Dalmazio Frau

Intervista a Dalmazio Frau

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Dalmazio Frau è un illustratore professionista e uno storico dell’arte che non disdegna di occuparsi anche di scenografia. È abbastanza conosciuto nel panorama del fantastico italiano, benché, a suo dire, sia decisamente più apprezzato all’estero che non nella nostra penisola.

Nel 2005 è stato purtroppo (sempre parole sue) tra i finalisti dell’importante “Premio Italia”.

Di lui stesso dice:

“Amo definirmi apolide. Sono nato in Sardegna qualche anno fa, ma dei sardi possiedo solo lo stesso spirito tenace e vendicativo, nonché un orgoglio luciferino che mi fa porre il mio onore sopra ogni cosa. Ho studiato Arte a Firenze e poi a Milano dove ho conosciuto Karel Thole, l’unica persona al mondo che mi sento di chiamare Maestro. Mi piace il Cinema, dipingere, la birra scura irlandese e le armi. Ascolto la musica psichedelica degli anni Sessanta e Settanta come Led Zeppellin, Doors o Hawkwind. Sono un Illustratore e Grafico professionista. Abito a Chiavari ma lavoro un po’ ovunque. Ho ideato numerose copertine per l’Editoria: Mondadori, Wildside Press, Audio Realms, Il Cerchio ecc.”

Ciao Dalmazio, grazie di avere accettato il nostro invito, puoi dirci come ti sei accostato al fantastico?

Educazione familiare e paterna credo. Sono stato allevato da mio padre che mi leggeva o raccontava l’Odissea, l’Eneide, l’Iliade e L’Orlando Furioso.

Parliamo un po’ del tenebroso Principe Elric e della sua “Ladra d’Anime”. Un amore che per inciso il sottoscritto condivide. È anche un tema ricorrente dei tuoi lavori, a quanto ho avuto modo di vedere. È questa tua passione ad avere dato, permettimi il termine, un taglio horrorifico alla tua produzione?

Elric ha anche, tra i suoi molteplici aspetti, un taglio “gotico” o anche uno “horror”. Come lo definiresti Arioch quando si manifesta in forma di “cosa da un altro mondo”?

Il lavoro dell’illustratore come si svolge? Sei libero di seguire la tua vena artistica o gli editori si impongono in qualche modo? Erano le domande che volevo farti prima di leggere dal tuo blog “Il Culo dell’Arte e l’Arte del Culo”. L’avrei definito un bel racconto in un altro contesto, ma temo non sia così, vero?

In Italia il lavoro si svolge male se non peggio, per molte cause: leggi soprattutto ignoranza, incompetenza, incapacità e presunzione.

Che un Editore si “imponga” è giusto, il punto sta nel limite che è sempre segnato dalla competenza dell’Editore o dell’Art Director quando c’è.

È un discorso lungo e complesso.

A tuo parere nel nostro paese è più difficile pubblicare come “illustratori” o romanzieri?

C’è una differenza sostanziale. Il romanziere crea il suo romanzo e lo sottopone a un editore il quale a sua volta “affitta” un illustratore, che quindi di fatto altro non è che un “mercenario” assoldato dall’editore.

Lo scrittore “propone”, l’illustratore viene chiamato.

Hai avuto la fortuna di lavorare sia in Italia che all’estero. Com’è il mondo editoriale anglosassone? E qual è la differenza rispetto a quello italiano?

Mi trovo molto meglio con il mondo anglosassone, e non soltanto perché pagano costantemente, ma perché c’è maggior rispetto e competenza.

Quando lavori a una delle tue creazioni, conosci sempre la trama del romanzo che devi illustrare?

Non sempre purtroppo (a volte è anche un bene). Mi viene fornito un estratto o alcuni brani scelti, a volte un riassunto, raramente l’intero romanzo.

