della risonanza magnetica, ma ritengo che la tecnologia da noi sviluppata sia in grado di curare, entro certi limiti, la tua cecità, donandoti… — lei saltò in piedi, facendo scappare il gatto — se non altro la visione parziale da un occhio. Spero che alla prima…
— Mamma! Papà! Venite, presto!
Sentì i passi concitati di entrambi, quelli lievi della madre, quelli pesanti del padre (che stava ingrassando, come Caitlin poteva dedurre dai loro rari abbracci).
— Che succede? — chiese la madre. Il padre, come al solito, tacque.
— Leggete qui!
— Ma… lo schermo è vuoto — notò la madre.
— Ah. — Caitlin accese il video, e si spostò. La madre si sedette di fronte al computer, il padre si posizionò alle sue spalle. Lei si mise sul bordo del letto, facendo nervosamente oscillare le gambe. Si chiese se il padre sorridesse quando era in sua presenza.
— Oh mio Dio — fece la madre. — Malcolm?
— Scopriamo chi è. Lascia, vado io su Google. — Prese posto alla tastiera. — Ha una pagina su Wikipedia. Ah, e anche sul sito dell’Università di Tokyo. Dottorato a Cambridge… pubblicazioni… Ecco: elaborazione segnali su VI, la corteccia visiva primaria.
Caitlin era spaventata all’idea di sperare troppo presto. Quand’era piccola, erano passati da un luminare all’altro, ma non aveva funzionato nulla. Si era ormai…

Tit. originale: WWW: Wake
Anno: 2008/2009
Autore: Robert J. Sawyer
Traduttore: WWW Trilogy
Edizione: Mondadori (anno 2011), collana “Urania” #1571
Traduttore: Dario Divarossa
Pagine: 269
Dalla copertina | Se le porte della percezione venissero pulite, tutto apparirebbe come è in realtà: infinito. Ma lo sforzo di guardare le cose con occhi nuovi non è solo dei visionari come William Blake: dopo una rischiosa operazione a Tokyo anche Caitlin Decter scopre di vedere un mondo terribilmente diverso dal normale, un mondo cui dovrà tentare di dare un nome. La risposta arriva attraverso un suggestivo “rumore di fondo”: quella che Caitlin vede è la fantasmagoria del World Wide Web, e il suono che lo abita non è affatto come tutti gli altri, ma annuncia il risveglio di un essere cosciente.