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Italiani nello Spazio

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Ho visto Tino Franco la prima volta negli studi SKY sulla via Salaria, a Roma, per la presentazione ufficiale da parte della FOX del pilot di Stargate Atlantis. Io curavo (nell’ambito della gestione dell’SG1 Italy Fan Club, di cui ero all’epoca socia e segretaria) l’organizzazione di una lotteria, che metteva in palio un manifesto dello spin-off di Stargate, autografato dal cast.

Avevo preparato i numeri a casa e li andavo distribuendo ai partecipanti. Tra questi, un signore che non conoscevo, presente col figlio. Beh, non posso conoscere tutti i simpatizzanti delle serie di fantascienza, anche se ne conosco a centinaia… non sapevo, allora, che non si trattava solo di un simpatizzante, ma che Tino Franco si trovava lì perché aveva appena finito di dirigere una piccola sitcom di ambientazione fantascientifica, Italiani nello spazio, e che una puntata sarebbe andata in onda prima del pilot di Atlantis.

Protagonisti della serie sono Otello (il simpaticissimo ALESSANDRO DI CARLO) e Mario (PAOLO ROSSI), una specie di “portinai” romani de’ Roma di una stazione orbitante internazionale.

Somigliano a tutto meno che all’eroe tipico della storia di fantascienza, non capiscono assolutamente nulla degli strumenti di bordo, ma godono nel gestire i monitor di controllo, esercitando il “potere” di far entrare o meno nella stazione i vari scienziati e astronauti (che suonano il citofono al loro arrivo). Ovviamente non possono fare a meno di certe comodità della Terra, come il giornale sportivo o la pastasciutta, e soprattutto non riescono a non spettegolare della vita, degli amori, dei problemi di quanti transitano per la stazione, come il comandante americano Spark (ERIK BASSANESI) o la procace scienziata russa Svetlana (YULIYA MAYARCIUK).

Otello ha anche una moglie gelosa, Cinzia (ILARIA GIORGINO), matrona sovrappeso, che contrasta con la silhouette sexy di Svetlana: dubbiosa sull’etica di comportamento del marito, che riesce a vedere solo tramite il monitor, lo ricatta minacciando di raggiungerlo assieme ai bambini e alla di lui suocera. Ovviamente questa situazione di base porta a gustose gag, che risultano ancora più fulminanti data la brevità (4 minuti l’uno) degli episodi, in totale 10.

Tra i personaggi, Cook 9000 la cucina robotizzata con la voce di MINO CAPRIO, che fa un po’ il verso ad Hal 9000 di 2001, Odissea nello spazio.

La produzione è a cura di 21 LAB, che ha disegnato e realizzato in modo splendido una scenografia che potesse rappresentare una stazione spaziale del futuro a misura… d’italiano. L’opera è stata finalista al premio “PROMAX 2004” come miglior scenografia, per la categoria “set design” (ecco il sito da cui sono state tratte le foto della stazione, degli interni e della realizzazione della sitcom: http://www.21lab.net/fox_italy.html).

Potrebbe sembrare che la fantascienza qui sia solo un pretesto per lo sciorinarsi delle battute di Otello o degli sguardi sornioni di Mario, ma Tino Franco è un appassionato vero di fantascienza, sin dai tempi di Guerre Stellari (film che gli instillò il desiderio di diventare regista). “La fantascienza permette di creare, di lasciarsi andare alla fantasia, pur trattando temi attuali, relativi alla vita di ogni giorno e alla politica. In fondo, Italiani nello spazio è un’opera di satira della nostra società… “, afferma in un’intervista a Luisa Iori.

Tra l’altro il regista, nel 2002, aveva già ideato, sceneggiato, prodotto e girato il cortometraggio “Space Off”, vincitore di un nastro d’argento, opera che si svolge in un prossimo futuro, con l’uomo che sta andando su Marte e un network televisivo che segue la missione con un programma, “News on Mars”. Il giornalista che lo conduce trova nel silenzio radio dell’equipaggio la ricetta per creare un intrattenimento, piuttosto che un evento mondiale, pronto a cercare sensazionalismo ovunque tranne nelle notizie realmente sensazionali, come l’annuncio di una scoperta scientifica rivoluzionaria da parte del comandante della missione. Praticamente un programma dal taglio giornalistico si trasforma in una specie di reality show scientifico.

Tino Franco ha anche diretto la serie “L’Ascensore”, di SBROLLA e FERRARESE, scenografia sempre a cura di 21 LAB, episodi in pillole dove due persone si ritrovano all’interno di un ascensore: Max, un uomo comune, tranquillo, e Mike un mefistofelico esagitato, nonché cinico disturbatore da ascensore; l’interazione porta a gag decisamente surreali.

La passione di Tino Franco per la Fantascienza è testimoniata anche dalla sua partecipazione a convention come la “Deepcon”: nel suo ambito, oltre ad aver presentato la sitcom, con la brillante e divertentissima collaborazione dell’attore Alessandro Di Carlo, il regista si è sottoposto a una full immersion di interventi, proiezioni, giochi, frizzi e lazzi, con tutti gli altri appassionati.

Concludo informandovi che è prevista una nuova tranche di episodi di Italiani nello spazio: quando andranno in onda, se vi siete persi i primi dieci, guardateli, ne vale la pena!