Sempre nel tuo Blog leggo “L’artista oggi troppo spesso lavora per poter continuare a guadagnare. Invece dovrebbe guadagnare, per poter continuare a creare. Non sono certo né il denaro né la vanagloria a poter giustificare l’espressione artistica. L’atteggiamento naturale dell’artefice dovrebbe essere quello di guadagnare per continuare a essere sé stesso, sempre e non il lavoro finalizzato al denaro”. Una bella frase, che condivido in pieno, ma è attuabile?

Assolutamente sì, certo bisogna “averci le palle”. Io lo faccio, essendo dotato di palle.

Quindi non ti è mai capitato di lavorare a un progetto che non condividevi? A un romanzo che tu giudicavi negativamente?

Mi è capitato di fare la copertina, o anche tavole interne, per romanzi o racconti che sinceramente non mi sarei sognato neanche lontanamente di leggere.

L’illustratore professionista è un mercenario, come ho già detto, un pennello in vendita.

Caro Dalmazio, allora, dove si ferma il mercenario e dove inizia l’uomo? Cosa non sei intenzionato a fare a nessuna condizione per un editore?

Il limite è il “rispetto” per le mie “posizioni culturali” o chiamiamoli “principi”, non sono intenzionato ad andare contro me stesso e ovviamente i miei “principi”. Si può essere “mercenari” senza essere puttane. Io sono un mercenario ma non una puttana.

Una copertina è un valore aggiunto o un mezzo per attirare il lettore?

Dovrebbe essere entrambe le cose. Una componente essenziale del libro che serve a renderlo più appetibile sul mercato.

In Italia non è più così da anni.

E gli editori con cui hai lavorato concordano con te?

Mai avuto discordanze con editori stranieri, sono gli italiani che creano inutili problemi.

C’è un romanzo a cui hai lavorato e a cui sei particolarmente legato, escludendo tutto ciò che concerne Elric?

Il ciclo di Dumarest di E.C. Tubb. È uno dei rari esempi di Sf da “spazio profondo” che apprezzo.

Girando per la rete sono rimasto incuriosito dal titolo di un tuo contributo per Metapolitica: “Non è tutta arte quella che si dipinge”. A cosa ti riferisci?

Mi riferisco semplicemente al fatto che oggigiorno esistono molte porcate che vengono gabellate per “arte” e sono soltanto spazzatura.

L’Heroic fantasy che sembri prediligere ha una connessione con il tuo amore per le armi, che immagino siano armi bianche?

Non soltanto. Amo anche quelle leggere da fuoco, Molti anni fa ho svolto un periodo come “armiere” in un poligono di tiro.

Perché hai scelto un angelo armato di spada come emblema caratterizzante del tuo sito? Per di più un angelo caduto?

Trovo affascinante la figura dell’Angelo da sempre, inoltre è un’immagine archetipica di tutta l’iconografia fantastica occidentale, Il “mio” poi è MikaEl che non è un Angelo Caduto ma il Principe delle Milizie Celesti, l’abbatitore di Satana.

Forse sono io a essere poco informato, ma sei il primo illustratore che incontro in rete e il primo a cui vedo frequentare un forum. Sfizio personale o un modo per constatare il feedback dei lettori?

Perché sono fatto così. È nella mia natura.

Mi piace conoscere altre persone differenti da me, confrontarmici, discutere anche. Non amo quelli che “fanno gli artisti” o anche altro, rinchiusi nella loro sferetta dorata di cristallo tempestato di presunzione, intenti alla contemplazione estatica del proprio ego.

È quasi come se andassi al pub con degli amici… Naturalmente gli amici uno se li sceglie.

A cosa stai lavorando in questo momento? E c’è un particolare romanzo che ti piacerebbe illustrare e a cui non hai mai lavorato?

Alla prima domanda non ti risponderò neanche sotto tortura, alla seconda invece: molti certo, ci mancherebbe.

Ringraziamo ancora Dalmazio Frau per la sua disponibilità e cortesia.

Ringrazio io voi per la pazienza.